lunedì 8 ottobre 2012

Abramo, nostro padre nella fede




          2 -  ABRAMO, NOSTRO PADRE NELLA FEDE.
                                   
                            L’ ITINERARIO DELLA FEDE

In questo breve trattato, vogliamo esaminare la figura di Abramo, come è narrata nel libro della Genesi, dall’ottica della FEDE. In realtà, tutte le
vicende che toccano la vita del Patriarca, dalla chiamata di Dio ad uscire dal suo paese, dalla sua terra, non si possono capire, né interpretare, se non vengono approfondite sotto la luce della FEDE.
  Abramo è il personaggio con il quale Dio inizia a tessere la storia della salvezza, nella quale è coinvolta tutta l’umanità. Con Abramo, Dio RIVELA il suo PROGETTO, che realizza poi in tutto l’arco della storia umana. La vicenda di Abramo non è una semplice biografia, come la intendiamo noi oggi: è molto di più. Il nucleo storico del personaggio certamente rimane.
 Ma la PAROLA DI DIO, che è RIVELAZIONE per gli uomini di tutti i tempi, nella storia di Abramo, ha voluto manifestarci soprattutto il GRANDE VALORE della FEDE, nella quale il santo Patriarca è divenuto il modello.
Perciò, pur tenendo doverosamente presente che Abramo è vissuto 2000 anni prima di Cristo, spiegando la sua storia, noi non facciamo altro che illustrare la FEDE CATTOLICA, che in lui è stata pienamente incarnata.
Anche la Chiesa, nel primo canone liturgico della Celebrazione Eucaristica, Memoriale di tutta la storia della Salvezza, chiama Abramo, “nostro padre nella FEDE”.

 Partendo, quindi, dalla sua vicenda personale, noi veniamo a comprendere la FEDE, nella sua natura, nella sua finalità e nel suo itinerario di sviluppo.

  Non esamineremo tutti i capitoli della Genesi che riguardano Abramo. Ci limiteremo a riflettere, in particolare, sui tre momenti salienti, che scandiscono le tappe principali del suo CAMMINO nella FEDE:

  LA CHIAMATA-PROMESSA, L’ALLEANZA, LA PROVA.


        LA CHIAMATA-PROMESSA:(Gen. cap.12).
      
   “Il Signore disse ad Abram: Vattene dal tuo paese, dalla
    tua patria e dalla casa di tuo padre verso il paese che io ti indicherò. Farò di te un grande popolo e ti benedirò,
   renderò grande il tuo nome e diventerai una benedizione. Benedirò coloro che ti benediranno
   e coloro che ti malediranno maledirò e in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra.
 Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore,
e con lui partì Lot. Abram aveva settantacinque anni quando lasciò Carran”(Gen.12,1-4).

   Non sappiamo in quale modo preciso Dio si è rivelato ad Abramo.
  Egli, quando vuole rivelarsi ad una persona, possiede tutti i mezzi per comunicarsi. Nella sostanza, comunque, si manifesta sempre alla sua mente e al suo cuore.

Rivelandosi, Dio illumina la persona, in modo tale, da farle percepire la sua ASSOLUTA  SANTITA’  e la VERITA’ della PAROLA che le annuncia.
“Vattene dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di tuo padre,verso il paese che io ti indicherò”(Gen.12,1).
 
 Dio si rivela ad Abramo e lo chiama ad uscire dal mondo idolatra e pagano in cui viveva, per mettersi in un cammino di liberazione da ogni forma di schiavitù: culturale, morale, spirituale, sociale, religiosa.
  Il fine per il quale Dio chiama Abramo, è quello di manifestarsi gradualmente a lui (e a tutta l’umanità), come l’UNICO DIO, CREATORE DEL CIELO E DELLA TERRA.

 Ogni vita umana è chiamata da Dio a compiere questo CAMMINO di LIBERAZIONE: dalla schiavitù dei vari IDOLI, che tentano sempre di imprigionarla, alla libertà di AMARE, con tutto il cuore, Dio e i fratelli.

La FEDE è il DONO di Dio, che ci illumina e ci fortifica, proprio per aiutarci a percorrere questo difficile CAMMINO di LIBERAZIONE ed incontrare Lui.

