mercoledì 7 novembre 2012

LA FEDE CI RENDE LIBERI


                          LA FEDE CI RENDE LIBERI

     Gesù allora disse a quei Giudei che avevano creduto in Lui:

“ Se rimanete fedeli alla mia Parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi. Gli risposero: “ Noi siamo discendenza di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi tu dire: Diventerete liberi? Gesù rispose: “ In verità, in verità vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora lo schiavo non resta per sempre nella casa, ma il figlio vi resta sempre; se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero” (Gv.8,31- 36).

La Fede è l’accoglienza, nel cuore, della PAROLA DI DIO, che si incarna poi nella testimonianza della vita.

Ogni realtà trova la sua origine dalla PAROLA ONNIPOTENTE di Dio. Il libro della Genesi sintetizza la CREAZIONE in queste semplici parole:

” Dio disse: sia la luce! E la luce fu”(Gen. 1,3). Senza la luce, la quale si trasforma in energia e vita, non potrebbe esistere alcun essere nell’universo. Per capire ciò, basta che noi pensiamo al Sole.

Questa PAROLA CREA, ossia trae dal nulla ogni essere, dotandolo, con sapienza impareggiabile, di leggi che lo governano, secondo la sua natura e la sua specie.
All’uomo, che rappresenta il vertice delle creature dell’universo, Dio non ha donato soltanto un CORPO, ma anche uno SPIRITO immortale.

Mentre il suo corpo è regolato dalle LEGGI FISICHE, come gli altri animali, il suo spirito è guidato dalla LEGGE MORALE, impressa da DIO CREATORE nell’intimo del suo essere, la COSCIENZA. Dio ha fatto all’uomo il dono della LIBERTA’ o LIBERO ARBITRIO, perché egli possa scegliere tra il BENE e il MALE.

Per vivere secondo la sua natura, ossia secondo la LEGGE MORALE, l’uomo deve scegliere il BENE. Ma, in conseguenza del PECCATO ORIGINALE, che ha ereditato dai Progenitori, subisce continuamente la TENTAZIONE, che diventa SEDUZIONE AL MALE.

L’uomo si rende conto che da solo non riesce a vincere la tentazione. Si rende conto che il MALE è più forte di lui. Ogni persona, infatti, eredita, per generazione, la condizione fragile di Adamo ed Eva, dopo il peccato. Perciò, tende ad agire in autonomia da Dio per fare ciò che egoisticamente gli piace o gli interessa.

Ma è appunto per questo che Dio Padre, nel suo PROGETTO ETERNO DI AMORE, ha deliberato di mandare il proprio Figlio, GESU’ CRISTO, a salvarlo.

S. Paolo, nella lettera ai Filippesi, ci rivela tale Mistero di Amore, che supera ogni immaginazione umana:
“Gesù Cristo, pur essendo di natura divina,… spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce” (Fil 2, 6. 7-8).

Egli si è incarnato, per condividere la nostra condizione umana in tutto, fuorché nel peccato, dal quale Egli è venuto a liberarci. E questa condivisione ha raggiunto il culmine, e si è, per così dire, consumata, nel dono supremo della sua morte sulla croce.

Nell’evento della PASQUA, (= La Passione, la Morte e la Risurrezione), Gesù ha assunto, in pienezza, tutto il MALE, tutta la SOFFERENZA e anche la MORTE dell’uomo, per liberarlo e renderlo partecipe della sua vita, la VITA ETERNA.

GESU’è la PAROLA DI DIO FATTA CARNE. Per cui, chi accoglie la PAROLA con la FEDE, accoglie Lui, che gli dona il suo SPIRITO, lo SPIRITO SANTO, e diventa una persona libera.

“Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli, conoscerete la Verità e la Verità vi farà liberi”.
Questa frase è molto densa e profonda di significato. La LIBERTA’autentica coincide sempre con il BENE e con la VERITA’. Gesù, continuando il discorso, lo spiega con queste parole:

“Chiunque commette il peccato è schiavo del peccato”.

Ogni peccato è schiavitù, proprio perché è una menzogna. Ed è menzogna, perché non dona ciò che promette: né la LIBERTA’, né la FELICITA’. Anzi, quanto più l’uomo cede al peccato, tanto più questo acquista potere su di lui, diventa VIZIO, e lo condiziona nel suo agire.

Quando una persona si lascia sedurre dalle lusinghe del male, in lei opera lo stesso Spirito Maligno che ha ingannato i Progenitori Adamo ed Eva. Li ha illusi, suggerendo loro che sarebbero divenuti simili a Dio, cioè liberi e felici. Invece hanno perduto tutti i doni ricevuti.

Ma non basta accogliere la PAROLA. Dobbiamo anche custodirla nel cuore, meditandola assiduamente.

Questa PAROLA è il VANGELO di Gesù Cristo, ( = la BELLA NOTIZA dell’Amore che Dio ha per ciascuno di noi).

Senza questo personale e quotidiano rapporto con Dio nella preghiera, non è assolutamente possibile vivere e progredire nella Fede.

Gesù lo dice chiaramente:” Senza di me non potete far nulla”. (Gv. 15,5).

