lunedì 29 ottobre 2012

RAPPORTO FEDE - RAGIONE


RAPPORTO FEDE – RAGIONE
I
LA SAGGEZZA E LA RAGIONEVOLEZZA DELLA FEDE

Ogni persona, che gode “del ben dell’intelletto”, se non “vuol viver come bruto”, è chiamata ad usare la ragione, che diventa profonda riflessione, sul senso e sul valore della propria vita.

Il grande scienziato, filosofo e mistico francese Blaise Pasca(1623-1662),
ha scritto i celeberrimi “PENSIERI”, nei quali ha sviscerato, con una logica rigorosa, fedele alla ragione, il Mistero di Dio e il Mistero dell’uomo, che si richiamano sempre e che non possono mai andare disgiunti.

Ecco un suo PENSIERO, dal quale prendiamo l’avvio per chiarire il problema “scottante” del rapporto FEDE-RAGIONE.

Pascal non esita a classificare gli uomini, individuandone la ragionevolezza o la follia, la felicità o l’infelicità, in forza del loro atteggiamento nei confronti di Dio.
“Non ci sono che tre categorie di persone. Quelle che servono Dio, avendolo trovato, quelle che si impegnano a cercarlo, perché non l’hanno trovato, quelle che vivono senza cercarlo, né averlo trovato."

Le prime sono ragionevoli e felici. Quelle di mezzo, che si impegnano a trovarlo, perché non l’hanno ancora trovato, sono ragionevoli e infelici. Quelle che vivono senza cercarlo, né averlo trovato, sono folli e infelici.

Ci domandiamo: credere in Dio è un atto di fede o di ragione?

E’ un atto di fede. La fede è una Luce accesa in noi da Dio stesso, nella quale percepiamo la sua Presenza, la sua Rivelazione, ed entriamo in una comunicazione profonda e vitale con Lui.

Allora, che ruolo ha la ragione nell’atto di fede?

La ragione, per se stessa, guidata dalla luce dell'intelletto, ricerca le risposte sulla condizione umana, ma avverte la propria insufficienza nel comprenderne e spiegarne tutte le Realtà, che la coinvolgono.

Pur non potendole però comprendere, la ragione, guidata dalla fede, le chiarisce, le approfondisce e le coordina.

I Misteri della fede, infatti, sono tutti armonicamente legati tra loro, in una logica intrinseca.

Per questo, S. Agostino afferma che la ragione e la fede si cercano e si supportano a vicenda. Sono come le due ali che si sostengono nella contemplazione della Verità.

La ragione è di supporto alla fede, perché ci accompagna fin sulla soglia, dove inizia il Mistero di Dio, che chiarisce però anche il Mistero dell’uomo.

La fede supera la ragione, ma non è mai contro la ragione.

A questo proposito ancora S. Agostino afferma: “Crede ut intelligas” e “Intellige ut credas”.
Frasi che, tradotte a senso, suonano così: “Credi e capirai di più” e “Ricerca rettamente con la ragione la Verità e crederai di più”.

La fede e la ragione infatti sono tutti e due doni di Dio, il Quale non può mai essere in contraddizione con Se stesso. E si fa trovare da chiunque lo cerca rettamente.

Credere è un atto ragionevole, perché Dio, nel rivelarsi, ci offre anche tutte le credenziali di autenticità.

Queste sono: di ordine Storico, di ordine Scritturistico e di ordine Esperienziale, e sono chiamate propriamente i Segni di credibilità.

Li vogliamo enunciare e brevemente spiegare, lasciando a ciascuno la responsabilità di riflettere e di confrontarsi con la Storia e con la propria esperienza.

Le Profezie, (che si sono sempre avverate). Gesù è l’unico personaggio della storia di cui è stata scritta la biografia con secoli di anticipo. I vaticini su di Lui sono circa trecento.

Pascal, in un altro dei suoi PENSIERI, come SEGNO dell’ autenticità di Cristo, ci propone proprio una riflessione sulle PROFEZIE che lo riguardano .

“Anche se un solo uomo avesse scritto un libro di predizioni su GESU’ CRISTO, determinando il tempo e la maniera della sua venuta, e GESU’ CRISTO fosse venuto conformemente a queste Profezie, ciò avrebbe una forza infinita.
Ma qui c’è assai di più: c’ è un seguito di uomini che, per quattromila anni, costantemente e senza variazioni, vanno predicendo, uno dopo l’altro, questo stesso avvenimento. C’ è un popolo intero che lo annuncia e che sussiste da quattromila anni per rendere testimonianza delle assicurazioni che essi ne hanno e da cui non possono essere distolti per qualsiasi minaccia e persecuzione che si possa far loro: ciò è ben diversamente importante”.

I Miracoli, le Conversioni, ossia i cambiamenti radicali di una persona, sono altri SEGNI, che umanamente non si possono spiegare.

Sono i SEGNI predetti da Gesù, mentre inviava gli Apostoli ad evangelizzare il mondo. SEGNI, che continuano a realizzarsi nella MISSIONE DELLA CHIESA CATTOLICA, fino alla fine dei tempi.

Il Vangelo attesta che la PAROLA DI DIO è sempre accompagnata dai SEGNI.
“Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro e confermava la Parola con i PRODIGI che l’accompagnavano”(Mc.16,20).