Come Abramo, ogni persona deve uscire da se stessa, dal proprio egoismo, dagli interessi e dalle false sicurezze, fondate soltanto sul benessere economico-materiale, deve rendersi conto che da sola non si può salvare.
Per crescere, ognuno ha bisogno di confrontarsi con il Trascendente (Dio) e con le persone e le realtà, nelle quali vive. 
Se non si esce da se stessi, in uno scambio continuo di ricevere e di dare agli altri, non è possibile crescere e maturare come persone.

 La Relazione fondamentale, dalla quale dipendono tutte le altre relazioni, è, senza alcun dubbio, quella che si stabilisce con Dio, nel sacrario della propria coscienza. E’ lì che si maturano le decisioni, le scelte, e quindi gli impegni di vita, che qualificano ogni persona.

 Proprio per stabilire una RELAZIONE VITALE con noi, Dio ci ha creati a sua Immagine e Somiglianza, capaci, cioè, di accogliere il suo Amore e di rispondere a questo Amore, in un DIALOGO INEFFABILE.
  
La FEDE si innesta proprio qui, perché è il DONO che ci rende figli di Dio, e come tali ci innalza a vivere nell’intimità della Famiglia di Dio PADRE, FIGLIO e SPIRITO SANTO.
 “Se uno mi ama vivrà secondo la mia Parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui”(Gv. 14,23).

 Come Dio ha chiamato Abramo, così chiama anche noi “dal futuro”, (che Lui conosce e che noi non conosciamo), perchè collaboriamo con Lui nel realizzare il PROGETTO, che ha su ciascuno di noi, secondo i DONI ricevuti. Questo PROGETTO di vita, è strettamente PERSONALE, perché ogni persona è UNICA ed IRREPETIBILE. Ma diventa anche PROGETTO ECCLESIALE, per il Mistero della COMUNIONE DEI SANTI IN CRISTO, nel quale veniamo inseriti mediante la FEDE.
Tutti, infatti, siamo chiamati a realizzarci INSIEME, UNITI IN CRISTO SALVATORE.  
 
 E’ il MISTERO DELLA CHIESA CATTOLICA, alla quale ci gloriamo di appartenere. S. Paolo afferma questa verità della COMUNIONE DEI SANTI IN CRISTO, il FIGLIO costituito dal Padre come il FONDAMENTO, sul quale ognuno è chiamato a costruire la propria vita.

“Infatti, nessuno può porre un FONDAMENTO DIVERSO da quello che già vi si trova, che è GESU’ CRISTO”(I Cor. 3,11).

Per conseguenza, ogni PROGETTO PERSONALE, dobbiamo sempre confrontarlo con questo PROGETTO DI DIO PADRE di SALVARE TUTTI IN CRISTO, PER CRISTO e CON CRISTO

   La vita ci è stata DONATA da Dio, tramite i genitori.     Questo significa che noi non ne siamo i padroni, ma semplicemente gli amministratori. Per cui, è una grossa falsità dire: ” La vita è mia e la vivo come voglio”!...   

   Anche la FEDE è un DONO. Non si può credere, se non PER GRAZIA DI DIO.
E’sempre LUI il Primo Protagonista, sia della Storia come della Salvezza di ogni persona umana. Ecco perchè ogni vita è VOCAZIONE, ossia una CHIAMATA da parte di Dio.

 S. Paolo afferma con molta chiarezza la gratuità della FEDE:”Nessuno può affermare: GESU’ E’ IL SIGNORE, se non sotto l’azione dello Spirito Santo”(ICor.12,3).
  Gesù stesso, a Pietro che lo confessa FIGLIO DI DIO, risponde:“Beato te, Simone, figlio di Giona, perché né la carne, né il sangue te l’hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli”(Mt.16,17).

 S. Agostino, riferendosi alla FEDE come puro dono di Dio, afferma:“Se tu cerchi Dio, è perché LUI  ti ha già cercato. Se incontri Dio, è perché LUI ti ha già incontrato”.
  Ecco perché la FEDE bisogna implorarla incessantemente da Dio nella preghiera.

 Per chiedere il DONO della FEDE, proponiamo la preghiera, ormai famosa, di S. Anselmo, dottore della Chiesa, che ne esprime molto bene la sostanza.

