martedì 22 luglio 2014

Profilo della Bettina



                                                          LA BETTINA
                    
  All’anagrafe del comune di Bovalino, ( RC ) il suo nome è D’Agostino Elisabetta, ma tutti la chiamavano popolarmente BETTINA. E’ deceduta il 05 Novembre 2009, a 83 anni di età.
In occasione del primo anniversario della sua morte, vogliamo fare un breve ritratto di questa donna, la cui memoria merita veramente di essere ricordata e tramandata.
Sulla lapide della tomba sono state scolpite le parole, che rispecchiano realmente la sua vita. Vita che si riassume in una sola parola, ma è la parola essenziale che caratterizza il Cristianesimo: l’AMORE.“Chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà”. Dio ama chi dona con gioia (II Cor. 9,6-7).

 Bettina ha seminato, mediante le opere di misericordia, la Carità di Cristo. Per questo, siamo certi che, abbia già raccolto, nella terra dei viventi, i frutti della sua grande generosità.  
Per lei si sono ora pienamente avverate le parole della beatitudine evangelica:“Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia” (Mt. 5,7).
  Aveva ereditato una buona pensione dal marito, ferroviere, deceduto molti anni prima. Stava, quindi, finanziariamente ed economicamente bene. Ma i soldi non li ammucchiava alla Banca o nella sua cassaforte.
Li donava tutti agli altri, tenendo per sé solamente ciò che era indispensabile per la sua vita.
 Andava anche alla questua per aiutare, sia le persone che le famiglie più bisognose del paese.
Era poi la gente stessa, man mano che conosceva il grande cuore di Bettina, a portarle spontaneamente denaro e generi alimentari per i poveri, che considerava come i suoi padroni.

Ha raccolto, per molti anni, anche la rata mensile, per pagare il seminario a due giovani di Bovalino, aiutandoli fino alla loro ordinazione sacerdotale. Così ha adottato anche qualche altro giovane seminarista del terzo mondo, perché potesse proseguire gli studi e raggiungere il sacerdozio.
Sosteneva, da molti anni, i bambini disabili del grande ospedale di Betlemme “Baby Hospital”, raccogliendo per loro mensilmente una buona cifra di euro.

E tutta questa carità era sempre condita dalla sua gioia. La gioia è il timbro inconfondibile delle beatitudini del Vangelo. “C’è più gioia nel dare che nel ricevere”(At.20,35).
In tutti i suoi atteggiamenti, Bettina lasciava trasparire un’anima davvero francescana.
Di fatto, amava molto S.Francesco d’Assisi, anche grazie ai Frati Minori Veneti i quali, da più di cinquanta anni, continuano a prestare servizio pastorale  nella parrocchia di Bovalino.

Chiamava i Frati: “i miei Angeli custodi. Era affezionata soprattutto a qualcuno di loro, che ha aiutato finanziariamente per tanti anni. Quando andava a trovare la sorella, il figlio e i nipoti a Firenze, era felice di recarsi da lì in alcuni conventi del Veneto, per trovare quelli che lei chiamava i suoi pupilli.

Per lei non c’era clausura. Come per frate Jacopa dei Sette Soli, si aprivano tutte le porte dei conventi. Era ammessa, nella gioia del convivio, alla stessa mensa con i Frati.
Spediva spesso a loro pacchi con i frutti saporiti della terra di Calabria.
Per questo, come segno del suo grande affetto e della sua amicizia verso i Frati, è stato collocato nella sua bara, accanto alla salma, un cordone francescano.

Da tale amore per S. Francesco e per i suoi Frati, Bettina aveva imparato a nutrire una grande riverenza verso tutti i sacerdoti, i religiosi e le religiose.
Nella parrocchia di Bovalino non c’erano le suore. Bettina ha tanto pregato e si è tanto prodigata perché venissero.

E quando finalmente sono arrivate le suore di Nazareth, lei ha provato una gioia immensa.
Nella sua casa, esse trovavano, in ogni momento, un rifugio sicuro e caldo di ospitalità e di amicizia.
Tutto ciò denota anche quanto Bettina amava la sua parrocchia e quanto sapeva prodigarsi per il bene della  comunità cristiana.

Un’altra virtù marcata in Bettina era la schiettezza con tutti nel parlare.
Quanto aveva da comunicare, lo esprimeva con convinzione, con sincerità e senza timore, a chiunque. Rimproveri, correzioni o elogi, tutto manifestava con naturalezza e senza sottintesi.
Ognuno capiva che quanto lei diceva era guidato da un cuore che mirava esclusivamente al bene.

Qualche mese prima della sua morte, mentre era già sofferente per vari acciacchi dell’età, Bettina mi disse:
“ Sento che mi rimane ancora poco tempo di vita, ma non ho paura della morte, perché mi fa andare incontro al mio Signore, che bramo tanto di vedere”.
 Parole che rivelano la fede, da cui era animata, e la pace interiore che godeva e che traspariva in una grande serenità di spirito, pur in mezzo a tante sofferenze.
La Bettina era molto affezionata a S,Francesco d'Assisi e, per conseguenza, amava molto i Religiosi Francescani, che operano, nel ministero pastorale, a Bovalino.
  Perciò, nel giorno della sepoltura,  è stato collocato nella sua bara un cingolo francescano, con i tre nodi, che simboleggiano i Tre Voti: Religiosi: POVERTA', CASTITA' e OBBEDIENZA. 

Un proverbio, ripieno di sapienza umana e cristiana, afferma: “ Come si vive, così si muore”. Questa verità, sulla quale tutti noi dovremmo riflettere molto, non si smentisce mai. La morte è  il frutto maturo e il coronamento di un'intera vita.

A conclusione di questo ritratto spirituale di Bettina, vogliamo citare le parole della Liturgia, sempre aperte  alla Speranza cristiana, che è indistruttibile, perchè fondata sulla Pasqua di Cristo, Crocifisso, Morto e Risorto. In Lui, Figlio di Dio e Salvatore nostro “la vita non è tolta, ma trasformata; e mentre si distrugge la dimora di questo esilio terreno, viene preparata un’abitazione eterna nel cielo”. ( Prefazio dei Defunti).

Il grande dottore della Chiesa S.Agostino,  ch sono veramente di conforto per tutti coloro che sentono il vuoto, in seguito alla scomparsa di qualche persona cara:
“ Signore, non ti chiediamo perché l’hai tolta - la vita appartiene a Te-. Ti ringraziamo, con tutto il cuore, per avercela donata”.

La nostra presenza fisica passa dalla scena di questo mondo, ma resta incancellabile la scia del nostro passaggio, costituita concretamente dalle opere che avremo compiuto. AMEN.
                                                        P. Severino Consolaro          
                                                                         P. Severino Consolaro o. f. m.