Ma il PIU’ GRANDE SEGNO STORICO, che li irradia tutti, è GESU’ CRISTO.

Egli, con il Mistero dell’Incarnazione, culminato nel Mistero della Redenzione, ha effettivamente cambiato la storia per tutti quelli che si aprono a Lui, accogliendolo nel dono della fede. La sua Risurrezione è il Segno per eccellenza della sua Divinità, al quale fanno capo tutti gli altri Segni e al quale Gesù stesso fa appello.

“ Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un SEGNO, ma non le sarà dato nessun Segno fuorché quello di Giona. Poiché come Giona fu un Segno per quelli di Ninive, così il Figlio dell’ uomo lo sarà per questa generazione” (Lc. 11,29-30).

Tutti i Santi e tutti i Martiri della Chiesa cattolica di ogni tempo, che non si possono nemmeno contare, CON LA LORO VITA E CON IL LORO MARTIRIO gli rendono la TESTIMONIANZA SUPREMA, , che Lui ha realmente vinto il peccato e la morte.

Così avviene anche per chiunque accoglie la sua Parola.

Può attestare, con verità, di sentirsi interiormente rinnovato.

I SEGNI INCONFONDIBILI della sua PRESENZA IN NOI sono: UNA VITA RICONCILIATA, LA PACE DEL CUORE e la GIOIA DI VIVERE.

Questi BENI SPIRITUALI, che solo LUI ci può donare, sono immensamente superiori ai BENI MATERIALI, sempre superficiali, labili e insicuri.

L’esperienza di tutti i Santi ci attesta, con chiarezza, che chi crede ed agisce in nome di Cristo, tocca con mano, in tanti SEGNI della sua vita, la POTENZA DI DIO, CREATORE E PADRE.

Ma avverte, più ancora, di sentirsi avvolto dal suo AMORE INDICIBILE. Quell’ AMORE, che lo ha spinto a donarsi, totalmente e senza riserve, all’umanità.

Un altro SEGNO, che la ragione deve bene valutare, è la diffusione, prodigiosa e universale, del Cristianesimo, da Lui fondato, che non si può né comprendere, né spiegare, se Gesù non fosse Figlio di Dio.

La difficoltà, infatti, di vivere umanamente la Legge Morale, che culmina nella perfezione evangelica delle Beatitudini; le persecuzioni, che fin dall’inizio ha incontrato il Cristianesimo, con l’Impero Romano, che ha tentato in tutti i modi di distruggerlo, facendo un numero incalcolabile di martiri, sono delle prove formidabili che tale Religione, e quindi che la Chiesa Cattolica, non viene dall’uomo, ma direttamente da Dio.

E’ celebre il dilemma, che diviene una argomentazione inconfutabile a favore del Cristianesimo. “ Il Cristianesimo si è diffuso o con i Miracoli o senza Miracoli. Se si è diffuso senza Miracoli, la sua universale diffusione è il più grande Miracolo”.

A questo proposito, nel libro degli “Atti degli Apostoli”, troviamo l'affermazione, molto saggia, del fariseo Gamaliele, dottore della Legge, che si rivolge ai membri del Sinedrio, i quali perseguitavano gli Apostoli, perchè annunciavano che Gesù è Risorto. Egli fa loro questa proposta:

“Per quanto riguarda il caso presente, ecco ciò che vi dico. Non occupatevi di questi uomini e lasciateli andare. Se infatti questa teoria o questa attività è di origine umana, verrà distrutta; ma se essa viene da Dio, non riuscirete a sconfiggerli; non vi accada di trovarvi a combattere contro Dio”.
( At.5,38-39).

Se, dopo duemila anni, nessuno è riuscito a distruggere il cristianesimo, che anzi si è sempre più diffuso nel mondo, significa che questa Religione non viene dagli uomini, ma da Dio.

E anche la ragione compie il suo più grande atto di onestà quando riconosce il proprio limite, senza pretendere di voler spiegare il MISTERO o di negarlo.

Con la fede, l’uomo accoglie la Rivelazione di Dio, che ci svela tutta la Verità, anche ciò che umanamente noi non possiamo comprendere. E’ Gesù che ce lo dice: “ Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quel che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre, l’ ho fatto conoscere a voi” (Gv.15,15). Non soltanto.

Nella FEDE, Dio stesso si dona a noi, perché possiamo vivere nella VERITA’ e nella GRAZIA della sua AMICIZIA e del suo AMORE.

La fede è realmente la Luce di Dio, accesa in noi dal suo Spirito. Il salmo lo esprime in maniera impareggiabile: “E’ in Te la SORGENTE della Vita, alla Tua LUCE noi vediamo la luce” (Sal. 36,10).

Ma la FEDE è un DONO di DIO. Nessuno può credere, se non PER GRAZIA DI DIO.

S. Paolo lo esprime così:”Nessuno può affermare: GESU' E' IL SIGNORE, se non sotto l'azione dello Spirito Santo”(1 Cor.12,3).

Ecco perchè la FEDE bisogna implorarla incessantemente nella preghiera.

Riportiamo qui la preghiera più indicata per chiedere il DONO DELLA FEDE.

E' di S. Anselmo, vescovo e dottore della Chiesa.

