sabato 2 agosto 2014



                                        Profilo di Tita Monoriti

La Comunità cristiana di Bovalino Marina ( RC ) non può passare sotto silenzio           
una persona che il Signore ha chiamato alla vita eterna il giorno 04 Aprile del 2011,
dopo sei mesi di grandi sofferenze. Il suo nome preciso è Annunziata Ammendolia.
La gente però la chiamava TITA. Il cognome Monoriti era il cognome di suo marito,
che, di nome, si chiamava Ernesto, deceduto l’11 Dicembre 1996.
Ogni comunità ha bisogno di avere dei modelli di vita incarnata, cui riferirsi e a cui
guardare, come segnali di orientamento, nel cammino difficile dell’esistenza umana.
Di tali figure esemplari hanno bisogno soprattutto i giovani, i quali vivono oggi in un
mondo, che diffonde una cultura dell’ebbrezza. Ebbrezza del consumismo, ebbrezza
del piacere, ebbrezza del divertimento, ma che nasconde troppo i veri e fondamentali.
valori della vita. Valori che trasmette soprattutto il Cristianesimo, mediante l’opera saggia ed illuminata, della Chiesa Cattolica. 
La Tita era veramente una donna di sicuro riferimento per la comunità cristiana di
Bovalino Marina. Una donna che ha trascorso gli anni della sua vita, prodigandosi totalmente e con la massima semplicità, per gli altri, sia come singoli che come comunità.
La costante e solerte attenzione agli altri, la rendeva sempre disponibile al servizio.
Un servizio disinteressato e aperto a tutti, che occupava la maggior parte del suo tempo. Servizio, che spesso preveniva la richiesta di aiuto da parte degli altri.
Donare il proprio tempo per il prossimo significa fare dono agli altri della nostra vita.
E chi dona la vita per i fratelli, la dona a Dio, il quale, nel proprio Figlio Gesù Cristo,
l’ha donata per tutti noi.
La Tita si è prodigata, in un modo tutto speciale, per i malati fisici, psichici e mentali.
Perciò aderiva all’Associazione dell’UNITALSI. A tale Associazione era fiera di appartenere,
anche per il grande amore che nutriva alla Vergine Immacolata di Lourdes. Non mancava mai annualmente di recarsi a tale santuario, luogo privilegiato di Maria, accompagnando ed assistendo, con ogni premura e delicatezza, gli infermi.
Non si contano gli ammalati che hanno potuto recarsi a Lourdes, grazie ai sacrifici personali,
e anche economici, di Tita.
Tutti trovavano in lei una vicinanza materna, che trasmetteva sicurezza e protezione, in ogni istante. Con lo stesso spirito assisteva, nella parrocchia, molti ammalati, portando loro, il Corpo di Cristo, come Ministra straordinaria dell’Eucaristia.
Per questo, al suo funerale, i malati hanno avvertito, più degli altri, il cordoglio per la sua perdita. 
 Ma anche tutti gli altri fedeli, presenti alla celebrazione funebre, erano commossi e manifestavano, sul volto, i segni del pianto, di un pianto però silenzioso, perché mitigato dalla Fede e dalla Speranza cristiana.
Per chi crede, infatti, come credeva Tita, la morte non è un Addio, ma un Arrivederci, perché Cristo è risorto, vincendo per sempre la morte.
Proprio perché partecipato con questa fede, il suo funerale ha assunto una forma di apoteosi.
IL bene incalcolabile che Tita ha compiuto, tutto ciò che ha “costruito” nella Fede, durante la sua vita terrena, si è tramutato per lei in Gloria Eterna.
Tutta la vita di Tita è divenuta un grande atto di glorificazione del Dio-Amore, che si è fatto puro Dono, per tutti noi. Dono, che rifulge nel Mistero della sua Incarnazione, culminata nel Dono supremo e totale di Sé, mediante la sua Pasqua di Morte e di Risurrezione.

Il suo luminoso esempio deve spronare anche tutti noi, che abbiamo avuto la Grazia di essere innestati in Cristo, come tralci alla Vite, con il Santo Battesimo. Siamo chiamati a perseverare nella
Fede, nella Speranza e nella Carità, fino alla piena ed eterna Comunione  con Dio in cielo.
Cristo, mediante la sua Chiesa, per il Mistero della Comunione dei Santi, unisce a Sé tutti i Redenti dal suo Sangue. Sono i pellegrini, che vivono il tempo della prova, in questo mondo.
Proprio questo Mistero della Comunione dei Santi in Cristo ci dà la certezza che Tita gode, in pienezza ed eternamente, l’estasi dell’amore, nella contemplazione di Dio. E’ il giusto premio per i meriti della sua squisita Carità.       

Non possiamo dimenticare che Tita era anche una fervente consorella dell’Ordine Francescano Secolare. Anche dalla spiritualità del Santo di Assisi, Tita ha attinto il carisma peculiare, che lo distingue: la Fraternità.
Per la sua vita santa, che si è fatta dono ai fratelli, ora Tita intercede maggiormente, sia per i propri cari che per tutta la comunità parrocchiale. La sua presenza tra noi, come Testimone del tuo Amore,
Signore, ci ha molto edificato nel bene.

Non dimentichiamo mai che anche ciascuno di noi ha ricevuto da Dio il Dono della vita, per offrirla a Dio che, con la vita, ci ha elargito ogni altro dono. S. Paolo ci dice: Che “cosa mai possiedi tu che non l’abbia ricevuto? e l’hai ricevuto, perché te ne vanti come non l’avessi ricevuto ? " I Cor.4,7)
Davanti a tali Verità, nessuno può dimenticare che, nel tempo, egli si gioca la PARTITA DECISIVA della Vita: la sua SORTE ETERNA.             


                                                         P. Severino Consolaro