mercoledì 27 marzo 2013

BUONA PASQUA 2013

                                             
                                  BUONA PASQUA 2013



                                                         Carissimi,

la Pasqua di Gesù dona la risposta vera, ultima e completa alla Creazione, alla nostra vita e a tutta la Storia. In Cristo, tutti siamo rinati " per una speranza viva, per una eredità che non si corrompe”
( I Ptr. 1,3- 4 ).
Questo è il fondamento della nostra fede, la ragione della nostra speranza e il motivo della nostra carità.
Infatti, “ se Cristo non è risorto, vuota è allora la nostra predicazione, vuota anche la vostra fede” ( I Cor. 15,14).
Senza questa esperienza, la croce di Gesù e le nostre sarebbero una tragedia e la vita cristiana un assurdo.
Per questa, invece, possiamo cantare con la Liturgia: “ Salve, Crux, spes unica! “ Salve, o Croce, nostra unica speranza!”
La risurrezione è il grande” SI’”di Dio Padre a suo Figlio e, in Lui, a noi. Per questo, è anche il tema dell’annuncio e il fondamento della nostra fede. Gesù è veramente risorto. Gli Apostoli, gli evangelisti, tutta la schiera di Santi e, in primo luogo, di Martiri della Chiesa, confermano, con la vita e con il sangue, l’autenticità della PASQUA DI CRISTO, che è divenuta, perciò, anche la nostra Pasqua. La sua morte, accolta in una totale donazione al Padre e all’umanità, è esplosa nella FESTA DELLA VITA, ma della VITA ETERNA. L’AMORE Ha VINTO PER SEMPRE LA MORTE.

Allora CANTIAMO AL SIGNORE, CON GIOIA INCONTENIBILE: ” GESU’ E’ RISORTO, ALLELUJA!”
Io auguro a voi, con tutto il cuore, la GIOIA e la PACE, che sono i veri frutti della Pasqua di Gesù.


                                                                                            P. Severino Consolaro o.f.m.

lunedì 25 marzo 2013

LETTERA-TESTAMENTO DI UN DROGATO

                          LETTERA-TESTAMENTO DI UN DROGATO



E’ la lettera-Testamento di un giovane drogato, di nome Giovanni Metti, morto suicida,
in Piacenza il primo di Aprile del 1982.
Pochi istanti prima di darsi la morte con il gas dell’auto, ha scritto, di proprio pugno, la seguente Lettera-Testamento.

“ L’eroina ha distrutto la mia vita, la mia famiglia, il mio amore ed ora ha cominciato ad intaccare anche la mia anima.
Ho perso tutto nella vita, perché non ho avuto il coraggio, la forza di oppormi al male che mi stava conducendo verso l’inferno. Ora sono in un inferno da cui non sono capace di uscire. Se di là c’è veramente l’inferno, a me fa ben poca paura.
Quindi, molto freddamente, forse molto egoisticamente, ma cosciente di ciò che devo fare, ho preso la decisione di chiudere con questa esistenza terrena. Tanto, io sono morto il 12 Gennaio 1976, giorno in cui un amico mi infilò, per la prima volta,un ago in vena. E spinse lo stantuffo… All’inizio, era bellissimo, ma poi, col passare del tempo, mi sono reso conto di che strada avessi preso. Ma ormai era tardi e non sapevo come fare a uscirne. Non lo sapevo fino al giorno in cui ho avuto la certezza che non potevo. So di aver sconvolto la vita di tanta gente a cui voglio bene e che mi voleva bene . Mio padre, mio fratello, mia moglie, purtroppo tutto è stato ucciso dall’eroina…Che Dio mi perdoni e mi aiuti. La punta di un ago porta solo in tre posti: in carcere, in manicomio, al cimitero. I primi due posti non li ho mai conosciuti. Quindi stop. Fermiamoci qui, basta con questa lunga lenta agonia. ( Giovanni Metti ).


“ Vedi, io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male” ( Dt. 30,15).
La libertà è un grande dono che Dio affida all’uomo. Ma gli ha dato anche l’intelligenza, la volontà e la coscienza.
La libertà, senza l’uso di queste tre facoltà, diventa libertinaggio. E’ senza regole e senza freni, perché manca la responsabilità, la coscienza, cioè, che si deve rispondere delle proprie azioni. La libertà, quando è assolutizzata, porta l’uomo sulla china della distruzione e della perdizione.
Vita ne abbiamo una sola. Essa è come una moneta unica, di inestimabile valore, che ci è stata regalata e che noi possiamo spendere una volta sola.

A GESU' CROCIFISSO

                A GESU’ CROCIFISSO



O Gesù, mi fermo pensoso ai piedi della Croce:
anch’io l’ho costruita con i miei peccati!
La tua bontà, che non si difende
e si lascia crocifiggere, è un mistero
che mi supera e mi commuove profondamente.

Signore, Tu sei venuto nel mondo per me,
per cercarmi, per portarmi l’abbraccio del Padre.

Tu sei il Volto della bontà e della misericordia:
per questo vuoi salvarmi!
Dentro di me ci sono le tenebre:
vieni con la tua limpida Luce.
Dentro di me c’è tanto egoismo:
vieni con la tua sconfinata carità.
Dentro di me c’’ rancore e malignità:
vieni con la tua mitezza e la tua umiltà.

Signore, il peccatore da salvare sono io:
il figlio prodigo che deve ritornare, sono io!
Signore, concedimi il dono delle lacrime
per ritrovare la libertà e la vita,
la pace con Te e la gioia in Te. AMEN..



sabato 23 marzo 2013

Lettera di papa Francesco sulla famiglia

Lettera del cardinale Jorge Mario Bergoglio ai quattro monasteri carmelitani di Buenos Aires in occasione del voto al Senato della Repubblica Argentina sulla proposta di legge intesa a legalizzare il matrimonio e le adozioni omosessuali (approvata il 15 luglio 2010).
Traduzione di Massimo Introvigne.

                                          Buenos Aires, 22 giugno 2010

 Care sorelle,

Scrivo queste poche righe a ciascuna di voi che siete nei quattro monasteri di Buenos Aires. Il popolo argentino dovrà affrontare nelle prossime settimane una situazione il cui esito può seriamente ferire la famiglia.
Si tratta del disegno di legge che permetterà il matrimonio a persone dello stesso sesso. È in gioco qui l’identità e la sopravvivenza della famiglia: padre, madre e figli. È in gioco la vita di molti bambini che saranno discriminati in anticipo e privati della loro maturazione umana che Dio ha voluto avvenga con un padre e con una madre. È in gioco il rifiuto totale della legge di Dio, incisa anche nei nostri cuori.