“ Signore, insegnami a cercarti e mostrati quando ti cerco:
non posso cercarti se Tu non me lo insegni,
né posso trovarti se Tu non ti mostri.
Che io ti cerchi desiderandoti
e ti desideri cercandoti,
che ti trovi amandoti”.
Ogni persona deve riflettere seriamente sul senso, sul valore e sull’orientamento da dare alla vita, che gli è stata donata come valore inestimabile, nel tempo, ma che dura per l’eternità.

L’uomo è come un passeggero: sta viaggiando sopra un treno che corre a grande velocità (= la vita) sulla terra (che pure viaggia continuamente ad una velocità pazzesca, ma lui non se ne accorge…E di quante cose l’uomo non si accorge!...) Egli non ricorda la stazione di partenza, perché non aveva ancora cognizione di sé. Sa però con certezza che ad una stazione ferroviaria dovrà fermarsi e scendere.

E’, a dir poco,un grande insipiente chi non riflette seriamente sul viaggio della propria vita, che si svolge tra due realtà, avvolte nel Mistero: la NASCITA e la MORTE. Mentre vive, ogni persona ha occasione di rendersi conto che la scena di questo mondo è stupenda, ma è insieme anche drammatica.

E proprio perché la vita su questo pianeta Terra si vive una volta sola, e ognuno la “costruirà” per l’eternità, senza più possibilità di cambiarla, dopo il tempo, è urgente darle un senso e un orientamento.

Certamente, chi ha la fede, possiede una marcia in più, che è di un valore incalcolabile. Illuminato dalla Luce di Dio, egli si rende conto che, mentre la sua VITA FISICA è sottoposta ad un progressivo ed inevitabile disfacimento, la sua VITA INTERIORE, nella quale coltiva i VALORI CHE NON TRAMONTANO, cresce di giorno in giorno. Allora comprende bene la verità enunciata dall’Apostolo Paolo: “ Per questo non ci scoraggiamo, ma se anche il nostro UOMO E STERIORE si va disfacendo, quello INTERIORE si rinnova di giorno in giorno “(2 Cor. 4,16).

Per chi non crede, invece, la ragione diventa l’unico criterio che lo guida a vivere con saggezza. Usando la ragione, infatti, l’uomo può discernere, sia pure nella fragilità della natura umana, vulnerata dal peccato, ciò che è vero e ciò che è falso, ciò che è buono e ciò che è cattivo. Tutti portano scolpita nella coscienza la Legge morale naturale, che manifesta i Principi etici del Bene e del Male. Pur condizionato in tanti modi, l’uomo ha sempre un margine sufficiente di libertà, per compiere le scelte decisive della propria vita.

Anche chi non crede, non deve mai chiudersi pregiudizialmente al Mistero che intuisce esistere al di là della ragione, ossia alla “Verità tutta intera.
(cfr. Gv.16,13 ) di cui parla il Vangelo.

Con la fede, noi accogliamo la RIVELAZIONE del PADRE, ossia il Dono che Egli fa di Se stesso, nel MISTERO DEL FIGLIO SUO GESU’ CRISTO. In LUI ci rende figli, e come tali, partecipi della sua vita divina.

Tutto il MISTERO DI DIO e TUTTO IL MISTERO DELL’ UOMO si sintetizzano in GESU’ CRISTO. Egli è la RISPOSTA DEFINITIVA e COMPLETA, donata all’ uomo, che è sempre alla ricerca del senso e del valore della propria vita.

“Noi non conosciamo Dio – dice Pascal – che per tramite di GESU’ CRISTO. Senza questo MEDIATORE ci è tolta ogni comunicazione con Lui; per GESU’ CRISTO, noi conosciamo Dio…Senza GESU’ CRISTO il mondo non sussisterebbe; poiché sarebbe necessario o che fosse distrutto o che fosse come un inferno”.

Il FIGLIO DI DIO INCARNATO è, infatti, il MEDIATORE dell’ ALLEANZA ETERNA di AMORE tra DIO e L’UOMO, ratificata con il suo sangue.

Come Persona del VERBO, Egli ha assunto la nostra NATURA UMANA, per immolarla sulla croce. Il PADRE lo risuscita, nella sua Umanità Santissima, per la GLORIA ETERNA. GESU’ diviene così, per sempre, il NOSTRO AVVOCATO presso il PADRE.

Come vero Dio, Egli elargisce i frutti della sua Redenzione, Tesoro Inesauribile di GRAZIA e di MISERICORDIA, per la salvezza di noi peccatori.
E qui ancora Pascal, in uno dei suoi PENSIERI, sempre molto profondi, esprime il MISTERO di GESU’, che è insondabile e ineffabile, per chiunque lo avvicina nella sincerità del cuore.

“ GESU’ CRISTO è un DIO a cui ci si accosta senza orgoglio e sotto il quale ci si abbassa senza disperazione”.

Davanti al Mistero della sua croce è impossibile rimanere indifferenti. EGLI dalla croce giudica e salva il mondo. Soltanto ai piedi della croce noi scopriamo veramente chi è Dio e chi è l’ uomo. E soltanto lì, dove siamo stati rigenerati dal suo Sangue, veniamo rinnovati dallo Spirito e nello Spirito.

