lunedì 7 gennaio 2013

DARE GIOIA,CHE GIOIA

                                          DARE GIOIA: CHE GIOIA!
                                     
                                " Dio ama chi dona con gioia"( 2 Cor.9,7).


Qualche anno fa era famosissimo un frate che parlava alla televisione: si chiamava P. Mariano. Ebbene, questo padre, che attirava la simpatia di tutti, aveva un meraviglioso motto, contenuto in sole quattro parole: " Pace e Bene a tutti!"

Verissimo!

La gioia è una merce strana: più ne dai e più ne hai. Seminala nel giardino del vicino, e la vedrai fiorire nel tuo: ci dice il proverbio.

Lo scrittore Nicolò Tommaseo riassumeva tutta la sua teoria sulla gioia in questa frase: de“il più felice dei felici è chi fa la gente felice”. Gesù era ancora più sintetico:” C’è più gioia nel dare che nel ricevere” (Atti 10,35).

D’ora in poi, dunque, non chiedere a Dio di essere felice; basterà chiedere di essere utile: la gioia verrà data per giunta. Il grande poeta indiano Rabindranath Tagore ne ha fatto l’esperienza diretta:
 “ Sognavo che la vita fosse gioia. Mi sono svegliato. La vita era servizio. Ho servito e nel servizio ho trovato la gioia". In Persia raccontano questa tavoletta.

Una volta una ragazzina vide nel bosco una bella farfalla impigliata in un rovo. Il cuore gentile le suggerì di salvarla dalla morte. La liberò dolcemente, e la farfalla si mise a volare. Ma, dopo qualche metro, si trasformò in una dolce fata.

“ Tu mi hai salvato la vita, bambina, generosa. Che cosa posso fare per te?” La bambina le chiede la ricetta della felicità e la fatina le comunica il segreto della gioia permanente. La piccola trascorre una vita comune, sempre pienamente felice.

Diventa una vecchietta sorridente e piena di brio, i familiari si preoccupano di conoscere il segreto della fata, perché non scenda nella tomba con lei. Finalmente la vecchietta cede e racconta. Ecco la formula della felicità: “ Ricordati che ogni persona, anche se sembra molto sicura di sé, ha bisogno di te”. Ogni persona ha bisogno di te. Bisogno della tua gioia. Perché, allora, ad esempio, dopo i tanti telefono azzurro, verde, rosa… non attivare anche il telefono spiritoso : il telefono che risponde dicendo parole allegre, raccontando barzellette, per regalare buonumore a tutti? Proposta strana? Non più di tanto. Chi dà gioia, non solo è un grande benefattore, è anche il più saggio dei rivoluzionari: trasforma la terra nella prova generale del Paradiso.

Il Paradiso, infatti, sarà tante cose (la prima: il goderci Dio stesso), ma sarà anche un’eterna risata. Ce lo assicura questa simpaticissima favola cinese.

Un generale, morto e giudicato, era stato assegnato al Paradiso ma, arrivato davanti a S. Pietro, gli venne un desiderio e lo espresse: metter prima, per pochi minuti, il naso al di là della porta dell’Inferno,

così, solo per farsi un’idea di quel triste luogo.

“Accontentato!” rispose S. Pietro. Si affacciò, dunque, alla porta dell’Inferno e vide un’immensa sala con tante lunghe tavole.

Su di esse reano posate scodelle di riso cotto, ben condito, profumato, invitante.

I convitati erano lì, seduti, pieni di fame, due davanti ad ogni scodella, no di fronte all’altro. Ma che? Per portare io riso alla bocca disponevano – alla maniera cinese – di due bastoncini talmente lunghi che, per quanti sforzi facessero, neppure un grano di riso arrivava alla bocca. Qui era il supplizio, qui era l’inferno.

“ Ho visto, mi basta!”, disse il generale; ritornò alla porta del Paradiso e la oltrepassò. Stessa sala, stesse tavole, stesso riso, ma i convitati erano allegri, si sorridevano e mangiavano. Perché? Perché ciascuno,colto il cibo con i bastoncini, lo porgeva alla bocca del compagno che gli stava di fronte e ci arrivava benissimo.

Questa non è una favola, questa è una storia vera! Alessandro Manzoni diceva: ” Se più che a star bene, si pensasse a far bene, si starebbe meglio”