lunedì 25 marzo 2013

LETTERA-TESTAMENTO DI UN DROGATO

                          LETTERA-TESTAMENTO DI UN DROGATO



E’ la lettera-Testamento di un giovane drogato, di nome Giovanni Metti, morto suicida,
in Piacenza il primo di Aprile del 1982.
Pochi istanti prima di darsi la morte con il gas dell’auto, ha scritto, di proprio pugno, la seguente Lettera-Testamento.

“ L’eroina ha distrutto la mia vita, la mia famiglia, il mio amore ed ora ha cominciato ad intaccare anche la mia anima.
Ho perso tutto nella vita, perché non ho avuto il coraggio, la forza di oppormi al male che mi stava conducendo verso l’inferno. Ora sono in un inferno da cui non sono capace di uscire. Se di là c’è veramente l’inferno, a me fa ben poca paura.
Quindi, molto freddamente, forse molto egoisticamente, ma cosciente di ciò che devo fare, ho preso la decisione di chiudere con questa esistenza terrena. Tanto, io sono morto il 12 Gennaio 1976, giorno in cui un amico mi infilò, per la prima volta,un ago in vena. E spinse lo stantuffo… All’inizio, era bellissimo, ma poi, col passare del tempo, mi sono reso conto di che strada avessi preso. Ma ormai era tardi e non sapevo come fare a uscirne. Non lo sapevo fino al giorno in cui ho avuto la certezza che non potevo. So di aver sconvolto la vita di tanta gente a cui voglio bene e che mi voleva bene . Mio padre, mio fratello, mia moglie, purtroppo tutto è stato ucciso dall’eroina…Che Dio mi perdoni e mi aiuti. La punta di un ago porta solo in tre posti: in carcere, in manicomio, al cimitero. I primi due posti non li ho mai conosciuti. Quindi stop. Fermiamoci qui, basta con questa lunga lenta agonia. ( Giovanni Metti ).


“ Vedi, io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male” ( Dt. 30,15).
La libertà è un grande dono che Dio affida all’uomo. Ma gli ha dato anche l’intelligenza, la volontà e la coscienza.
La libertà, senza l’uso di queste tre facoltà, diventa libertinaggio. E’ senza regole e senza freni, perché manca la responsabilità, la coscienza, cioè, che si deve rispondere delle proprie azioni. La libertà, quando è assolutizzata, porta l’uomo sulla china della distruzione e della perdizione.
Vita ne abbiamo una sola. Essa è come una moneta unica, di inestimabile valore, che ci è stata regalata e che noi possiamo spendere una volta sola.