Nell’ abbraccio di GESU’ CROCIFISSO avviene la RICONCILIAZIONE COSMICA, che segna la VITTORIA TOTALE e DEFINITIVA dell’AMORE del DIO UNO e TRINO, al Quale sia ONORE e GlORIA nei secoli dei secoli.
Nella vita di noi pecatori, ci accompagni sempre la certezza della sua MISERICORDIA, che non viene mai meno, come ci dice l'Apostolo prediletto.
“Figlioli miei,vi scrivo queste cose perché non pecchiate: ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un Avvocato presso il PADRE: GESU’ CRISTO Giusto”(1 Gv.2,1 ).









                                                        




                    RAPPORTO FEDE – RAGIONE

II

LA RAGIONEVOLEZZA DEL CREDERE


La FEDE e la RAGIONE sono ambedue fonti di conoscenza per l ‘uomo.

La FEDE si affida alla RIVELAZIONE DI DIO, CREATORE e PADRE, che si è manifestata in CRISTO, SUO FIGLIO.

La RAGIONE si affida alle SOLE RISORSE dell’intelligenza umana.

La FEDE e la RAGIONE non sono mai in contraddizione tra loro, e sono ambedue necessarie per emettere l’ATTO DI FEDE.

Anche se la RAGIONE non può comprendere i MISTERI DELLA FEDE, non può negare le CREDENZIALI, di ORDINE STORICO, SCRITTURISTICO ed ESPERIENZIALE, che Dio offre come SEGNI GARANTI dell’autenticità della sua RIVELAZIONE.

                                                          P. Severino Consolaro

domenica 28 ottobre 2012

La Trasfigurazione di Gesù sul Monte Tabor


                               LA TRASFIGURAZIONE DI GESU’ SUL TABOR


GESU’, NEL MISTERO DELLA SUA TRASFIGURAZIONE, RIVELA ALL’UOMO LA GLORIA DEL PADRE, PER CHIAMARLO A SALIRE SUL MONTE ED INTRECCIARE CON LUI UN IDILLIO DI AMORE.

I 4 Vangeli sintetizzano tutta la vita e la missione di Gesù nel viaggio verso Gerusalemme, ossia verso la Pasqua, che Egki chiama la sua ORA. Vi accennano con frasi simili a queste: “Mentre era in viaggio…Mentre saliva a Gerusalemme”.

L’Evento costante di riferimento, nella PAROLA e nei SEGNI che Gesù compie, è la sua PASQUA: il PASSAGGIO dalla morte alla VITA ETERNA, mediante la sua RISURRAZIONE.

Un PASSAGGIO, CHE è AVVENUTO nel DONO TOTALE ED INCONDIZIONATO DI SE STESSO AL PADRE PER LA SALVEZZA DI TUTTO ILGENERE UMANO.

Grazie alla PASQUA di GESU’, anche il viaggio dell’esistenza terrena diventa un PASSAGGIO DALLA MORTE ALLA VITA ETERNA CON DIO.

S. Paolo, il più grande Missionario e Testimone di Cristo, lo annuncia con forza. “Certa è questa parola: Se moriamo con Lui, vivremo anche con Lui; se con Lui perseveriamo, con Lui anche regneremo (2 Tm, 2,11).

E la Sacra Scrittura, nel Prefazio della Messa dei Defunti, ribadisce questa verità: ” La vita non è tolta, ma trasformata: e mentre si distrugge questo esilio terreno, viene preparata una abitazione eterna nel cielo”.

Per questo, nella visita al S. Sepolcro ho baciato, con intensa pietà, la Pietra Tombale di Cristo, affidandogli la mia morte, in cambio della sua VITA ETERNA.

Il corpo fragile di ogni persona, alla morte si corrompe. Ma il suo spirito, che è immortale, con tutte le opere, ossia con tutto quello che ha costruito nella vita terrena, RIMANNE PER L’ETERNITA’.

Il viaggio di Gesù verso Gerusalemme è un CAMMINO GRADUALE DI RIVELAZIONE all’umanità, che ha inizio con il Battesimo al Giordano.

Là si aprono i cieli e il Padre stesso, in una MANIFESTAZIONE SOLENNE, lo dichiara il proprio Figlio, inviato da Lui nel mondo come il MESSIA-SALVATORE PROFETATO, per la salvezza di tutte le creature.

Nel mezzo del suo CAMMINO DI LIBERAZIONE, con il quale Egli porta a pieno compimento l’ESODO del suo popolo dalla schiavitù dell’Egitto, tra il Battesimo e la Pasqua, avviene la sua Trasfigurazione sul monte Tabor.

Ci soffermiamo su questo Mistero, perché ha una valenza particolarmente densa, nel manifestarci l’identità di Gesù Cristo e, di riflesso, la nostra identità di creature umane.

Gesù, infatti, non è venuto a svelarci soltanto il MISTERO DI DIO, ma anche il MISTERO DELL’UOMO.

Prima di svelarcelo con la sua PAROLA, Egli lo svela a noi con la sua VITA. E chiede anche a noi di rispondere al suo AMORE CON LA NOSTRA VITA.

La FEDE IN LUI non si può limitare a delle pratiche religiose.

S. Giacomo ci dice espressamente: “ La fede, se non ha le opere, è morta in se stessa”( Gc.2,17).

CREDERE significa SEGUIRE CRISTO, Fare le SCELTE DI VITA che Egli ha fatto, camminare sulle sue orme, affidandoci sempre a Lui e fidandoci di Lui.

Solo così, Gesù diventa per noi veramente la bussola, che ci ORIENTA nel cammino, non facile, dell’esistenza terrena.