  Signore, insegnami a cercarti e mostrati quando ti cerco:
  non posso cercarti se Tu non me lo insegni,
  né posso trovarti se Tu non ti mostri.
 Che io ti cerchi desiderandoti
 e ti desideri cercandoti,
 che ti trovi amandoti”
  Abramo certamente non ha fatto questa preghiera, ma ne ha vissuto gli atteggiamenti spirituali di fondo, che essa esprime: la fiducia in Dio e l’affidamento a Dio, nella piena docilità e obbedienza alla sua Parola

Questo atteggiamento interiore di totale disponibilità, Dio lo richiede ad ogni persona che riceve il Dono della FEDE, per poter vivere in comunione con Lui. 
  La RISPOSTA dell’uomo alla chiamata di Dio, mediante la FEDE, è sempre libera e coinvolge tutte le sue facoltà: INTELLETTO, VOLONTA’, CUORE.

  Con l’INTELLETTO, l’uomo conosce la RIVELAZIONE di Dio.
 La conoscenza non ci può essere senza l’uso della ragione, necessario supporto della FEDE.

  S. Agostino, sottolineando il ruolo della ragione, afferma: “La fede che non è pensata è nulla”.
 E in un altro passo dice: L’uomo dà l’assenso riflettendo e credendo riflette”.

Nel grado in cui il cristiano vive e coltiva il dono della FEDE, non soltanto entra in una comunione sempre più piena con Dio, ma diventa anche convincente nell’annunciarla agli altri.
  “Adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della (FEDE) e della SPERANZA che è in voi”(I Pt.3,15).
  Che dire, allora, di tanti cattolici, i quali vivono tranquillamente indifferenti, in un’ignoranza spaventosa circa le VERITA’ DELLA FEDE?!…

   Noi, che viviamo molti secoli dopo il Patriarca Abramo, e soprattutto che viviamo dopo la venuta di Cristo, abbiamo motivi ben più grandi, per accogliere la chiamata di Dio alla FEDE.
   E’ stato scritto giustamente:
  Noi non crediamo per delle ragioni, ma abbiamo molte ragioni per credere”.
 
Sono i cosiddetti SEGNI DI CREDIBILITA’, i quali possiamo sintetizzarli in questa verità:  IN CRISTO, che ha veramente e radicalmente cambiato la Storia umana, si sono pienamente avverate tutte le Profezie, annunciate non soltanto ad Abramo, ma a tutti i Profeti dell’ANTICO TESTAMENTO.

   Nella Storia umana, al di fuori di Cristo e del suo Vangelo, vediamo propagarsi errori e falsità di ogni genere, idolatrie, vizi e ogni forma di violenza.  Anche chi non crede nella RELIGIONE CATTOLICA, se è intellettualmente onesto, non può negare che CRISTO è al di sopra di tutti i fondatori di Religioni.
E’ UNICO E INARRIVABILE, NELLA SUA GRANDEZZA UMANA E MORALE.

 Come esistono diversi gradi di conoscenza (sensibile, intellettuale, simbolico-mistica), così, nel cammino della fede, esistono diversi gradi di verità.
 Ognuno raggiunge il grado di verità, proporzionato alla sua apertura al DONO DELLO SPIRITO.

 “Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore”(Gen.12,4).
  Abramo non oppone alcuna resistenza, né sta a tergiversare davanti alla chiamata di Dio: la mette subito in atto. Si fida totalmente di Dio.
 E’ l’OBBEDIENZA DELLA FEDE.

  Anche l’uomo, nel CREDERE, decide, con la  VOLONTA’, di accogliere la RIVELAZIONE di Dio, e di sottomettere il CUORE alla PAROLA ASCOLTATA.
 “Con il CUORE si crede per ottenere la Giustizia e con la BOCCA si fa la PROFESSIONE DI FEDE per essere salvati”(Rm.10,10).

Più l’uomo dà il proprio assenso alla VERITA’ RIVELATA, più acquista SENSO, VALORE e UNITA’ la sua vita.
 Dio non lo possiamo percepire direttamente con i nostri SENSI, né possiamo comprenderlo con il nostro INTELLETTO. Avvertiamo, però, la sua Presenza nel nostro SPIRITO, quando ci apriamo a LUI, nella sincerità del cuore.
 “I veri adoratori ADORERANNO IL PADRE IN SPIRITO E VERITA’”(Gv .4,23).
              
