LA TUA VITA HA UN
VALORE ALTISSIMO
PERCHE’ VIVI SU QUESTA TERRA?... VIENI DA DIO E DEVI RITORNARE A DIO.
Perché si nasce, si vive, si lavora? Che senso ha la mia
vita? Chi sono io? Da dove vengo? Dove vado? Sono domande di somma importanza e
di estremo interesse che l’uomo non può ignorare. Eppure molti vivono senza
interrogarsi sul perché della loro esistenza. C’è da chiedersi se costoro si
comportino da veri uomini: anche l’albero e l’animale esistono, ma non capiscono
perché vivono.
a) LA RISPOSTA DELLA
RAGIONE.
Il grande scrittore cattolico Giovanni Papini racconta: “ Uscii di casa; andai verso il fiume. Vidi un
pescatore; gli chiesi: perché peschi? – Per prendere i pesci. E poi? – Per
venderli. – Che ne fai dei quattrini? – compero pane, vino, olio, vestiti. –
Perché comperi queste cose? – Per vivere. – Perché vuoi vivere? – Per pescare.
Era inutile
continuare; eravamo tornati al principio. Mi alzai e prosegui il cammino.
A un contadino che vangava chiesi: “Perché fai questo lavoro? – Per seminare e perché nasca il grano e
possa fare il pane. – E perché vuoi il pane? – Per vivere. – Ma perché vuoi
vivere? – Lui abbassò la testa e riprese a lavorare; non volle rispondere.
In un prato vicino una fanciulla raccoglieva fiori. Le
chiesi: “Perché fai questo? Subito
rispose: per portarli in Chiesa e collocarli davanti alla Madonna. – Perché? –
Perché si ricordi di me e mi prepari un posto in Paradiso, vicino a Lei.
Solamente quella fanciulla aveva compreso il vero
significato della vita. Siamo su questa terra per ritornare a Dio che ci ha
creati; viviamo, lavoriamo, soffriamo per conquistare il Paradiso. La devozione
alla Madonna è la via più facile, più breve e più dilettevole per raggiungere
la felicità del cielo.
b) LA RISPOSTA DELLA
SACRA SCRITTURA
Veniamo dal Signore il quale ci ha creati “ a sua immagine e somiglianza”, e ci ha
collocati in questo meraviglioso giardino, che è l’universo, con l’invito a
ritornare a Lui e a partecipare alla sua
gloria e alla sua gioia. Cristo Giudice
un giorno ti dirà: “Bene, servo buono e
fedele… Prendi parte (per sempre) alla gioia del tuo padrone”, del tuo
Signore.
Siamo “stranieri e
pellegrini sulla terra”alla ricerca di una patria migliore, quella celeste.
“Non abbiamo qui una
città stabile, ma cerchiamo quella futura. Perciò S. Pietro ci ripete:”Carissimi, io vi esorto come stranieri e
pellegrini ad astenervi dai desideri della carne che fanno guerra all’anima. La
vostra condotta tra i pagani sia irreprensibile”.
Il S. curato d’Ars ammonisce: “Purtroppo ci sono molti cristiani che non sanno perchè sono al mondo.
Tre quarti di cristiani non si affaticano che per dare soddisfazione al
cadavere che ben presto andrà a marcire sotto terra, mentre non pensano affatto
alla loro povera anima destinata ad essere eternamente felice o dannata. E’
cosa da far tremare”.
NON LASCIARTI
INGANNARE DALLE TRE TERRIBILI “ESSE”: SESSO, SOLDI, SUCCESSO!
La Bibbia li denomina: “Concupiscenza
della carne, Concupiscenza degli occhi e Superbia della vita”.
a) SUCCESSO (o
superbia della vita).
Aspirare con mezzi leciti, e unicamente per amore a Dio e ai
fratelli, ad avere i massimi gradi, a vincere importanti concorsi, a
raggiungere i primi posti, non è un vizio, ma una grande virtù. E i cristiani
che ne hanno la possibilità dovrebbero tendere a una posizione alta e distinta
nel mondo, con l’unico scopo però di rendere a Gesù una testimonianza più
visibile e più efficace, e di fare un bene maggiore alle anime. Ma questo
avviene raramente.