E il VIAGGIO della nostra vita raggiungerà il CULMINE e il COMPIMENTO, quando la sua PASQUA DI MORTE e di RISURREZIONE diventerà la nostra PASQUA.

Il Vangelo affermano; “ Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte” (Mt. 17,1).

“Alto monte”: non ha significato puramente geografico:

Il Monte Tabor raggiunge un’altitudine di metri 558, ma si eleva, maestoso e isolato, sopra la fertile ed estesa pianura di Esdrelon.

Dal monte Tabor si ammira-dall’alto-uno dei panorami più vasti e più stupendi della Terra Santa.

Più che l’altitudine geografica, il Vangelo vuole, quindi, sottolinearci che il Tabor è “ elevato” e “ in disparte”,
lontano dalle abitazioni, dai rumori e dal frastuono della gente.

IL MONTE, nella Bibbia, ci richiama al luogo, dove Dio si rivela. Ma, per rivelarsi, Egli invita sempre l’uomo a staccarsi dal chiasso e da tutte le distrazioni: lo chiama a salire sul MONTE, come ha chiamato Mosè sul Monte Sinai.

Questo sta a significare che Dio si rivela a chi gli dona SPAZIO DI TEMPO e DISPONIBILITA’ INTERIORE DI ASCOLTO.

Il che non può avvenire, se la persona non si raccoglie in un clima di PROFONDO SILENZIO.

S: Agostino, dopo la sua lunga e travagliata esperienza nella ricerca di Dio, ci dice che, per incontrarlo, dobbiamo rientrare nell’intimo del nostro cuore. E’ lì che Lui ci attende, è lì che Lui vuole porre la sua stabile dimora.

Sul monte Tabor, Gesù chiama i tre Apostoli prediletti, Pietro, Giacomo e Giovanni, per RIVELARE IL MISTERO DELLA PROPRIA IDENTITA’.

“ E fu trasfigurato davanti a loro”(Mt. 17,2).
 LA TRASFIGURAZIONE è Anticipo e Profezia della PASQUA.

Gesù lascia cadere i veli della sua UMANITA’, per mostrare la GLORIA ETERNA della sua DIVINITA’, come FIGLIO DEL PADRE.

I tre Apostoli, immersi ed estasiati nella contemplazione del suo volto, bramerebbero rimanere sempre in quello stato.

Pietro, con tanto entusiasmo, e anche con tanta ingenuità, esprime questo ardente desiderio, nella supplica:

“ Signore, è bello per noi restare qui; se vuoi, farò qui tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia.(Mt.17,4).

Queste parole di Pietro ci fanno capire che il Mistero della TRASFIGURAZIONE di Gesù è veramente un preludio del paradiso. Là godremo la beatitudine eterna, nel totale ed indicibile soddisfacimento di tutte le aspirazione, più vere e più profonde, del nostro cuore.

Lasciamoci ammaestrare ancora dalla Sapienza del grande dottore della Chiesa S. Agostino. Dopo la sua conversione,

illuminato dalla luce dello Spirito Santo, scrive la sua celeberrima autobiografia:” LE CONFESSIONI”.

Tutto il libro è un dialogo, diretto e sincero, con Dio, in forma di preghiera. Esso sintetizza le VERITA’ SU DIO E SULL’UOMO.

Nei confronti di Dio, è una contemplazione del suo amore misericordioso.

Nei confronti dell’uomo, è un’umile e sincera CONFESSIONE delle proprie colpe.

Tutto il libro è così un CANTO ALL’AMORE e ALLA MISERICORDIA di Dio, che lo ha salvato.

Ma egli canta anche la GRANDEZZA DELL’UOMO, creato ad Immagine e Somiglianza di Dio, per essere l’interlocutore privilegiato del suo Amore.

Ecco perché, nella sua autobiografia, egli esclama: “ Tu ci hai fatto per Te, Signore, e il nostro cuore è inquieto finchè non riposa in Te”.

Solo Dio può appagare totalmente l’uomo, che ha creato a sua Immagine e Somiglianza. Ciò si realizza compiutamente nella VITA ETERNA.

Il PARADISO non è un luogo, ma UNO STATO DI VITA, in cui Dio SI RIVELA E SI DONA IN PIENEZZA.

Poiché la VITA ETERNA non si può descrivere in termini umani, tanto supera le nostre categorie mentali limitate, S.Paolo ce la fa immaginare e…sognare con queste parole:

“ Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì ,né maientrarono in cuore di uomo, queste ha preparato Dio per coloro che lo amano”.
 (I Cor. 2,9).

Anche l’Apostolo prediletto, nel libro dell’Apocalisse, ci descrive la CHIESA TRIONFANTE DEL CIELO, che chiama GERUSALEMME CELESTE, con le seguenti bellissime immagini:

“ Vidi poi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il cielo e la terra di prima erano scomparsi e il mare non c’era più. Vidi anche la città santa, la NUOVA GERUSALEMME, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa pronta per il suo sposo. Udii allora una voce potente che usciva dal trono: Ecco la dimora di Dio con gli uomini! Egli dimorerà tre di loro ed essi saranno suo popolo ed egli sarà il DIO CON LORO. E tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né pianto, perché le cose di prima sono passate”.(Ap. 21,1-4).

