venerdì 16 novembre 2012

La Fede ci dona la Luce di Dio

                         LA FEDE CI DONA LA LUCE DI DIO




"Mentre si avvicinava a Gerico, un cieco era seduto a mendicare lungo la strada. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli risposero: < Passa Gesù il Nazareno! Allora incominciò a gridare:
 Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me! Quelli che camminavano avanti lo sgridavano, perché tacesse; ma lui continuava ancora più forte:Figlio di Davide, abbi pietà di me! Gesù allora si fermò e ordinò che glielo conducessero.. Quando gli fu vicino, gli domandò:
Che vuoi che io faccia per te? Egli rispose: Signore, che io riabbia la vista! 
 E Gesù gli disse: Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato. Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo lodando Dio, e tutto il popolo, alla vista di ciò, diede lode a Dio”.(Lc.18,35-43).

Chi vive la Fede, vive pienamente la storia nelle sue tre dimensioni: passato, presente e futuro. La Fede, infatti, trae la sua origine dal passato, è vissuta nel presente, ma il suo pieno compimento avverrà nel futuro, quando si trasformerà nella GLORIA.
 Non a caso cuore e vertice del cristianesimo è l’EUCARISTIA (l’EMMANUELE, il DIO CON NOI), che è insieme MEMORIALE del passato, ANNUNCIO del futuro e CELEBRAZIONE nel presente.

Nel momento centrale della S. Messa, infatti, il popolo cristiano acclama: “ANNUNCIAMO la tua morte, Signore, PROCLAMIAMO la tua risurrezione, nell’ATTESA della tua venuta”.

L’EUCARISTIA, quindi, è la PRESENZA PERENNE di DIO IN MEZZO A NOI, realizzata mediante il dono del FIGLIO, GESU' CRISTO, IMMOLATOSI  SULLA CROCE per noi.

Egli ha preso un corpo come noi, proprio per OFFRIRLO, 
COME ATTO SUPREMO E PERFETTO DI CULTO AL PADRE.

CRISTO diviene così il CUORE DEL MONDO.
Ogni creatura, unita a Cristo, rende al PADRE lo stesso CULTO,
" PER CRISTO, CON CRISTO E IN CRISTO" ( Dalla Liturgia).
Sappiamo che Dio è presente ovunque con il suo SPIRITO.

Ma nell’EUCARISTIA Egli è presente anche con il suo CORPO,
CROCIFISSO E GLORIFICATO, che ha assunto dalla Vergine Immacolata, nel Mistero dell’Incarnazione.

Per questo, la lettera agli Ebrei proclama che Gesù è il SIGNORE DI TUTTA LA STORIA.
 Coloro che lo annunciano e che lo testimoniano, scompaiono dalla scena di questo mondo. LUI, invece, rimane sempre presente nella persona, nella dottrina, nella sua forza salvifica e nel suo amore.“Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre!”(Ebr. 13,8).

Il dono della Fede ha una dimensione PERSONALE ed una dimensione ECCLESIALE. La dimensione PERSONALE, in quanto è accolta dalla singola persona, nella sua libertà e responsabilità.

Una dimensione ECCLESIALE, perché entra nel circuito VIVO e VIVIFICANTE di tutta la Chiesa, il MISTERO, cioè, DELLA COMUNIONE DEI SANTI IN CRISTO, SALVATORE DI TUTTI.

Il brano del Vangelo che esaminiamo, è situato nella città di Gerico, ritenuta la città più antica del mondo. Anche se attorniata dal deserto di Giuda, la città sorge su di un’oasi di verde, perché adagiata nella fertile valle del fiume Giordano.
Gesù sta andando verso Gerusalemme, per il compimento della sua ultima Pasqua, nella quale Egli donerà se stesso per la salvezza di tutta l’umanità.
Una grande folla, come il solito, lo accerchia in questo cammino.

Il cieco non può vedere quanta gente c’è, ma ne avverte la quantità dal grande rumore delle voci che ode. E’ naturale ed istintivo, perciò, che chieda che cosa stia accadendo in Gerico.

Gli riferiscono che sta passando il Profeta Gesù di Nazareth.

Il povero cieco, allora, si mette a gridare verso di Lui, con tanta umiltà ed insistenza: “ Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!”.

Qui notiamo il contrasto, netto e marcato, tra la durezza di cuore, che manifesta la folla, e la grande fede ed umiltà, che mostra questo infelice.
Quella gente, non soltanto è insensibile al suo grido disperato, ma tenta, in ogni modo, di farlo tacere. Il cieco, però, anziché zittire, alza la sua voce sempre più forte, per farsi sentire da Gesù.

Non teme nulla e nessuno. Vuole soltanto che Gesù avverta la sua presenza, per poterlo incontrare personalmente ed essere da Lui guarito.

Questo è un vero, grande, autentico atto di Fede, la quale parte sempre dal riconoscimento della propria debolezza e fragilità, per aprirsi, in forma di supplica, a Cristo Salvatore.

Il cieco non ci vede con gli occhi del corpo, ma ci vede bene con gli occhi del cuore, ed è certo che Gesù lo possa guarire.

Molti della folla, invece, che pur vedevano e accompagnavano Gesù, compresi i dodici Apostoli, erano interiormente ciechi, e perciò anche totalmente insensibili davanti alla sua tragedia.

Alla luce dell’atteggiamento del cieco, la Fede si può definire: un incontro personale e vitale con Gesù Cristo.
Tutto incomincia da qui.

Ecco perchè ciascuno deve farsi delle domande, che sono ineludibili per prendere coscienza della propria Fede.

Chi è per me Gesù?... Quale rapporto ho io con Gesù?... Quanto tempo della mia vita dedico a Lui?...Riconosco che da solo non posso risolvere i problemi fondamentali della mia vita ?...

Se vogliamo essere veramente sinceri con noi stessi, dobbiamo riconoscere che siamo tutti dei poveri ciechi. Spesso non vediamo la via di Dio, la sua Santa Legge, i suoi Comandamenti, e camminiamo sulla strada dell’individualismo, che si tramuta molto spesso e molto facilmente in egoismo: fare ciò che ci pare, ciò che ci piace e ciò che ci interessa.

La Fede è la Luce di Dio, che ci illumina nel cammino della vita, facendoci discernere chiaramente i VALORI VERI da quelli FASULLI, indotti, con tanta leggerezza e faciloneria, dai mass-media e dall’opinione pubblica.

Il grido del cieco, che supera ogni ostacolo per incontrare Gesù, ci attesta che la Fede è la più grande Forza che muove la persona.

Una Forza che non può venire dall’uomo, ma soltanto da Dio, al quale nulla è impossibile.
Quando la Fede è radicata in una persona, questa non ha alcun timore, né rispetto umano, nel manifestarla e nel difenderla.

Non si lascia mai condizionare dagli altri, dalle loro opinioni, perché ha già scelto, come SIGNORE della propria vita, GESU’CRISTO.

La numerosissima schiera di Santi, di Martiri e di tutti coloro che hanno sofferto per la Fede, stanno a testimoniare la verità di tale affermazione.

La FEDE CI RENDE TESTIMONI DELLA VERITA’ DI CRISTO, il quale, con parole molto severe e molto forti, ci ammonisce:
“ Chi mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli”( Mt. 10,32-33).

La conclusione logica è molto chiara: dobbiamo chiedere insistentemente a Dio il GRANDE DONO della FEDE, che ci guida a camminare sempre verso di Lui, dal quale noi proveniamo e al quale noi stiamo ritornando.



                                                         P.Severino Consolaro