Ricordo una frase di Santa Teresina quando parla della sua malattia infantile. Dice che l’invidia del Demonio voleva vendicarsi della sua famiglia per l’entrata nel Carmelo della sua sorella maggiore. Qui pure c’è l’invidia del Demonio, attraverso la quale il peccato entrò nel mondo: un’invidia che cerca astutamente di distruggere l’immagine di Dio, cioè l’uomo e la donna che ricevono il comando di crescere, moltiplicarsi e dominare la terra.

Non siamo ingenui: questa non è semplicemente una lotta politica, ma è un tentativo distruttivo del disegno di Dio. Non è solo un disegno di legge (questo è solo lo strumento) ma è una «mossa» del padre della menzogna che cerca di confondere e d’ingannare i figli di Dio. E Gesù dice che per difenderci da questo accusatore bugiardo ci manderà lo Spirito di Verità.

Oggi la Patria, in questa situazione, ha bisogno dell’assistenza speciale dello Spirito Santo che porti la luce della verità in mezzo alle tenebre dell’errore. Ha bisogno di questo Avvocato per difenderci dall’incantamento di tanti sofismi con i quali si cerca a tutti i costi di giustificare questo disegno di legge, e che confondono e ingannano perfino persone di buona volontà.

Per questo mi rivolgo a Voi e chiedo preghiere e sacrificio, le due armi invincibili di santa Teresina. Invocate il Signore affinché mandi il suo Spirito sui senatori che saranno impegnati a votare. Che non lo facciano mossi dall’errore o da situazioni contingenti, ma secondo ciò che la legge naturale e la legge di Dio indicano loro. Pregate per loro e per le loro famiglie che il Signore li visiti, li rafforzi e li consoli. Pregate affinché i senatori facciano un gran bene alla Patria.

Il disegno di legge sarà discusso in Senato dopo il 13 luglio. Guardiamo a san Giuseppe, a Maria e al Bambino e chiediamo loro con fervore di difendere la famiglia argentina in questo particolare momento. Ricordiamo ciò che Dio stesso disse al suo popolo in un momento di grande angoscia: «Questa guerra non è vostra, ma di Dio». Che ci soccorrano, difendano e accompagnino in questa guerra di Dio.

Grazie per quanto farete in questa lotta per la Patria. E per favore vi chiedo anche di pregare per me. Che Gesù vi benedica e la Vergine Santa vi conservi.

Con affetto

Jorge Mario Bergoglio, S.J.

Arcivescovo di Buenos Aires

        " Dio creò l'uomo a sua immagine,
          a immagine di Dio lo creò,
          maschio e femmina li creò.
          Dio li benedisse e disse loro:
         Siate fecondi e moltiplicatevi, 
        riempite la terra " (Gen. 1, 27-28 ).





















giovedì 21 marzo 2013

IL DIGIUNO GRADITO A DIO

Soltanto attraverso l'esercizio della volontà, si diventa veramente responsabili delle proprie azioni.  E q uesto  è il vero concetto di LIBERTA': Fare le scelte secondo INTELLIGENZA e COSCIENZA. Il VALORE di ogni persona corrisponde precisamente ai VALORI sui quali egli fonda la sua vita. Il che significa che ognuno si gioca la vita sulla sua LIBERTA'.

DOCUMENTANDOSI E....... INFORMANDOSI

           Tutte le persone e, in particolare, gli operatori dei mass-media, hanno un'enorme responsabilità, nel comunicare. Devono usare l'intelligenza e la coscienza, per diffondere ciò che è VERO e ciò che è BUONO, secondo la LEGGE NATURALE e la LEGGE MORALE. E anche chi ascolta e recepisce le notizie, deve usare le stesse facoltà, per discernere il VERO e il BUONO.
Quante affermazioni sono manipolate e condizionate dall'IDEOLOGIA, " LA SCIENZA DEL NULLA"! ( Zichichi). E quante sono condizionate da vari interessi!... Il Vangelo, Libro della Sapienza e della Saggezza, ci insegna a costruire la vita sopra due pilastri: sulla VERITA' e sull'AMORE.
Nella comunicazione, poniamoci tutti l'interrogativo incalzante di Gesù: " E perchè non giudicate da voi stessi ciò che è giusto"? ( Lc. 12, 57 )...  



lunedì 18 marzo 2013

PASQUA è...PASQUA

                                   
                        PASQUA è...

Credere che anche i ladroni possono andare in Paradiso. Dico ladroni perchè mi pare che aggiungere "buoni" sia pleonastico.
E' credere che in tre giorni possono accadere cose che non sono accadute in trenta secoli.
E' credere che i soldi non comprano mai nessuno e se lo comprano è per distruggerlo.
E' credere che anche gli amici veri possono tradire altri amici veri.
La causa: troppa sicurezza nel reputarsi "veri".
E' accettare di iscrivere il dolore dentro la storia della nostra vita, accettarlo
come compagno. C'è un dolore che annulla l'uomo e c'è un dolore che annulla gli errori dell'uomo.
 E' uscire dalla metropoli e percorrere i sentieri oltre le mura:
sentieri di silenzio, faticosi, scoscesi, puliti, stretti.
E' credere Giuda e Pietro, cireneo e soldato, Pilato e Maddalena, sepolcro e giardino, terremoto e sindone, legno e sangue, mors e alleluja.
E' smettere di farsi parola per incominciare a farsi pane, vino, mensa, cenacolo, fuoco, amore.
E' incontrarsi con il giardiniere e scoprirlo Cristo, incontrarsi con un viandante e soprirlo Cristo,
incontrarsi con i vecchi compagni e scoprirli Cristo, incontrarsi con i pescatori e... mangiare con Cristo.
E' asciugarsi il volto pieno di lacrime e...mravigliarsi che dalle lacrime possano nascere...  le risurrezioni.

LA SITUAZIONE ECCLESIALE E POLITICA

                          LA SITUAZIONE ECCLESIALE E POLITICA


            “ Perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto?”...( Lc. 12,57 )


In Italia, stiamo vivendo momenti particolari, sia sotto l’aspetto ecclesiale che sotto l’aspetto politico.

Non dobbiamo mai dimenticarci che Dio parla a ciascuna persona concretamente negli eventi che toccano, sia la nostra storia personale, sia la società e il mondo in cui viviamo.