“Vattene…verso il paese che io ti indicherò”(Gen.12,1)

  La TERRA, PROMESSA da Dio ad Abramo, in questo mondo è, come ben sappiamo, la TERRA DI CANAAN o PALESTINA, nella quale egli si stabilirà, e nella quale nascerà il MESSIA, GESU’ CRISTO, SALVATORE DELL’UMANITA’.
 Questo paese, infatti, gli viene in seguito indicato:
“Alla tua discendenza io do questo paese dal fiume d’Egitto al grande fiume, il fiume Eufrate”(Gen.15,18).

Il CAMMINO di Abramo verso la TERRA PROMESSA, profeticamente rappresenta il CAMMINO di tutti i popoli della terra, verso GESU’ CRISTO, CENTRO e  VERTICE di tutta la storia.

Nel libro di Tobia è preannunciato il PELLEGRINAGGIO DI TUTTI I POPOLI VERSO LA CITTA’ SANTA DI GERUSALEMME:

“Come luce splendida brillerai sino ai confini della terra;
nazioni numerose verranno a te da lontano;
gli abitanti di tutti i confini della terra
verranno verso la dimora del tuo Santo Nome,
portando in mano i doni per il Re del cielo”(Tb.13,13).

La TERRA PROMESSA simboleggia la VITA ETERNA, che GESU’ CRISTO ha meritato con la sua REDENZIONE, per tutti coloro che seguono Abramo nel CAMMINO DELLA FEDE.
  Tutte le Benedizioni, promesse da Dio al Patriarca, trovano il loro ultimo e pieno compimento nella partecipazione alla GLORIA SENZA FINE CON DIO E CON TUTTI I SANTI.
 “Farò di te un grande popolo e ti benedirò;
renderò grande il tuo nome e diventerai una benedizione.
Benedirò coloro che ti benediranno e coloro che ti malediranno maledirò e in te si diranno benedette
tutte le famiglie della terra”(Gen.12,2-3).

 Abramo è vecchio, la moglie Sara è sterile. Ma nulla è impossibile a Dio.
 Egli annuncia ad Abramo che sarà capostipite di un grande popolo, il popolo delle Benedizioni o popolo eletto, promettendogli un figlio. L’esistenza e l’avvenire di questo popolo dipendono proprio dal suo atto assoluto di FEDE, che rompe tutti i legami terrestri, per affidarsi solamente e totalmente a Dio.
 Per fede Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava”(Ebr.11,8-9).
   
La maledizione di Dio, che pendeva sull’umanità, dopo il peccato di Adamo ed Eva, ha continuato a propagarsi. I suoi effetti devastanti li troviamo nel delitto di Caino, nel racconto emblematico della Torre di Babele e nel castigo del diluvio universale.

 Con Abramo, la maledizione di Dio si tramuta in Benedizione per tutta l’umanità, grazie alla sua FEDE.

La FEDE è la vera, grande Benedizione di Dio, che ci rende suoi figli, e come tali, partecipi della sua vita divina ed eredi della BEATITUDINE ETERNA.
 Sorgente di tutte le Benedizioni, accordate da Dio ad Abramo, è GESU’ CRISTO, il MESSIA, il SALVATORE dell’umanità, che nascerà dalla sua stirpe.
Questo è il senso della Profezia:

 “In te si diranno benedette tutte le famiglie della terra”.(G..12,3).

Queste Benedizioni le erediteranno tutti coloro che, pur non appartenendo al popolo di Abramo, vivranno la FEDE di Abramo, nella disponibilità e nell’obbedienza amorosa a Dio.  
Per questo S. Paolo ci dice: “Sappiate dunque che figli di Abramo sono quelli che vengono dalla FEDE”(Gal.  3,7).
  
La FEDE ci fa rinascere come FIGLI DI DIO.
“E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se veramente partecipiamo alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria”(Rm. 8,17).