Invece aspirare alla gloria, al potere, agli applausi, al
successo, per egoismo, per superbia, è il peggiore dei vizi.
E moltissimi corrono pazzamente per questa strada.
Dice lo Spirito
Santo, il diretto Ispiratore della S. Scrittura: “Odiosa al Signore e agli uomini è la superbia. Dio resiste ai superbi e concede la sua Grazia agli
umili”. La superbia è la radice di
tutti i mali. Il principio della superbia umana, infatti, è l’allontanarsi
dal Signore, per vivere secondo la propria volontà, forse è meglio dire secondo
i propri capricci. La superbia, perciò, è la prima causa di tutti i peccati. Fu
la superbia che spinse Lucifero e una parte degli Angeli a ribellarsi a Dio
diventando demoni.
Fu la superbia che spinse Adamo ed Eva a cadere alla
tentazione del diavolo, travolgendo se stessi e tutta l’umanità nella
catastrofe. Fu la superbia che spinse Erode alla strage degli innocenti. Fu la
superbia che trascinò i Farisei al più grande delitto della storia:
all’uccisione di Cristo Gesù.
E’ la superbia che, impossessandosi dell’uomo di oggi, lo
rende divorzista, lo rende abortista, lo rende schiavo del consumismo, del
laicismo, dell’odio, delle violenze, del terrorismo, delle profonde lacerazioni
sociali, delle innumerevoli guerriglie e di spaventose guerre.
I successi terreni e glorie mondane, frutto della superbia,
inevitabilmente tolgono la pace alla coscienza e la felicità all’anima. Sono bolle di sapone che vivono e
luccicano un istante e subito scompaiono. Sono fuochi d’artificio nel buio
della notte, che dopo pochi minuti si dileguano per cedere il posto alle più
fitte tenebre.
All’ebbrezza momentanea
delle vittorie, delle conquiste, delle carriere brillanti e dei frenetici
applausi delle folle, subentra sovente
la più tragica disperazione. “Avverrà
- dice la Bibbia - come
quando un affamato sogna di mangiare, ma si sveglia con lo stomaco vuoto; come
quando un assetato sogna di bere, ma si sveglia stanco e con la gola riarsa”.
Ancora la S. Scrittura afferma: “Non c’è
pace per gli empi”.
Sul frontespizio di un cimitero sono stampate queste parole:
“ Homo = humus. Fama = fumus. Finis =
cinis”, che significano: l’uomo è
terra, la fama è fumo, la fine della vita è la cenere.
Sulla porta della celletta di P.Pio, a S.Giovanni Rotondo,
sta scritto: “La gloria del mondo ha
sempre per compagna la tristezza”.
Mentre la superbia è
sempre fondata sulla falsità, l’umiltà poggia sempre sulla verità. Per
questo l’anima umile è sempre gradita a Dio. L’umiltà è fonte di grazia, è pace dei cuori, è l’inizio di tutti i
beni, è il fondamento della santità.
Gesù ci ripete:”Imparate
da me che sono mite e umile di cuore e troverete ristoro per le vostre anime”. E
ancora: “Chi si esalta sarà umiliato, chi
si umilia sarà esaltato”.
Maria “umile ed alta
più che creatura”, a condanna dei prepotenti, dei gaudenti, degli
sfruttatori, oppressori, e a lode
delle persone umili e pie, canta nel Magnificat: “Il Signore ha rovesciato i potenti dai troni e ha innalzato gli
umili”.
b) SOLDI (o
concupiscenza degli occhi). Molte persone pensano unicamente a lavorare, ad
affaticarsi, nella sfrenata avidità di accumulare sempre maggiori ricchezze.
Aggrappati disperatamente alle misere cose della terra, dimenticano
completamente Dio da riamare, l’anima immortale da salvare, l’eternità beata da
conquistare.
S. Paolo ammonisce:”Quando
abbiamo di che mangiare e di che bere, accontentiamoci di questo. Al contrario,
coloro che vogliono arricchire, cadono nella tentazione, in rovina e
perdizione. L’attaccamento al denaro è la radice di tutti i mali.”