Non dobbiamo perciò mai chiuderci o estraniarci da ciò che avviene attorno a noi. Dio ci parla con un linguaggio molto profondo, che noi non possiamo percepire, se non ci poniamo sempre in un atteggiamento di ascolto.

Non è possibile comprendere la VOCE di DIO, se non si coltiva la VITA INTERIORE, che ci porta a riflettere e a confrontare tutto ciò che accade IN NOI e ATTORNO A NOI, con la sua PAROLA, che MAI SI SMENTISCE.

Oggi molte persone, e in particolare i giovani, possiedono ed usano i mass-media elettronici, ma, purtroppo, usano poco l’intelligenza, la volontà e la coscienza, per riflettere. La VERITA’ non si trova alla superficie delle realtà. Bisogna cercarla, usando tutte le facoltà e i mezzi che Dio ci ha donato.

E’ dalla riflessione che germogliano il sapere, le idee e i concetti. Ma questa ci illumina soprattutto sull’uso che facciamo della libertà, dalla quale dipende l’esito della nostra vita. Il mondo oggi, mediante i mass-media, ci rovescia continuamente valanghe di notizie e di fatti, che non facciamo neanche tempo a decifrare. Non soltanto.

Gli operatori dei mass-media non ci offrono i criteri umani, morali e educativi, per interpretarli. Il loro fine principale è il profitto. Così avviene che molte persone accolgono tutto ciò che è comunicato, senza porsi delle domande, per capire e discernere se è vero o falso, se è buono o cattivo. Per troppi la coscienza non esiste più, ma esiste soltanto ciò che piace e ciò che interessa.

A tale proposito, Gesù, il più grande Pedagogo, ci pone nel Vangelo molti interrogativi, per indurci a riflettere. Forse la domanda più incalzante di tutto il Libro Sacro è: “Perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto”?( Lc.12,57).
Non possiamo darci delle risposte, se prima non ci poniamo le domande appropriate.

Riguardo agli eventi odierni, concernenti la Chiesa, noi non vogliamo eludere la domanda sulla decisione del papa emerito, Benedetto XVI, che si è ritirato. Come lui stesso ha spiegato, questa scelta l’ha fatta con grande umiltà e responsabilità, dopo lunga riflessione e tanta preghiera.

 Egli, per otto anni di pontificato, ha servito la Chiesa, in momenti molto difficili, con totale dedizione, coraggio e fedeltà. Ha lasciato il potere petrino, soltanto per donare l’ultimo scorcio del suo pellegrinaggio terreno– come lui stesso ha affermato – e continuare a servirla, nella vita contemplativa, fatta di preghiera e di studio.

Il nuovo papa Francesco, all’inizio del suo pontificato, ha già dimostrato, con le parole e con i gesti compiuti, la sua statura spirituale, fondata sul Vangelo. Ha mostrato anche la sua semplicità ed umiltà disarmanti, come segno inequivocabile di un’anima di Dio. Il nome stesso di Francesco, che richiama al più pacifico rivoluzionario della storia, tra i Santi, il Poverello di Assisi, è un segno chiaro dello stile prettamente evangelico, che caratterizzerà il suo pontificato.

Lo Spirito Santo ha scelto un papa, che farà veramente onore  alla Chiesa.

La politica italiana, invece, mostra, in tutta la sua gravità, la grande crisi etica-morale, nella quale vive l’Italia. Crisi morale che ha causato la crisi economico-finanziaria. Senza il rispetto dei Comandamenti di Dio, che regolano i rapporti di giustizia e di solidarietà tra le persone, crescono le truffe e gli imbrogli di ogni genere, perché cresce, nelle persone, l’egoismo e l’avidità di possedere.

Tra i politici poi non c’è più intesa. I partiti sono diventati delle caste intoccabili, con tanti privilegi che, alla fine, si trasformano in vere truffe per i più poveri. L’ideologia e i vari interessi causano, tra i partiti, divisioni e contrapposizioni, che sembrano insanabili.

Siamo prossimi ad un’altra Pasqua, mistero del perdono, mistero della riconciliazione, mistero dell’amore immenso che Dio Padre ha per ognuno di noi, fino a consegnare il Figlio all’immolazione sulla croce.

E’in Gesù crocifisso che il Padre rinnova continuamente la vita del mondo e dell’uomo, mediante la misericordia e il perdono. Il papa Francesco, a commento del Vangelo della peccatrice adultera, ci ha detto che Dio non si stanca mai di perdonarci. Siamo noi che ci stanchiamo di chiedergli perdono.

Pasqua è il passaggio dalla morte alla vita, dal peccato alla grazia, dalle tenebre alla luce, passaggi obbligati per chi vuole vivere sulla strada della sequela di Cristo.

Frutti della Pasqua devono essere per noi il perdono, la misericordia, la comprensione delle persone. Tutto ciò diventa servizio di amore nei loro confronti.

E’ ciò che auguro a te, con tutto il cuore, perché il mistero della Pasqua diventi la realtà che continuamente ti rinnova e ti ridona il vero frutto della Pasqua, che è la PACE.

                                                                                                     P. Severino Consolaro

lunedì 11 marzo 2013

COSI' IL PADRE CI AMA


" Signore, Tu mi scruti e mi conosci,
  Tu sai quando seggo e quando mi alzo.
Penetri da lontano i miei pensieri,
mi scruti quando cammino e quando riposo".
                                            ( Sal. 139, 1- 3 ).

 Dio ci vede e ci conosce tutti, uno ad uno.
Chiunque tu sia, Egli ti vede
individualmente.

Egli ti chiama con il tuo nome.

Egli ti comprende come realmente ti ha fatto.

Egli conosce ciò che è in te, tutti i tuoi
sentimenti e pensieri più intimi, la tua
forza e la tua debolezza.

Egli ti guarda nel giorno della gioia e
nel giorno della tristezza, ti ama nella
speranza e nella tua tentazione,
s'interessa di tutte le tue ansietà, di tutti
gli alti e bassi del tuo spirito.

Egli ha perfino contato i capelli del tuo
capo e misurato la tua statura, ti circonda
e ti sostiene con le sue braccia, ti solleva
e ti depone.

Egli osserva i tratti del tuo volto, quando
piangi e sorridi, quando sei malato
e quando godi buona salute.
Con tenerezza Egli ti guarda, sente la tua
voce, il battere del tuo cuore, ode perfino
il tuo respiro...