E’ vero: noi incontriamo Dio anche in questa vita terrena, nel CAMMINO DELLA FEDE, ma nascosto sotto i SEGNI.

Per incontrare Dio e stabilire poi un DIALOGO DI AMORE CON LUI, è necessario cercarlo, come S.Agostino, con cuore umile e sincero.

Quando Egli si rivela, l’anima che ne percepisce la PRESENZA, non può chiedergli altro, se non ciò che gli ha chiesto Pietro sul Tabor, che, tradotto, si può esprimere così: “ Gesù, rivelati ancora e…rimani sempre con me”.

Con la TRASFIGURAZIONE, Gesù, non solo dimostra, ma mostra che Egli è il VERO DIO e insieme VERO UOMO, nell’UNICA PERSONA del VERBO, la seconda persona della SS.TRINITA’.

Sul monte Tabor, il suo volto umano è trasfigurato dal PADRE, che lo proclama SUO FIGLIO DILETTO.

Sul MONTE CALVARIO, quello stesso volto sarà SFIGURATO dal MISTERO del MALE.

Senza il MISTERO della sua INCARNAZIONE, non ci sarebbe per noi REDENZIONE e quindi SALVEZZA.

Proprio perché il FIGLIO DI DIO SI E’ FATTO UOMO, S.Paolo può affermare: “ Come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo” (I Cor. 15,22).

La TRASFIGURAZIONE DEL TABOR ha un grande significato per indicarci la via sicura, che ci dispone ad incontrarlo.

La strada che si inerpica serpentina sul Monte Tabor è un tragitto molto significativo. Vuole rappresentare la nostra vita che è un cammino in salita, per incontrare Dio.

Salire ti costa fatica fisica. Ma anche vincere il tuo egoismo, per fare della tua vita un DONO A DIO E AI FRATELLI, ti costa sacrificio.

Più sali, però, più l’aria si fa pura e il panorama si allarga davanti a te.

Più sali, più ti senti libero e meno condizionato dalle realtà terrene, che tanto ci affannano, ci distraggono e anche ci tentano.

Più sali, più le vedi lontane e circoscritte nella loro effettiva entità.

Allora ti rendi conto che la VITA CRISTIANA è un CAMMINO DI LIBERAZIONE, nel quale Dio chiede sempre anche la nostra collaborazione.

Più vinci il tuo egoismo, più ti sentirai forte nei momenti della prova.

Più vinci il tuo egoismo, più cresce in te la gioia nello scoprire le meraviglie che l’amore del Signore opera in te.

Più ti lasci coinvolgere da questo Amore, più avverti la necessità, forse è meglio dire l’urgenza, di annunciarlo ai fratelli.

Man mano che sali, nel CAMMINO DELLA VITA SPIRITUALE, il mondo, dentro di te, si trasfigura: lo contempli, infatti, sempre più con gli occhi di Dio, che sono gli occhi di CRISTO CROCIFISSO.

Nella fatica del salire, hai bisogno, ogni tanto, di fare una sosta per rifocillarti e per riposare le tue forze fisiche.

Anche nel tuo CAMMINO INTERIORE VERSO DIO, che è il VERO TRAGUARDO DELLA VITA, hai bisogno di sostare spesso, mediante la PREGHIERA e i SACRAMENTI, per rinnovare le tue energie spirituali.

Soltanto così, tu entri in un RAPPORTO DI AMORE sempre più profondo con CRISTO, UNICO MEDIATORE tra noi e il PADRE.

E Gesù ti fa dono del suo SPIRITO, per divenire VITA DELLA TUA VITA.

Nella proporzione in cui tu ti apri e ti rendi disponibile, Gesù si RIVELA A TE, APRENDOTI ORIZZONTI DI LIBERTA’ E DI AMORE, SEMPRE PIU’VASTI E SCONFINATI.

Tutto ciò avviene, PER GRAZIA DI CRISTO, A LODE DI DIO PADRE. AMEN.


                                                      P, Severino Consolaro


mercoledì 24 ottobre 2012

LA VITA è VOCAZIONE


LA VITA E’ VOCAZIONE

        VOCAZIONE

E’ la parola che dovresti amare di più.
Perché è il segno di quanto
Sei importante agli occhi di Dio.
E’l’indice di gradimento, presso di Lui,
della tua fragile vita.
Sì, perché se ti chiama,
vuol dire che ti ama.
Gli stai a cuore, non c’è dubbio.
In una turba sterminata di gente,
risuona un nome: il tuo!
Stupore generale.
A te non ci aveva pensato nessuno.

Lui sì!

Davanti ai microfoni della storia
ti affida un compito su misura…

… per Lui!

Sì, per Lui, non per te.
Più che una missione,
sembra una scommessa.
Una scommessa sulla tua povertà.
Ha scritto “ ti amo” sulla roccia,
non sulla sabbia, come
nelle vecchie canzoni.
E accanto ha messo il tuo nome.
L’ha scritto di notte! Nella tua notte!Alleluia! Puoi dire a tutti:
non si vergogna di me!

            Don Tonino Bello

 
    INTRODUZIONE
DIO TI CHIAMA A PROMUOVERE LA VITA
CHE TI E’ STATA DATA IN DONO

 Il tema radicale: LA VITA E’ VOCAZIONE, lo vogliamo sviluppare in tre brevi trattati, intimamente collegati tra loro e sempre fondati sulla Parola di Dio, che ci rivela la vera entità di ogni problema.