  Vivere la FEDE significa aprirci al GRANDE AMORE del PADRE, che ci ha DONATO il suo FIGLIO e, tramite LUI, ci dona lo SPIRITO SANTO.
Questo è il GRANDE SEGRETO, per essere veramente felici. Vuol dire, infatti, SCOPRIRE che siamo stati creati da DIO-AMORE, PER ESSERE DA LUI AMATI E PER AMARLO.

  Chi vive la FEDE, vince tutte le seduzioni del mondo, perché ha con sé la forza stessa di Dio.
“Tutto ciò che è nato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha sconfitto il mondo: la nostra fede”.
(I Gv.5,4).
                                                                                         
            L’ ALLEANZA(Gen. cap. 15).

Dopo tali fatti, questa parola del Signore fu rivolta ad Abram in visione: Non temere, Abram, io sono il tuo scudo; la tua ricompensa sarà molto grande”(Gen.15,1).

   Dio rinnova le PROMESSE ad Abramo. Gli dà garanzia che Egli sarà, per sempre, il suo DIFENSORE e la sua SICUREZZA.  La RICOMPENSA, per la sua FEDE sarà, incalcolabile.

 Abramo, pur non vedendo ancora realizzate le PROMESSE, continua a fidarsi di Dio e ad affidarsi a Dio.    

  La FEDE rende reali e presenti, anche gli eventi futuri, che sono oggetto della SPERANZA.  
  “La FEDE è il FONDAMENTO delle cose che si sperano e la PROVA di quelle che non si vedono”(Ebr.11,1)
 La FEDE non è una semplice PROMESSA: è una CERTEZZA, perché fondata, non sulla parola labile dell’uomo, ma sulla PAROLA ETERNA DI DIO, che ha creato e costituito tutte le realtà riguardanti l’uomo e l’universo. Ecco le parole di Gesù che esprimono questa certezza: Tutto quello che domandate nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi sarà accordato”(Mc.11,24).
 
  S. Paolo, nella Lettera ai Romani, esalta Abramo per la sua FEDE, che lo rende MODELLO di ogni credente.

“Abramo ebbe fede, sperando contro ogni speranza e così divenne padre di molti popoli, come gli era stato detto: così sarà la tua discendenza. Egli non vacillò nella FEDE, pur vedendo già come morto il proprio corpo - aveva circa cento anni - e morto il seno di Sara. Per la promessa di Dio non esitò con incredulità, ma si rafforzò nella FEDE e diede gloria a Dio pienamente convinto che quanto Egli aveva promesso era anche capace di portarlo a compimento. Ecco perché gli fu accreditato come giustizia”(Rm. 4,18-229).

  La FEDE giustifica(=rende giusto) Abramo, e quindi ogni uomo, (anche prima della venuta di Cristo), non per i suoi meriti o per le opere da lui compiute, ma per la REDENZIONE DI CRISTO. E’, quindi, la FEDE IN LUI che ci salva.
“Ecco, soccombe colui che non ha l’animo retto, mentre il giusto VIVRA’ PER LA SUA FEDE”(Ab.2, 4).

 Ciò non significa, però, che l’uomo si può esimere dalla responsabilità di collaborare con Dio per la propria salvezza.
S. Agostino lo dice chiaramente: Dio, che ti ha creato senza di te, non ti salverà senza di te”. Questo, perché Dio rispetta la libertà di ogni persona, pur cercando di salvarla in ogni modo. La rispetta fino al punto di lasciarle la tremenda possibilità di dannarsi. Ma, se ciò avverrà, sarà soltanto perché essa ha rifiutato il suo AMORE MISERICORDIOSO fino alla fine della propria vita.  

 Abramo, invece, ha risposto a Dio in pienezza, CON L’OBBEDIENZA DELLA FEDE.

 Per questo, Dio stringe con lui un’ALLEANZA di AMORE.   

 Il capitolo 15 della Genesi ci descrive il rito antico, che vigeva a quel tempo, per stipulare l’ALLEANZA.

 Lo scopo per il quale Dio si rivela è precisamente quello di stringere un patto di ALLEANZA con l’uomo, con ogni uomo.

 Uno dei concetti fondamentali per comprendere la BIBBIA è proprio il concetto di ALLEANZA.
 Nella Storia della Salvezza, man mano che Dio SI RIVELA all’uomo, gli propone una forma di ALLEANZA sempre più perfetta.