Tu non ami te stesso
più di quanto Egli ti ama.

Tu non puoi fremere innanzi al dolore
come Egli freme vedendolo venire sopra
di te. 

E se tuttavia te lo impone, è perchè anche
tu, se fossi davvero sapiente, lo
sceglieresti per un maggior bene futuro.
   
              Card. J. N. Newman

domenica 10 marzo 2013

Preghiera per la famiglia

                           Preghiera per la famiglia 

" Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui fa molto frutto,
              perchè senza di me non potete far nulla" ( Gv. 15, 5 ).

Signore, nella nostra famiglia
sentiamo il bisogno della salute,
di un domani sicuro,
abbiamo bisogno di tanta pace e armonia.

Ma quando avessimo anche tutto questo,
ci sembra che ci manchi ancora qualcosa.
Ci manchi Tu...

Abbiamo bisogno di credere in Te,
di sentirti vicino e amico,
Perchè la vita senza di Te
è come un camminare senza compagnia,
come un tenere dolore e gioia dentro di noi.

Abbiamo bisogno della tua presenza, per non essere soli.
Del tuo rimprovero, per conoscere i nostri limiti.
Del tuo perdono, per non avvilirci nel peccato.
Della tua parola, per conoscere la strada.
Della tua gioia per non soccombere alla prova.
Della tua pace, per vivere sereni e sicuri.

Abbiamo bisogno di Te, Gesù Cristo,
Maestro e Guida, Pastore e Porta dell'ovile,
Servo innocente e Agnello senza macchia,
Parola del Padre, fatta carne visibile,
Figlio di Dio e figlio di una donna, Maria.

Donaci una fede semplice e forte,
che sia patrimonio comune di tutti.
Fà che la nostra famiglia
sia un cenacolo di credenti.
Fà di ciascuno di noi, della nostra fede,
un seme che muore, si moltiplica,
e riveste di frutti il mondo intero.
                 AMEN.

venerdì 8 marzo 2013

LETTERA ALLE DONNE


                LETTERA DEL PAPA GIOVANNI PAOLO II

                              ALLE DONNE



A voi, donne del mondo intero,

il mio saluto più cordiale!

1. A ciascuna di voi e a tutte le donne del mondo indirizzo questa lettera nel segno della condivisione e della gratitudine, mentre si avvicina la IV Conferenza Mondiale sulla Donna, che si terrà a Pechino nel prossimo mese di settembre.

Desidero innanzitutto esprimere il mio vivo apprezzamento all'Organizzazione delle Nazioni Unite, che ha promosso una iniziativa di così grande rilievo. Anche la Chiesa intende offrire il suo contributo a difesa della dignità, del ruolo e dei diritti delle donne, non solo attraverso lo specifico apporto della Delegazione ufficiale della Santa Sede ai lavori di Pechino, ma anche parlando direttamente al cuore e alla mente di tutte le donne. Recentemente, in occasione della visita che la Signora Gertrude Mongella, Segretaria Generale della Conferenza, mi ha fatto proprio in vista di tale importante incontro, ho voluto consegnarle un Messaggio nel quale sono raccolti alcuni punti fondamentali dell'insegnamento della Chiesa in proposito. È un messaggio che, al di là della specifica circostanza che lo ha ispirato, si apre alla prospettiva più generale della realtà e dei problemi delle donne nel loro insieme, ponendosi al servizio della loro causa nella Chiesa e nel mondo contemporaneo. Per questo ho disposto che fosse trasmesso a tutte le Conferenze Episcopali, per assicurarne la massima diffusione.

Rifacendomi a quanto scrivevo in tale documento, vorrei ora rivolgermi direttamente ad ogni donna, per riflettere con lei sui problemi e le prospettive della condizione femminile nel nostro tempo, soffermandomi in particolare sul tema essenziale della dignità e dei diritti delle donne, considerati alla luce della Parola di Dio.

Il punto di partenza di questo ideale dialogo non può che essere il grazie. La Chiesa - scrivevo nella Lettera apostolica Mulieris dignitatem - « desidera ringraziare la santissima Trinità per il "mistero della donna", e, per ogni donna, per ciò che costituisce l'eterna misura della sua dignità femminile, per le "grandi opere di Dio" che nella storia delle generazioni umane si sono compiute in lei e per mezzo di lei » (n. 31).

2. Il grazie al Signore per il suo disegno sulla vocazione e la missione delle donna nel mondo, diventa anche un concreto e diretto grazie alle donne, a ciascuna donna, per ciò che essa rappresenta nella vita dell'umanità.

Grazie a te, donna-madre, che ti fai grembo dell'essere umano nella gioia e nel travaglio di un'esperienza unica, che ti rende sorriso di Dio per il bimbo che viene alla luce, ti fa guida dei suoi primi passi, sostegno della sua crescita, punto di riferimento nel successivo cammino della vita.

Grazie a te, donna-sposa, che unisci irrevocabilmente il tuo destino a quello di un uomo, in un rapporto di reciproco dono, a servizio della comunione e della vita.

Grazie a te, donna-figlia e donna-sorella, che porti nel nucleo familiare e poi nel complesso della vita sociale le ricchezze della tua sensibilità, della tua intuizione, della tua generosità e della tua costanza.

Grazie a te, donna-lavoratrice, impegnata in tutti gli ambiti della vita sociale, economica, culturale, artistica, politica, per l'indispensabile contributo che dai all'elaborazione di una cultura capace di coniugare ragione e sentimento, ad una concezione della vita sempre aperta al senso del « mistero », alla edificazione di strutture economiche e politiche più ricche di umanità.

Grazie a te, donna-consacrata, che sull'esempio della più grande delle donne, la Madre di Cristo, Verbo incarnato, ti apri con docilità e fedeltà all'amore di Dio, aiutando la Chiesa e l'intera umanità a vivere nei confronti di Dio una risposta « sponsale », che esprime meravigliosamente la comunione che Egli vuole stabilire con la sua creatura.

Grazie a te, donna, per il fatto stesso che sei donna! Con la percezione che è propria della tua femminilità tu arricchisci la comprensione del mondo e contribuisci alla piena verità dei rapporti umani.

