lunedì 19 novembre 2012

La Fede,fondamento della vita cristiana

               LA FEDE, FONDAMENTO DELLA VITA CRISTIANA


“ Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel Regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demoni nel tuo Nome e compiuto molti miracoli nel tuo Nome. Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità. Perciò chi ascolta queste mie parole e le mette in pratica è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica è simile ad un uomo stolto che ha costruito la su casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande.(Mt.7,21-27).

La Fede è un assenso libero e personale che l’uomo dà a Dio, accogliendo tutta la Verità, che Egli ci ha rivelato.

La Verità è sempre fondata e radicata sulla sua Parola, che mai si smentisce e mai verrà meno.

Gesù lo dice, con molta chiarezza e con molta forza: “Il cielo e la terra passeranno, ma le mie Parole non passeranno” (Mc. 13,31)”.

La Fede, insieme con la Speranza e la Carità, è una delle tre virtù principali, ché ci uniscono direttamente a Dio, chiamate per questo teologali.


Il brano evangelico, che stiamo esaminando, è basato tutto sul contrasto tra il DIRE la PAROLA e il FARE la PAROLA. Un proverbio popolare suona così: “ tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”.

La Fede non è semplicemente dottrina e meno che meno ideologia.

Se non si trasforma in esperienza e in prassi di vita, è inconsistente.


Tutte le varie pratiche religiose, che non sono mosse e guidate dalla Fede, ma semplicemente dalla tradizione o dall’abitudine, diventano azioni meccaniche. In queste manca il coinvolgimento dello spirito, ossia della mente, del cuore e della vita. Perciò, non è possibile che esse siano gradite a Dio. Anzi, possono divenire addirittura degli alibi, che fanno ritenere le persone più buone e più religiose degli altri, solamente per una patina esteriore di religiosità. alla stregua  degli scribi e dei farisei. Questi erano maestri nell’insegnare al popolo la legge di Mosè, in tutti i suoi commi e cavilli, ma essi non la praticavano per nulla. La religiosità esteriore non è Fede.

Ogni atto di Fede è un atto di culto a Dio, perché lo riconosce, lo accoglie, lo adora e lo ama. Ma un atto di culto non sempre è accompagnato dalla Fede.

Per essere tale, deve essere compiuto, come ci dice Gesù, in SPIRITO e VERITA’.

In SPIRITO: significa che deve passare dal cuore e coinvolgere tutta la persona, e non rimanere soltanto in superficie.

In VERITA’: significa che deve essere compiuto nella SINCERITA’ e nella TRASPARENZA.

Con la Fede, noi accogliamo la Parola, che il Padre ci ha manifestato, mediante il Cristo, suo Figlio. E, accogliendo la Parola, accogliamo Lui stesso, che ci dona la salvezza e la pace nel mondo presente e la Vita eterna dopo la morte.

Chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita” (Gv. 15,10).


Se analizziamo la Fede, ci rendiamo conto che essa è il risultato dell’incontro di tre elementi, tutti e tre indispensabili: la GRAZIA DI DIO, la RAGIONE e la VOLONTA’.


a) LA GRAZIA DI DIO: per emettere un atto di Fede è necessaria l’ispirazione e la mozione da parte dello Spirito Santo. Gesù, infatti, afferma: “Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato” (Gv.6,44).

b) La RAGIONE: che ci chiama a rientrare in noi stessi, per riflettere sul senso e sul valore della vita, che ci è proposto dalla Parola di Dio.

c) La VOLONTA’: che ci spinge ad accogliere la mozione dello Spirito Santo, donando il nostro assenso alla Parola di Dio, che ci pone alla sequela di Cristo.

Il paragone portato da Gesù della casa, costruita sulla roccia o sulla sabbia, è molto efficace.

La nostra vita in questo mondo è come una casa sempre in costruzione. La parte più importante della casa è costituita dalle fondamenta, sulle quali la casa poggia, che sono come le radici per la pianta.

Le fondamenta, non le abbiamo poste noi, ma Dio.

L’universo, il mondo, la nostra stessa vita, non li abbiamo né creati, né progettati noi, ma Dio.

Allora il dilemma è semplice: o viviamo, ponendo come fondamento della nostra vita Lui, o viviamo, ponendo come fondamento noi stessi e il nostro egoismo.

S. Paolo, nella prima lettera ai Corinzi, afferma tale verità, con queste parole, che ci fanno molto riflettere:

Ciascuno stia attento come costruisce. Infatti, nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo. E se, sopra questo fondamento, si costruisce con oro, argento, pietre preziose, legno, fieno, paglia, l’opera di ciascuno sarà ben visibile: la farà conoscere quel giorno che si manifesterà col fuoco, e il fuoco proverà la qualità dell’opera di ciascuno.
” (I Cor. 3,10-13).

Alla fine, ci sarà il giudizio di Dio, che svelerà la consistenza della nostra vita, dal materiale che ognuno avrà usato. Il materiale, nella realtà, sta a significare i valori sui quali noi abbiamo fondato e costruito la nostra esistenza.

E’ vero che stiamo vivendo il tempo della prova, tra tante seduzioni e tentazioni, che continuamente ci sollecitano al male.

Ma è vero anche che Dio Padre è venuto, nel suo Figlio Gesù, a soccorrerci e a salvarci.

Egli stesso, nella parabola della vite e i tralci, afferma, senza mezzi termini“ Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla”.( Gv. 15,5).

I tralci, staccati dalla vite, si seccano immediatamente. Così è di noi, quando non siamo uniti a Lui.

Nel Vangelo di Luca, i discepoli esclamano, rivolti a Gesù: ” Accresci in noi la Fede”! ( Lc. 17,6).
Quanto peso ha quesa richiesta, fatta a Lui, nell’UMILTA’, che è VERITA’!...

Nella proporzione in cui la fede cresce in noi, facciamo esperienza della PRESENZA di Dio nella nostra vita. E non ci sentiamo più soli ad affrontare le prove e le sofferenze della vita.
La Fede è riconoscere Gesù come il SALVATORE di tutte le creature, che, con la sua PASQUA (=Passione, Morte, Risurrezione), è divenuto il SIGNORE della STORIA.

La Fede è aprirci a Lui e confessare, non soltanto con la bocca, ma soprattutto con il cuore e con la vita, la sua SIGNORIA e le nostre POVERTA’ e INDIGENZE.

Più noi gli facciamo spazio e diamo a LUI la possibilità di agire, più cresce la nostra Fede in LUI.

Non dimentichiamo mai che la Fede è, per ogni anima, la PORTA DELLA SALVEZZA.

“Senza la Fede è impossibile essere graditi a Dio”(Ebr. 11,6).



                                               P. Severino Consolaro