Gesù grida: “Quanto è difficile che un ricco ( ossia
un uomo avido di beni terreni), entri nel
Regno dei cieli!” “Guardatevi e tenetevi lontano da ogni cupidigia… Disse
poi una parabola.
“La campagna di un
uomo ricco aveva dato buon raccolto. Egli ragionava tra sé: Che farò, poiché
non ho dove riporre i miei raccolti? E disse:” Farò così: demolirò i miei magazzini e ne costruirò di più grandi e
vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni, poi dirò a me stesso: hai a
disposizione molti beni per molti anni. Riposati, mangia, bevi e datti alla
gioia. Ma Dio gli disse: “Stolto! Questa
notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che avrai accumulato di
chi sarà? Così è di chi accumula tesori per sé e non arricchisce davanti a Dio…
Cercate il Regno di Dio. Preparatevi un tesoro inesauribile nei cieli”.
Quando l’anima, dopo la morte corporale, si presenterà
davanti a Cristo Dio per essere giudicata, guai se dovrà dire: “Nella mia vita terrena ho pensato di
lavorare soltanto per il corpo e ad accumulare soltanto ricchezze materiali, e
ora le mie mani sono vuote di opere buone, di opere religiose! Amareggiata
e disperata dovrà ripetere quelle parole della Bibbia:”Vanità delle vanità, tutto è vanità. Quale utilità ricava l’uomo da
tutto l’affanno, per il quale fatica sotto il sole?” Perchè chi avrà lavorato
con successo dovrà poi lasciare i suoi beni. Vanità e grande sventura”.
Per chi vive e lavora solo per le cose terrene si
avvereranno quelle Parole dello Spirito Santo:”Le vostre ricchezze si
sono putrefatte e i vostri vestiti sono corrosi dalle tarme. L’oro vostro e il
vostro argento si sono irruginiti. Lla ruggine si alzerà a testimone contro di
voi”.
Fortunati coloro che avranno compiuto opere buone, opere
religiose, opere sante! Di questi lo Spirito Santo afferma: “Beati i morti che muoiono nel Signore;
riposeranno dalle loro fatiche, perché le loro opere li seguono” nel Regno
eterno di Dio.
c) SESSO ( concupiscenza della carne). Il sesso,
nel senso nobile della parola, poiché viene da Dio, è cosa buona, e perfino
santa e santificante. Ma nel senso deteriore, disordinato, non è amore, bensì
egoismo, non è libertà ma schiavitù. Non è fonte di felicità, ma di tristezza
e, sovente, di disperazione.
Eppure tante persone non pensano, non desiderano, non
cercano altro che sesso, sesso, sesso, nel significato il più turpe e il più
degradante.
S. Pietro ( 2
Pt.12,22) così li descrive: “Essi stimano
felicità il piacere di un giorno, sono tutta sporcizia e vergogna. Hanno gli
occhi pieni di disonesti desideri e sono insaziabili di peccato.
Adescano le anime
instabili…mediante le passioni licenziose della carne. Promettono loro libertà,
ma essi stessi sono schiavi della corruzione. Se ne rimangono di nuovo
invischiati e vinti, si è verificato per essi il proverbio:il cane è tornato al suo vomito e la scrofa lavata è tornata ad
arrotolarsi nel fango”.
S. Paolo grida: “Questa è la volontà di Dio, la vostra
santificazione. Che vi asteniate, cioè, dall’impudicizia, che ciascuno sappia
mantenere il proprio corpo con santità e rispetto, non come oggetto di passioni
e di libidine, come i pagani che non conoscono Dio… Dio non ci ha chiamati
all’impurità, ma alla santificazione”.
Gabriele d’Annunzio, famoso
per le sue sconcezze, già a 23 anni scrive:
“Voi lo sapete, o mio Dio, che non c’è nella vita angoscia più amara di quella che
mi danno queste cadute nell’impurità”. Nella sua età matura, dopo tanti
peccati, scrive disperato: “Tristezza
atroce della carne immonda /quando la fiamma del desìo/nel gelo del disgusto si
spegne”.