3. Ma il grazie non basta, lo so. Siamo purtroppo eredi di una storia di enormi condizionamenti che, in tutti i tempi e in ogni latitudine, hanno reso difficile il cammino della donna, misconosciuta nella sua dignità, travisata nelle sue prerogative, non di rado emarginata e persino ridotta in servitù. Ciò le ha impedito di essere fino in fondo se stessa, e ha impoverito l'intera umanità di autentiche ricchezze spirituali. Non sarebbe certamente facile additare precise responsabilità, considerando la forza delle sedimentazioni culturali che, lungo i secoli, hanno plasmato mentalità e istituzioni. Ma se in questo non sono mancate, specie in determinati contesti storici, responsabilità oggettive anche in non pochi figli della Chiesa, me ne dispiaccio sinceramente. Tale rammarico si traduca per tutta la Chiesa in un impegno di rinnovata fedeltà all'ispirazione evangelica, che proprio sul tema della liberazione delle donne da ogni forma di sopruso e di dominio, ha un messaggio di perenne attualità, sgorgante dall'atteggiamento stesso di Cristo. Egli, superando i canoni vigenti nella cultura del suo tempo, ebbe nei confronti delle donne un atteggiamento di apertura, di rispetto, di accoglienza, di tenerezza. Onorava così nella donna la dignità che essa ha da sempre nel progetto e nell'amore di Dio. Guardando a Lui, sullo scorcio di questo secondo millennio, viene spontaneo di chiederci: quanto del suo messaggio è stato recepito e attuato?

Sì, è l'ora di guardare con il coraggio della memoria e il franco riconoscimento delle responsabilità alla lunga storia dell'umanità, a cui le donne hanno dato un contributo non inferiore a quello degli uomini, e il più delle volte in condizioni ben più disagiate. Penso, in particolare, alle donne che hanno amato la cultura e l'arte e vi si sono dedicate partendo da condizioni di svantaggio, escluse spesso da un'educazione paritaria, esposte alla sottovalutazione, al misconoscimento ed anche all'espropriazione del loro apporto intellettuale. Della molteplice opera delle donne nella storia, purtroppo, molto poco è rimasto di rilevabile con gli strumenti della storiografia scientifica. Per fortuna, se il tempo ne ha sepolto le tracce documentarie, non si può non avvertirne i flussi benefici nella linfa vitale che impasta l'essere delle generazioni che si sono avvicendate fino a noi. Rispetto a questa grande, immensa « tradizione » femminile, l'umanità ha un debito incalcolabile. Quante donne sono state e sono tuttora valutate più per l'aspetto fisico che per la competenza, la professionalità, le opere dell'intelligenza, la ricchezza della loro sensibilità e, in definitiva, per la dignità stessa del loro essere!

4. E che dire poi degli ostacoli che, in tante parti del mondo, ancora impediscono alle donne il pieno inserimento nella vita sociale, politica ed economica? Basti pensare a come viene spesso penalizzato, più che gratificato, il dono della maternità, a cui pur deve l'umanità la sua stessa sopravvivenza. Certo molto ancora resta da fare perché l'essere donna e madre non comporti una discriminazione. È urgente ottenere dappertutto l'effettiva uguaglianza dei diritti della persona e dunque parità di salario rispetto a parità di lavoro, tutela della lavoratrice-madre, giuste progressioni nella carriera, uguaglianza fra i coniugi nel diritto di famiglia, il riconoscimento di tutto quanto è legato ai diritti e ai doveri del cittadino in regime democratico.

Si tratta di un atto di giustizia, ma anche di una necessità. I gravi problemi sul tappeto vedranno, nella politica del futuro, sempre maggiormente coinvolta la donna: tempo libero, qualità della vita, migrazioni, servizi sociali, eutanasia, droga, sanità e assistenza, ecologia, ecc. Per tutti questi campi, una maggiore presenza sociale della donna si rivelerà preziosa, perché contribuirà a far esplodere le contraddizioni di una società organizzata su puri criteri di efficienza e produttività e costringerà a riformulare i sistemi a tutto vantaggio dei processi di umanizzazione che delineano la « civiltà dell'amore ».

5. Guardando poi a uno degli aspetti più delicati della situazione femminile nel mondo, come non ricordare la lunga e umiliante storia - per quanto spesso « sotterranea » - di soprusi perpetrati nei confronti delle donne nel campo della sessualità? Alle soglie del terzo millennio non possiamo restare impassibili e rassegnati di fronte a questo fenomeno. È ora di condannare con vigore, dando vita ad appropriati strumenti legislativi di difesa, le forme di violenza sessuale che non di rado hanno per oggetto le donne. In nome del rispetto della persona non possiamo altresì non denunciare la diffusa cultura edonistica e mercantile che promuove il sistematico sfruttamento della sessualità, inducendo anche ragazze in giovanissima età a cadere nei circuiti della corruzione e a prestarsi alla mercificazione del loro corpo.

A fronte di tali perversioni, quanto apprezzamento meritano invece le donne che, con eroico amore per la loro creatura, portano avanti una gravidanza legata all'ingiustizia di rapporti sessuali imposti con la forza; e ciò non solo nel quadro delle atrocità che purtroppo si verificano nei contesti di guerra ancora così frequenti nel mondo, ma anche con situazioni di benessere e di pace, viziate spesso da una cultura di permissivismo edonistico, in cui più facilmente prosperano anche tendenze di maschilismo aggressivo. In condizioni del genere, la scelta dell'aborto, che pur resta sempre un grave peccato, prima di essere una responsabilità da addossare alle donne, è un crimine da addebitare all'uomo e alla complicità dell'ambiente circostante.

6. Il mio grazie alle donne si fa pertanto appello accorato, perché da parte di tutti, e in particolare da parte degli Stati e delle istituzioni internazionali, si faccia quanto è necessario per restituire alle donne il pieno rispetto della loro dignità e del loro ruolo. In proposito non posso non manifestare la mia ammirazione per le donne di buona volontà che si sono dedicate a difendere la dignità della condizione femminile attraverso la conquista di fondamentali diritti sociali, economici e politici, e ne hanno preso coraggiosa iniziativa in tempi in cui questo loro impegno veniva considerato un atto di trasgressione, un segno di mancanza di femminilità, una manifestazione di esibizionismo, e magari un peccato!

Come scrivevo nel Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace di quest'anno, guardando a questo grande processo di liberazione della donna, si può dire che « è stato un cammino difficile e complesso, e, qualche volta, non privo di errori, ma sostanzialmente positivo, anche se ancora incompiuto per i tanti ostacoli che, in varie parti del mondo, si frappongono a che la donna sia riconosciuta, rispettata, valorizzata nella sua peculiare dignità » (n. 4).