Ci sono persone che trovano difficoltà a pregare, perché non riescono a concentrarsi facilmente. E’vero che questo è un po’difficile per tutti, nel mondo frenetico in cui viviamo.
Ma la via per incontrare Dio è anche semplice e facile. Quando ci mettiamo in preghiera, non dobbiamo andare alla ricerca di Dio, per trovarlo chissà dove: Egli è sempre presente a noi e dentro di noi.

Dobbiamo solamente concentrarci e prendere coscienza della sua presenza. Aprirci poi a Lui, nella sincerità e nell’umiltà del cuore.

Un salmo, sotto l’Ispirazione divina, ma anche poetica, canta la PRESENZA DI DIO, alla quale, purtroppo, noi siamo spesso assenti:

“ Signore, Tu mi scruti e mi conosci, Tu sai quando seggo e quando mi alzo: Penetri da lontano i miei pensieri, mi scruti quando cammino e quando riposo” Sal.139, 1-3).

Il vero problema è che noi oggi siamo troppo distratti e troppo spesso viviamo fuori di noi stessi. E la giustificazione più di frequente è sempre la stessa: non ho tempo!

Il culmine dell’insensatezza dell’uomo è di non trovare il tempo per Dio Creatore, che gli dona tutto il tempo e la stessa vita.

Coltiviamo maggiormente il SILENZIO e, con certezza, ci riuscirà più facile entrare in contatto con Dio.

Contatto, che deve essere quotidiano. E questo si realizza con tre azioni, in piena sintonia tra loro, nelle quali noi effondiamo in Lui il nostro cuore e la nostra vita: l’ASCOLTO, la RIFLESSIONE e il DIALOGO.

Questo contatto con Dio raggiunge la sua pienezza nell’EUCARISTIA della DOMENICA, alla quale non dovremmo mai mancare.

E’ da questo incontro vivificante con CRISTO, il quale si rende presente nel momento supremo della sua vita, la PASQUA, che cresce la Fede e si rinnovano tutte le relazioni con le persone e con le realtà in cui viviamo.

Dal contatto eucaristico sgorga, come acqua da sorgente, la Grazia che ci fa rinascere, come creature nuove, alla vita di Dio.

Ecco perché Egli ha espresso, in tono imperativo, il comando: “ FATE QUESTO IN MEMORIA DI ME!”

II contatto con Gesù ti porta a conoscere, sempre più pienamente, la Verità, che coincide con Lui, il quale afferma: “Io sono la VIA, la VERITA’ e la VITA” ( Gv.14,6).
Nel riscontro della storia umana, nessuno ha mai potuto smentire queste affermazioni, che sono un’autentica sfida. I SANTI, i MARTIRI e gli EROI del cristianesimo lo stanno ad attestare.

Ciò indica che Gesù non è solo uomo, ma è anche vero Figlio di Dio.
Anche noi, con la Fede, diveniamo figli di Dio, e non siamo più serv

Ma, purtroppo, se non la coltiviamo, viviamo sotto il dominio del peccato, che, gradualmente ci rende schiavi dei vizi capitali. Questi paralizzano la nostra VITA MORALE E SPIRITUALE.

Li vogliamo qui passare brevemente in rassegna:

- L’ambizione di ritenersi sempre migliori degli altri, (superbia).

- La bramosìa di possedere, (avarizia).

- La concupiscenza di godere, senza ritegno e senza regole, i piaceri della carne, del sesso e della gola, (lussuria e gola).

- L’ira, che toglie all’uomo il ben dell’intelletto.

- La gelosia per i doni e per i beni che hanno le altre persone, (invidia).

- Il disimpegno nella volontà di migliorare se stessi. (accidia).

Anche l’ignoranza, specialmente in campo religioso, purtroppo molto diffusa, è una grande forma di schiavitù. L’istruzione e la formazione religiosa, infatti, alimentano la Fede, la quale si avvale sempre della ragione e della conoscenza.

Più ci impegniamo nel conoscere Dio, più sentiamo il desiderio di Lui, che ci attira come la più potente delle calamite.

Gesù, con la sua Incarnazione, culminata nella Redenzione sulla croce, ci libera da tutte le specie di schiavitù, ma ad una condizione: chiede sempre la nostra libera e fattiva collaborazione. S.Agostino afferma:
“Quel Dio che ti ha creato senza di te, non ti salverà senza di te”.

La conclusione sgorga logica. La nostra vita, come Lui ci dice in tutto il VANGELO, è un CAMMINO DI LIBERAZIONE: non soltanto dal peccato, ma anche da tutti i vari condizionamenti che ci impediscono di dare a Dio il primo posto.

Consapevoli della nostra fragilità e debolezza, dobbiamo sempre concludere che, senza la preghiera, non è possibile procedere in questo CAMMINO di LIBERAZIONE.

E’ stato scritto: “Nella vita spirituale, la preghiera non è tutto, ma tutto comincia dalla preghiera”. Dimmi come preghi e ti dirò che Fede hai, perché la preghiera è il termometro della tua fede.



                                                                        P. Severino Consolaro