Giosuè Borsi, il
quale aveva trascorso la sua prima giovinezza lontano da Dio, immerso nei
piaceri illeciti, alla mamma scrive: “Non rimpiango la vita. Ne ho assaporate
tutte le ebbrezze mondane, e me ne sono ritratto con insormontabile fastidio e
disgusto”.
S.
Agostino, nella sua famosa autobiografia ” Le Confessioni” descrive
il suo cammino interiore da una vita pagana
all’incontro con Cristo. Prima della conversione, egli ha sperimentato,
nella propria carne, tutti gli illeciti piaceri del sesso. Questi non gli
procuravano felicità, ma soltanto pochi attimi di “stordimento”, ai quali
seguiva tanta angoscia. Giunto alla conversione, poteva scrivere: “Voi sapete, Signore, che cosa soffrivo
allora. Ero rosicchiato. Quanto ero infelice! Soffrivo crudelmente. Che tormenti
e che gemiti erano i miei! Un’ immensa tristezza riempiva il mio cuore. Mi
sentivo schiacciare da un enorme peso di infelicità”. Dopo la sua
conversione a Gesù, il Santo, totalmente trasformato, ci dona la più grande
testimonianza della GIOIA VERA, che
ha sperimentato nell’ INCONTRO CON
CRISTO: “Questa è la vera felicità, o
Signore, gioire in Te, di Te, per Te. Questa è la certa felicità, e nessuna’altra”.
GESU’ TI HA INDICATO
L’ITINERARIO DELL’EISTENZA, LO SCOPO DELLA VITA quando ha detto: “Uscito dal Padre, sono venuto nel mondo. Ora lascio il mondo e ritorno al Padre”. Il mistero della
nostra vita è in questa traiettoria: siamo venuti dal Padre che ci ha creati e
ci ha posti sulla terra. Un giorno lasceremo la vita terrena per ritornare al
Padre.
Il Padre ci ha donato l’intelligenza
soprattutto per conoscere Lui stesso, che
è Verità infinita. Perciò l’istruzione
religiosa è il primo dovere di ogni uomo e costituisce l’inizio del
Paradiso su questa terra, come afferma Gesù: “Questa è la vita eterna, che conoscano Te, l’unico vero Dio, e Colui
che hai mandato, Gesù Cristo”. Il Padre ci ha donato il cuore soprattutto per amare Lui, che è l’Unico BENE, il Sommo BENE, l’Infinito BENE, e l’Unica Sorgente del VERO AMORE.
Il Padre ci ha donato la volontà soprattutto per cercare e fare sempre la sua volontà, unica
strada per conquistare la pienezza della pace, come esclama il sommo poeta: “In la sua voluntade è nostra pace”. E
come ci attesta l’esperienza di innumerevoli convertiti. Come esempio, citiamo
Pascal, il quale, nella celebre notte della sua totale conversione, grida: “Certezza! Certezza! Certezza! Gioia! Pcae!
Grandezza dell’anima umana! Padre, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho
conosciuto. Gioia, gioia, lacrime di gioia.”
Soltanto se conosceremo Dio, se lo ameremo, se faremo la sua
volontà avremo, n,ell’al di là, quella felicità completa, perfetta e infinita,
alla quale tutti fortemente aspiriamo. Dunque, come si esprime molto bene il Catechismo di S. Pio X, noi siamo creati
per “conoscere,
amare, servire il Signore;” ossia per fare la sua volontà su questa
terra, per gioire poi con Lui, senza fine, nel Paradiso.
La vita è un CAMMINO
DI FEDE per incontrare Cristo, che non si stanca mai di bussare alla porta
del nostro cuore, perché gli apriamo ( Ap. 3,20 ): “Ecco, io sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi
apre la porta, io verrò da lui e cenerò con lui ed egli con me”.
In questa intimità con Lui, noi comprendiamo anche la
verità, che esprime S. Agostino, quando la sua vita è approdata a Cristo: “O
Signore, Tu ci hai creati per Te e il nostro cuore sarà sempre inquieto, finchè
non riposa in Te”.