Occorre proseguire in questo cammino! Sono convinto però che il segreto per percorrere speditamente la strada del pieno rispetto dell'identità femminile non passa solo per la denuncia, pur necessaria, delle discriminazioni e delle ingiustizie, ma anche e soprattutto per un fattivo quanto illuminato progetto di promozione, che riguardi tutti gli ambiti della vita femminile, a partire da una rinnovata e universale presa di coscienza della dignità della donna. Al riconoscimento di quest'ultima, nonostante i molteplici condizionamenti storici, ci porta la ragione stessa, che coglie la legge di Dio inscritta nel cuore di ogni uomo. Ma è soprattutto la Parola di Dio che ci consente di individuare con chiarezza il radicale fondamento antropologico della dignità della donna, additandocelo nel disegno di Dio sull'umanità.

7. Consentite dunque, carissime sorelle, che insieme con voi io rimediti la meravigliosa pagina biblica che presenta la creazione dell'uomo, e che tanto dice sulla vostra dignità e la vostra missione nel mondo.

Il Libro della Genesi parla della creazione in modo sintetico e con linguaggio poetico e simbolico, ma profondamente vero: « Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò » (Gn 1, 27). L'atto creativo di Dio si sviluppa secondo un preciso progetto. Innanzitutto, è detto che l'uomo è creato « ad immagine e somiglianza di Dio » (cfr Gn 1, 26), espressione che chiarisce subito la peculiarità dell'uomo nell'insieme dell'opera della creazione.

Si dice poi che egli, sin dall'inizio, è creato come « maschio e femmina » (Gn 1, 27). La Scrittura stessa fornisce l'interpretazione di questo dato: l'uomo, pur trovandosi circondato dalle innumerevoli creature del mondo visibile, si rende conto di essere solo (cfr Gn 2, 20). Dio interviene per farlo uscire da tale situazione di solitudine: « Non è bene che l'uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile » (Gn 2, 18). Nella creazione della donna è inscritto, dunque, sin dall'inizio il principio dell'aiuto: aiuto - si badi bene - non unilaterale, ma reciproco. La donna è il complemento dell'uomo, come l'uomo è il complemento della donna: donna e uomo sono tra loro complementari. La femminilità realizza l'« umano » quanto la mascolinità, ma con una modulazione diversa e complementare.

Quando la Genesi parla di « aiuto », non si riferisce soltanto all'ambito dell'agire, ma anche a quello dell'essere. Femminilità e mascolinità sono tra loro complementari non solo dal punto di vista fisico e psichico, ma ontologico. È soltanto grazie alla dualità del « maschile » e del « femminile » che l'« umano » si realizza appieno.

8. Dopo aver creato l'uomo maschio e femmina, Dio dice ad entrambi: « Riempite la terra e soggiogatela » (Gn 1, 28). Non conferisce loro soltanto il potere di procreare per perpetuare nel tempo il genere umano, ma affida loro anche la terra come compito, impegnandoli ad amministrarne le risorse con responsabilità. L'uomo, essere razionale e libero, è chiamato a trasformare il volto della terra. In questo compito, che in misura essenziale è opera di cultura, sia l'uomo che la donna hanno sin dall'inizio uguale responsabilità. Nella loro reciprocità sponsale e feconda, nel loro comune compito di dominare e assoggettare la terra, la donna e l'uomo non riflettono un'uguaglianza statica e omologante, ma nemmeno una differenza abissale e inesorabilmente conflittuale: il loro rapporto più naturale, rispondente al disegno di Dio, è l'« unità dei due », ossia una « unidualità » relazionale, che consente a ciascuno di sentire il rapporto interpersonale e reciproco come un dono arricchente e responsabilizzante.

A questa « unità dei due » è affidata da Dio non soltanto l'opera della procreazione e la vita della famiglia, ma la costruzione stessa della storia. Se durante l'Anno internazionale della Famiglia, celebrato nel 1994, l'attenzione s'è portata sulla donna come madre, l'occasione della Conferenza di Pechino torna propizia per una rinnovata presa di coscienza del molteplice contributo che la donna offre alla vita di intere società e nazioni. È un contributo di natura innanzitutto spirituale e culturale, ma anche socio-politica ed economica. Veramente molto è quanto devono all'apporto della donna i vari settori della società, gli Stati, le culture nazionali e, in definitiva, il progresso dell'intero genere umano!

9. Normalmente il progresso è valutato secondo categorie scientifiche e tecniche, ed anche da questo punto di vista non manca il contributo della donna. Tuttavia, non è questa l'unica dimensione del progresso, anzi non ne è neppure la principale. Più importante appare la dimensione socio-etica, che investe le relazioni umane e i valori dello spirito: in tale dimensione, spesso sviluppata senza clamore, a partire dai rapporti quotidiani tra le persone, specie dentro la famiglia, è proprio al « genio della donna » che la società è in larga parte debitrice.

Vorrei a tal proposito manifestare una particolare gratitudine alle donne impegnate nei più diversi settori dell'attività educativa, ben oltre la famiglia: asili, scuole, università, istituti di assistenza, parrocchie, associazioni e movimenti. Dovunque c'è l'esigenza di un lavoro formativo, si può constatare l'immensa disponibilità delle donne a spendersi nei rapporti umani, specialmente a vantaggio dei più deboli e indifesi. In tale opera esse realizzano una forma di maternità affettiva, culturale e spirituale, dal valore veramente inestimabile, per l'incidenza che ha sullo sviluppo della persona e il futuro della società. E come non ricordare qui la testimonianza di tante donne cattoliche e di tante Congregazioni religiose femminili che, nei vari continenti, hanno fatto dell'educazione, specialmente dei bambini e delle bambine, il loro principale servizio? Come non guardare con animo grato a tutte le donne che hanno operato e continuano ad operare sul fronte della salute, non solo nell'ambito delle istituzioni sanitarie meglio organizzate, ma spesso in circostanze assai precarie, nei Paesi più poveri del mondo, dando una testimonianza di disponibilità che rasenta non di rado il martirio?