 Nel VECCHIO TESTAMENTO troviamo tre ALLEANZE:

 - La prima ALLEANZA con Noè, dopo il diluvio, chiamata: ALLEANZA COSMICA, perché stipulata con tutte le creature dell’universo. Segno: L’Arcobaleno.

  - La seconda ALLEANZA con Abramo e tutti i suoi discendenti nella genealogia del popolo eletto. Segno: la Circoncisione.

  - La terza ALLEANZA con Mosè, sul Monte Sinai, per tutto il popolo ebraico. Segno: Le due Tavole della Legge (I dieci Comandamenti).

Nel Nuovo Testamento, DIO PADRE ci dona il proprio FIGLIO GESU’ CRISTO e, nel suo SANGUE REDENTORE, ratifica la NUOVA ED ETERNA ALLEANZA con tutta l’umanità.
 La RISPOSTA che Egli si attende da noi è la FEDE, che ci fa accogliere SUO FIGLIO come nostro SALVATORE.
Questa ALLEANZA, NEL DONO TOTALE DI SE,’ si perpetua nel MISTERO dell’ EUCARISTIA, che rimane IL SEGNO PERENNE e VIVENTE della sua PASQUA DI REDENZIONE.

Ecco le parole con cui GESU’ CRISTO l’ha istituita:
 “Poi, preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me. Allo stesso modo dopo aver cenato, prese il calice dicendo: Questo calice è la NUOVA ALLEANZA NEL MIO SANGUE, che viene versato per voi”(Lc.22,19-20)

  GESU’ EUCARISTIA è il GRANDE MISTERO
  DELLA FEDE,
 dal quale la Chiesa attinge continuamente la GRAZIA per vivere, se pur nella condizione della fragilità umana, l’ ALLEANZA di AMORE CON DIO.
E’da questo MISTERO, che essa riceve la forza di ANNUNCIARE e TESTIMONIARE, nella FEDE, il VANGELO di Cristo al mondo, FINO AL COMPIMENTO della SALVEZZA, alla fine del tempo.  
                                  

                             LA PROVA (Gen. Cap.22)


    Il capitolo 22 della Genesi ci descrive, in uno stile commovente e insieme drammatico, la PROVA SUPREMA della FEDE di Abramo: il sacrificio del figlio ISACCO.

  E’ Dio stesso che mette alla prova Abramo. Gli ordina di immolare a Lui il figlio della PROMESSA, quel figlio, che è nato per SUO PURO DONO, dalla moglie Sara, ormai vecchia e sterile. Quel figlio, che rappresenta per Abramo l’unico sostegno e l’unica sicurezza nel suo futuro.

Dio, che è un ottimo pedagogo, fino a questo momento, ha preparato il Patriarca a questa PROVA SUPREMA, attraverso distacchi, gradualmente sempre più radicali: la terra, la famiglia e i parenti, tutte le sicurezze umane, economiche e sociali. Abramo ha risposto sempre con l’OBBEDIENZA della FEDE, che lo ha reso forte.  

 Ora, però, Dio gli chiede il sacrificio del figlio, la PROVA della FEDE, oltre la quale non poteva chiedergli più nulla.     
  Per divenire veramente “padre nella FEDE”, Abramo doveva staccarsi da tutti e da tutto, per porre la sua totale e unica sicurezza in DIO.
  
 Il capitolo 22 della Genesi ci descrive, in uno stile profondamente toccante e drammatico, il dialogo di Abramo con il figlio Isacco, mentre lo sta conducendo sul monte Moria, per immolarlo, Le viscere di Abramo, davanti alla prospettiva di immolare l’unico figlio, sono in tumulto.
Ma la sua FEDE è più grande. Il suo cuore sembra voler cedere, ma la sua FEDE è più forte.
 Abramo riflette, per comprendere meglio l’agire di Dio.

  Se gli ha donato il figlio promesso, concepito prodigiosamente dal grembo di Sara, impotente a generare, perché vecchia e sterile, Egli può anche farlo risuscitare dai morti.