1- LA VOCAZIONE ALLA VITA.

La vita, come presa di coscienza della persona a questa chiamata radicale, che Dio le ha rivolto, in ordine alla propria realizzazione.

2- La VOCAZIONE ALLA FEDE.

La chiamata di Dio, rivolta ad ogni persona, a RI-NASCERE IN CRISTO, NELLO SPIRITO, per crescere come FIGLIA DI DIO, fino al COMPIMENTO, che si realizzerà nella VITA ETERNA.

3- La VOCAZIONE AD UNO STATO DI VITA.

La scelta della persona di realizzare concretamente la VOCAZIONE, abbracciando uno STATO DI VITA: Sacerdozio, Vita Religiosa o Matrimonio.



LA VITA E’ VOCAZIONE


Prima ancora che noi esistessimo, Dio ci ha chiamati, per nome, alla vita. E’ la prima e fondamentale chiamata, che Egli ha rivolto ad ogni persona.

Ognuno è stato chiamato per nome. Ogni persona è unica e irrepetibile. Nessuna persona è uguale a me. Ciascuna ha un nome, un cognome, una fisionomia, un carattere inconfondibili e originali.
Ogni persona, perciò, deve prendere coscienza della propria identità e della propria irripetibilità.

“Conosci te stesso” è la prima massima della saggezza.
La conseguenza logica dell’unicità di ogni persona, è evidente e ha un peso determinante. Nessuno può occupare il mio posto nella vita. Nessuno può fare il bene che sono chiamato da Dio a compiere io, secondo i talenti ricevuti. La mia mancata risposta lascia un vuoto incolmabile, che nessun altro può riempire. Gli effetti negativi del mio disimpegno peseranno, per sempre, prima di tutto, su di me. Ma poi anche sulle persone che incontro e, più ancora, sulle persone con le quali io convivo.

Su questo punto, tutti noi dobbiamo farci un serio esame di coscienza.

Dio, quando ha chiamato all’esistenza ciascuno di noi, ha espresso le parole che ha rivolto al profeta Geremia:

“ Prima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo, prima che tu uscissi alla luce, ti avevo consacrato”. (Ger.1, 5).

“ Prima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo”.

Il verbo CONOSCERE, nel senso biblico, non si limita mai ad un rapporto puramente intellettuale, ma arriva sempre ad un rapporto di amore.


L’AMORE, infatti, è la forma più piena e più perfetta della CONOSCENZA.

Il grande dottore della Chiesa S. Agostino afferma:

 “ Si conosce veramente solo ciò che si ama veramente”.
“Ti conoscevo”, significa quindi: “ ti amavo”.

Anche il libro della Sapienza attesta, con chiarezza, tale verità:
“Poiché Tu ami tutte le cose esistenti e nulla disprezzi di quanto hai creato;se avesti odiato qualcosa, non l’avresti neppure creata” (Sap.11,24).

Ma la Rivelazione piena che Dio è AMORE, l’ha manifestata GESU’ CRISTO, il FIGLIO DI DIO, facendosi uomo e donandosi totalmente per noi, nella sua PASQUA DI MORTE E DI RISURREZIONE.

Nel Mistero dell’INCARNAZIONE E DELLA REDENZIONE, Egli ci ha mostrato e dimostrato un AMORE tale, che noi mai avremmo potuto scoprire e nemmeno immaginare.
Ma, se DIO E’ AMORE, vuole essere ricambiato da noi con l’AMORE.

L’Apostolo prediletto, che ha fatto esperienza dell’intimità con Gesù, ci attesta: “Dio è AMORE. Chi sta nell’AMORE dimora in Dio e Dio dimora in lui” ( I Gv. 4,16)

Come il sole irradia la luce con tutta la sua energia vitale, così Dio, in ogni sua OPERA, irradia AMORE.

La conseguenza logica è che la vita di ognuno di noi, anche se vulnerata nel corpo e nello spirito a causa del peccato, resta fondamentalmente BUONA, perché è stata generata e continua ad essere generata dal suo AMORE.

Per questo, Dio ha creato l’uomo e la donna a sua immagine e somiglianza, ossia come persone, capaci di ricevere amore e di donare amore.

Ecco le parole precise del libro della Genesi:

“Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò” (Gen.1,27).

Percepire che viviamo perché siamo stati amati e continuiamo ad essere amati da Dio, fino al dono del suo Figlio, è la più grande e la più sconvolgente scoperta dell’esistenza umana.

“Prima ancora che tu uscissi alla luce, ti avevo consacrato”.

Poichè tutti siamo stati creati da DIO PER AMORE E SIAMO IMPREGNATI DEL SUO AMORE, il fine primo della vita è, senza dubbio, quello di RICONOSCERE E DI ADORARE LUI, COME NOSTRO CREATORE e PADRE.

Se ci sforziamo di realizzare, nelle scelte quotidiane, questa verità fondamentale, mettiamo veramente ordine nella nostra vita. La orientiamo, infatti, tutta al suo vero fine, che è quello di AMARE DIO e di AMARE I FRATELLI.
 
Se poni Dio al primo posto, tutte le altre realtà della tua vita si collocano al loro posto.
 
E nel grado in cui tu scopri di essere amato, riesci, a tua volta, ad amare.