10. Auspico dunque, carissime sorelle, che si rifletta con particolare attenzione sul tema del « genio della donna », non solo per riconoscervi i tratti di un preciso disegno di Dio che va accolto e onorato, ma anche per fare ad esso più spazio nell'insieme della vita sociale, nonché di quella ecclesiale. Proprio su questo tema, già affrontato peraltro in occasione dell'Anno Mariano, ebbi modo di intrattenermi ampiamente nella menzionata Lettera apostolica Mulieris dignitatem, pubblicata nel 1988. Quest'anno poi, in occasione del Giovedì Santo, alla consueta Lettera che invio ai sacerdoti ho voluto unire idealmente proprio la Mulieris dignitatem, invitandoli a riflettere sul significativo ruolo che nella loro vita svolge la donna, come madre, come sorella e come collaboratrice nelle opere di apostolato. È questa un'altra dimensione - diversa da quella coniugale, ma anch'essa importante - di quell'« aiuto » che la donna, secondo la Genesi, è chiamata a recare all'uomo.

La Chiesa vede in Maria la massima espressione del « genio femminile » e trova in Lei una fonte di incessante ispirazione. Maria si è definita « serva del Signore » (Lc 1, 38). È per obbedienza alla Parola di Dio che Ella ha accolto la sua vocazione privilegiata, ma tutt'altro che facile, di sposa e di madre della famiglia di Nazaret. Mettendosi a servizio di Dio, Ella si è posta anche a servizio degli uomini: un servizio di amore. Proprio questo servizio le ha permesso di realizzare nella sua vita l'esperienza di un misterioso, ma autentico « regnare ». Non a caso è invocata come « Regina del cielo e della terra ». La invoca così l'intera comunità dei credenti, l'invocano « Regina » molte nazioni e popoli. Il suo « regnare » è servire! Il suo servire è « regnare »!

Così dovrebbe essere intesa l'autorità tanto nella famiglia quanto nella società e nella Chiesa. Il « regnare » è rivelazione della vocazione fondamentale dell'essere umano, in quanto creato ad « immagine » di Colui che è Signore del cielo e della terra, chiamato ad essere in Cristo suo figlio adottivo. L'uomo è la sola creatura sulla terra « che Iddio abbia voluta per se stessa », come insegna il Concilio Vaticano II, il quale significativamente aggiunge che l'uomo « non può ritrovarsi pienamente se non attraverso il dono sincero di sé » (Gaudium et spes, n. 24).

In questo consiste il materno « regnare » di Maria. Essendo stata, con tutto il suo essere, dono per il Figlio, dono Ella diventa anche per i figli e le figlie dell'intero genere umano, destando la profondissima fiducia di chi si rivolge a Lei per essere condotto lungo le difficili vie della vita al proprio definitivo, trascendente destino. A questo finale traguardo ciascuno giunge attraverso le tappe della propria vocazione, un traguardo che orienta l'impegno nel tempo tanto dell'uomo quanto della donna.

11. In questo orizzonte di « servizio » - che, se reso con libertà, reciprocità ed amore, esprime la vera « regalità » dell'essere umano - è possibile accogliere, senza conseguenze svantaggiose per la donna, anche una certa diversità di ruoli, nella misura in cui tale diversità non è frutto di arbitraria imposizione, ma sgorga dalle peculiarità dell'essere maschile e femminile. È un discorso che ha una sua specifica applicazione anche all'interno della Chiesa. Se Cristo - con libera e sovrana scelta, ben testimoniata nel Vangelo e nella costante tradizione ecclesiale - ha affidato soltanto agli uomini il compito di essere « icona » del suo volto di « pastore » e di « sposo » della Chiesa attraverso l'esercizio del sacerdozio ministeriale, ciò nulla toglie al ruolo delle donne, come del resto a quello degli altri membri della Chiesa non investiti del sacro ministero, essendo peraltro tutti ugualmente dotati della dignità propria del « sacerdozio comune » radicato nel Battesimo. Tali distinzioni di ruolo, infatti, non vanno interpretate alla luce dei canoni di funzionalità propri delle società umane, ma con i criteri specifici dell'economia sacramentale, ossia di quella economia di « segni » liberamente scelti da Dio per rendersi presente in mezzo agli uomini.

Del resto, proprio nella linea di questa economia di segni, anche se fuori dell'ambito sacramentale, non è di poco conto la « femminilità » vissuta sul modello sublime di Maria. C'è infatti nella « femminilità » della donna credente, e in specie di quella « consacrata », una sorta di « profezia » immanente (cfr Mulieris dignitatem, n. 29), un simbolismo fortemente evocativo, si direbbe una pregnante « iconicità », che si realizza pienamente in Maria e ben esprime l'essere stesso della Chiesa in quanto comunità consacrata con l'assolutezza di un cuore « vergine », per essere « sposa » del Cristo e « madre » dei credenti. In questa prospettiva di complementarietà « iconica » dei ruoli maschile e femminile vengono meglio poste in luce due dimensioni imprescindibili della Chiesa: il principio « mariano » e quello « apostolico-petrino » (cfr ibid., n. 27).

D'altra parte - lo ricordavo ai sacerdoti nella menzionata Lettera del Giovedì santo di quest'anno - il sacerdozio ministeriale, nel disegno di Cristo, « non è espressione di dominio, ma di servizio » (n. 7). È compito urgente della Chiesa, nel suo quotidiano rinnovarsi alla luce della Parola di Dio, metterlo sempre più in evidenza, sia nello sviluppo dello spirito di comunione e nella attenta promozione di tutti gli strumenti tipicamente ecclesiali della partecipazione, sia attraverso il rispetto e la valorizzazione degli innumerevoli carismi personali e comunitari che lo Spirito di Dio suscita ad edificazione della comunità cristiana e a servizio degli uomini.

In tale ampio spazio di servizio, la storia della Chiesa in questi due millenni, nonostante tanti condizionamenti, ha conosciuto veramente il « genio della donna », avendo visto emergere nel suo seno donne di prima grandezza che hanno lasciato larga e benefica impronta di sé nel tempo. Penso alla lunga schiera di martiri, di sante, di mistiche insigni. Penso, in special modo, a santa Caterina da Siena e a santa Teresa d'Avila, a cui il Papa Paolo VI di v.m. attribuì il titolo di Dottore della Chiesa. E come non ricordare poi le tante donne che, spinte dalla fede, hanno dato vita ad iniziative di straordinaria rilevanza sociale a servizio specialmente dei più poveri? Il futuro della Chiesa nel terzo millennio non mancherà certo di registrare nuove e mirabili manifestazioni del « genio femminile ».