 Sul monte dell’immolazione, Dio “ PROVVEDERA’”… Così, Abramo, liberatosi da tutti gli impedimenti che lo legano, compie un atto di FEDE
perfetta, che diventa OBBEDIENZA EROICA a Dio. Un atto che apre il suo cuore ad AMARE DIO IN MANIERA ASSOLUTA, AFFERMARNDO LA SUA SIGNORIA SU TUTTE LE CREATURE.
Ecco perché, come premio alla sua FEDE, Dio ri-dona ad Abramo il figlio e con lui rinnova tutte le PROMESSE.

 S. Teresa d’Avila  dice: “Dio si dona tutto a chi si dona tutto a Lui”.
  Dio non toglie nulla all’uomo, se non per donargli di più, perché Lui è PURO DONO.

 Certamente da quel momento Abramo ha visto e amato Isacco in una maniera incomparabilmente superiore di prima, perché ha compreso che gli era stato da Dio DOPPIAMENTE DONATO.                  

Nel sacrificio di ISACCO, noi vediamo una chiara figura del SACRIFICIO DI GESU’ CRISTO (=la Pasqua). Con la differenza che Abramo non ha ucciso ISACCO, mentre Dio Padre ha sacrificato il FIGLIO per noi peccatori.
 Il CAMMINO di FEDE di Abramo è quello di tutti coloro che vogliono vivere nella FEDE di Cristo.
Ogni CAMMINO di FEDE incontra il momento dell’oscurità e della prova, che giunge fino al punto di mettere in gioco la propria vita. I Santi mistici l’hanno descritta come la NOTTE DELLA FEDE.
Rinunce, sofferenze, dubbi, incomprensioni, momenti di abbandono, paure, ostilità che nascono da gelosie…sono tutte prove che Dio permette, perché la nostra FEDE si purifichi e cresca, fino a trasformare tutta la nostra vita in un SACRIFICIO A DIO GRADITO.

Ogni cristiano deve porsi anche davanti alla possibilità concreta di dover dare la propria vita per difendere la FEDE, come l’hanno donata tanti MARTIRI.

 Non possiamo chiudere il tema trattato sulla FEDE in ABRAMO, senza accennare, anche se molto sinteticamente, alle altre virtù, che rifulgono nella figura del Santo Patriarca. Virtù, sempre informate e guidate dalla FEDE, che veramente trasforma una persona, rendendola IMMAGINE TRASPARENTE di Dio.

ABRAMO è l’uomo che è PELLEGRINO in questo mondo, perché non ha qui la sua stabile dimora. E’la persona che prende coscienza che la vita è un CAMMINO nel quale non deve mai adagiarsi, soddisfatta delle proprie conquiste.
ABRAMO è l’uomo POVERO, che si stacca gradualmente da tutto, per consegnarsi, alla fine, a Dio, nella propria radicalità. Non ha più nulla di proprio, nemmeno il terreno, per seppellire la moglie Sara, dove poi verrà sepolto lui stesso (Gen- cap. 23).
ABRAMO è l’uomo di PACE, che evita tutte le liti e le contese. (Gen. c.13). ABRAMO è l’uomo che NON SI RASSEGNA MAI, ma che reagisce e lotta contro le ingiustizie e le sopraffazioni, non solo per sé, ma anche per i suoi discendenti.

ABRAMO è l’uomo che scopre progressivamente la presenza e l’opera di Dio nella sua storia, intimamente connessa con la storia di tutta l’umanità.
 ABRAMO è l’uomo VERAMENTE RELIGIOSO.  RICONOSCE, ADORA E RINGRAZIA DIO con la PREGHIERA e il SACRIFICIO. INTERCEDE per i peccati di Sodoma.(Gen.c.18, 16-33).

Ma, soprattutto,  egli  SI LASCIA GUIDARE dalla PAROLA DI DIO e OBBEDISCE A LUI.
E’ questo che distingue la FEDE dalla SEMPLICE RELIGIOSITA’, che in se stessa può essereVUOTA, EMOTIVA e SCHIAVA di PAURE e SUPERSTIZIONI.

ABRAMO, perciò, è l’uomo che arriva, alla fine, a raggiungere lo scopo supremo per cui è stato creato: AMARE DIO SOPRA OGNI ALTRA COSA.

Che Dio misericordioso conceda anche a tutti noi questa GRAZIA, CHE E’IL VERO COMPIMENTO DELLA VITA.

                                                Fr. Severino Consolaro