12. Voi vedete, dunque, carissime sorelle, quanti motivi ha la Chiesa per desiderare che, nella prossima Conferenza, promossa a Pechino dalle Nazioni Unite, si metta in luce la piena verità sulla donna. Si ponga davvero nel dovuto rilievo il « genio della donna », non tenendo conto soltanto delle donne grandi e famose vissute nel passato o nostre contemporanee, ma anche di quelle semplici, che esprimono il loro talento femminile a servizio degli altri nella normalità del quotidiano. È infatti specialmente nel suo donarsi agli altri nella vita di ogni giorno che la donna coglie la vocazione profonda della propria vita, lei che forse ancor più dell'uomo vede l'uomo, perché lo vede con il cuore. Lo vede indipendentemente dai vari sistemi ideologici o politici. Lo vede nella sua grandezza e nei suoi limiti, e cerca di venirgli incontro e di essergli di aiuto. In questo modo, si realizza nella storia dell'umanità il fondamentale disegno del Creatore e viene alla luce incessantemente, nella varietà delle vocazioni, la bellezza - non soltanto fisica, ma soprattutto spirituale - che Dio ha elargito sin dall'inizio alla creatura umana e specialmente alla donna.

Mentre affido al Signore nella preghiera il buon esito dell'importante appuntamento di Pechino, invito le comunità ecclesiali a fare dell'anno corrente l'occasione per un sentito rendimento di grazie al Creatore e al Redentore del mondo proprio per il dono di un così grande bene qual è la femminilità: essa, nelle sue molteplici espressioni, appartiene al patrimonio costitutivo dell'umanità e della stessa Chiesa.

Vegli Maria, Regina dell'amore, sulle donne e sulla loro missione al servizio dell'umanità, della pace, della diffusione del Regno di Dio!

Con la mia Benedizione.

Dal Vaticano, 29 giugno 1995, Solennità dei Santi Pietro e Paolo.



                     

IL BANCHETTO DIVINO-UMANO

 

 
 
IL BANCHETTO DIVINO-UMANO
L’Eucaristia e la Famiglia

P. Severino Consolaro  o.f.m.



 

QUINDICI MINUTI CON GESU'


clicca al seguente indirizzo per immergerti
nella misericordia di Dio

Modello ideale di preghiera: personale, diretta, umile e sincera. Si appella, non alle risorse dell'uomo, ( che pure ci sono ) ma esclusivamente all' Amore misericordioso di Dio. E' fondata, quindi, sulla pura Fede e impregnata totalmente della Parola di Dio, che ha compiuto ( e continua a compiere ), per ogni persona e per tutta l'umanità, gli Eventi stupendi, che costituiscono la Storia della salvezza. Diamo anche noi una svolta alla nostra preghiera, e ci accorgeremo che la nostra Vita Spirituale, la vera vita, per cui siamo stati creati, crescerà e germoglierà frutti di AMORE e di BENE, che sono i frutti della Fede.

Riguardo alla VITA SPIRITUALE, è molto proficuo leggere  l'opuscolo, che porta questo titolo, e si trova pubblicato in questo blog, il cui indirizzo è:

potenzadellaparoladidio.blogspot.com.  

lunedì 4 marzo 2013

LA VITA : CAMMINO VERSO LA PATRIA

“Bisogna affidarsi a Cristo, alla verità. È Dio che guida la storia. È a Cristo che dobbiamo sempre guardare. Non dobbiamo avere paura”. (Benedetto XVI)

Venite, saliamo al monte del Signore!

Cantico Is 2, 2-5 La nuova città di Dio, centro dell'umanità intera.

Tutte le genti verranno e si prostreranno davanti a te (Ap 15, 4).


Alla fine dei giorni, †

il monte del tempio del Signore *

sarà elevato sulla cima dei monti,

e sarà più alto dei colli; *

ad esso affluiranno tutte le genti.


Verranno molti popoli e diranno: †

«Venite, saliamo sul monte del Signore, *

al tempio del Dio di Giacobbe,

perché ci indichi le sue vie *

e possiamo camminare per i suoi sentieri».

Poiché da Sion uscirà la legge *

e da Gerusalemme la parola del Signore.

Egli sarà giudice fra le genti *

e sarà arbitro fra molti popoli.

Forgeranno le loro spade in vomeri, *

le loro lance in falci;

un popolo non alzerà più la spada

contro un altro popolo, *

non si eserciteranno più nell'arte della guerra.

Casa di Giacobbe, vieni, *

camminiamo nella luce del Signore.


Gloria al Padre e al Figlio, *

e allo Spirito Santo.

Come era nel principio e ora e sempre *

nei secoli dei secoli. Amen .


La grande profezia di Isaia si avvera oggi, sulla terra, per tutti coloro che pongono, come fondamento della vita, il DIO-AMORE, che assicura la PACE. Ma, alla fine del tempo, la profezia si avvererà per tutti, in pienezza. Il Regno di Dio, instaurato nel mondo da Gesù Cristo, unirà tutti i popoli della terra, in una COMUNIONE ETERNA e BEATIFICANTE. E " Dio sarà tutto in tutti "( I Cor.. 15, 28)

Ogni persona che vive la FEDE, nel suo PELLEGRINAGGIO TERRENO, fa esperienza che non sta camminando verso il NULLA o verso la CATASTROFE. Quel DIO,  che ha RICONOSCIUTO e ACCOLTO NELLA FEDE, si manifesterà, NELLA COMUNIONE DEI SANTI, come la SORGENTE della BEATITUDINE SENZA FINE E SENZA CONFINI.
Tutti i MARTIRI, i SANTI e tutti i VERI CRISTIANI lo confermano pienamente.

sabato 2 marzo 2013

SIGNORE, FA CHE IO VEDA

   
                                    ...CON L'OCCHIO DELLA FEDE

Fa' che io veda le miserie degli altri,
per confortarle.

Fa' che io veda la bontà del fratello,
per imitarla.

Fa' che io veda il male,
per evitarlo.

Fa' che io veda gli inviti al bene
che tu spargi sul mio cammino,
per eseguirli.

Fa' che io veda la tua presenza redentrice
in ogni mia sofferenza,
per meglio sopportarla.

Fa' che io veda in ogni avvenimento
la tua volontà,
per compierla fedelmente.

Fa' che io veda il tuo volto nel mio fratello,
per meglio amarlo.

Fa' che io veda con il tuo occhio
il male che ricevo,
per sopportarlo più facilmente

Fa' che io veda la mia nullità,
per non insuperbirmi.

Fa' che io veda la tua divinità
per adorarla.

Fa' che io veda il tuo amore,
per imitarlo.