Infatti, man mano che tu ti apri a DIO, Egli ti dona il suo SANTO SPIRITO, il quale ti spinge ad irradiare il suo AMORE sui fratelli.

Il primo tributo che dobbiamo a tale AMORE, oltre all’ADORAZIONE, è il RENDIMENTO DI GRAZIE a Lui, che tutto ci ha donato e che tutto ci dona.

S.Paolo ci dice: ”Che cosa mai possiedi che tu non abbia ricevuto? E se l’hai ricevuto, perché te ne vanti come non l’avessi ricevuto?”
(I Cor. 4,7).

Per questo, ogni persona, nei confronti di Dio, è chiamata a cantare il suo amore e la sua riconoscenza, come li ha cantati Maria, la Madre del Signore, nel suo Inno di pura lode, il MAGNIFICAT.

“ L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva”(Lc. 1,46-48).

In secondo luogo, con il DONO DELLA VITA, Dio rivolge ad ogni persona un appello: collaborare con Lui nell’impegno di SVILUPPARE TUTTE LE CAPACITA’che Egli le ha donato, mettendole a servizio della sua gloria e per il bene dei fratelli.

CRESCERE significa CAMBIARE, allargando sempre più gli orizzonti della propria vita, in rapporto con il MISTERO DI DIO, che ci avvolge e ci penetra tutti, con la COMUNITA’ UMANA e con l’UNIVERSO che ci circonda

Quante vite hanno un esito mancato, per carenza di educazione-formazione e per disimpegno personale, nel portare a maturazione i doni e le potenzialità ricevute!

Dio si serve di tutti i mezzi e di tutte le circostanze, in cui ogni persona si viene a trovare, per farle capire il PROGETTO da realizzare.

Non dimentichiamo che, alla fine della vita, ognuno di noi rimarrà, PER L’ETERNITA’, in quello stato in cui sarà trovato, al momento della propria morte.

Momento, segnato dal GIUDIZIO di DIO, che è MISERICORDIOSO, MA ANCHE GIUSTO.

A tale proposito, l’Apostolo S. Giovanni, nell’Apocalisse, accenna alla eventualità tremenda che un’anima ha di subire la pena della SECONDA MORTE:

“ Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese: il vincitore non sarà colpito dalla SECONDA MORTE”( Ap.2,11).

Qual è la SECONDA MORTE, di cui parla l’ultimo libro della Sacra Bibbia?

Al termine della vita terrena, per l’uomo, ci sono due specie di morte.

La MORTE PRIMA, che è la MORTE FISICA del corpo.

Questa è la sorte di ogni persona, ereditata dal peccato. Si realizza IN UN ISTANTE, alla FINE DEL TEMPO che Dio ci ha donato.

La SECONDA MORTE, invece, di cui parla l’Apocalisse, è la DANNAZIONE della persona, anima e corpo, PER TUTTA L’ETERNITA’.

Questa morte terribile è il frutto, molto amaro, della colpa, quando giunge agli effetti estremi e irrimediabili.

La SECONDA MORTE è la SEPARAZIONE ETERNA DELL’ANIMA DAL DIO-AMORE, CHE ESSA HA RIFIUTATO.

E’ lo STATO DI VITA dopo la morte, che noi chiamiamo INFERNO. Si può sintetizzarlo in questa verità:

La NEGAZIONE RADICALE E TOTALE DELL’AMORE.

QUESTO SIGNIFICA LA CONDANNA ETERNA A VIVEVERE NELL’ODIO, CON I DEMONI E COME I DEMONI.

Ciò che maggiormente colpisce, per chi riflette, è la grande leggerezza di troppe persone, prigioniere del male, forse è meglio dire del Maligno, che rimangono indifferenti o addirittura deridono le REALTA’ ULTIME della vita, dalle quali nessuno può sfuggire.

Questo è il VERO CASO SERIO, davanti al quale non è mai lecito scherzare, perché mette in gioco la NOSTRA VITA PER L’ETERNITA’.

Queste REALTA’ULTIME della vita non sono fondate sulla parola dell’uomo, che è labile come la scrittura sulla sabbia. Sono fondate sulla PAROLA DI DIO, che è indelebile, come le incisioni del fuoco sul marmo.

“ Il cielo e la terra passeranno, ma le mie Parole non passeranno.( Lc.21,33).

Ecco perché Dio, al fine di attirarci a sé, ci rivela tutta la sua Misericordia, come ultima ancora di salvezza.

Tramite l’apostola della Divina Misericordia, santa Faustina Kowalska, (1905-1938), Egli ci invita ad accogliere il grande appello alla conversione, con queste parole, molto chiare e forti:

“ Prima che io venga come Giudice giusto, spalanco la porta della Mia Misericordia. Chi non vuole passare attraverso la porta della Misericordia, deve passare attraverso la porta della mia Giustizia”.  (Diario 1146)

Non abbiamo mai finito di scoprire la VITA, in tutte le sue dimensioni e con tutti i suoi valori.

- La Vita è Dono di Dio, nel quale sono inseriti tutti gli altri doni.

- La Vita è Miracolo, davanti al quale anche la scienza si inchina.
Perché non sa spiegarlo, né tanto meno riprodurlo.

- La Vita è Mistero, che non si può mai comprendere esaurientemente.

Si perde nel MISTERO DI DIO, FONTE INESAURIBILE DELLA VITA.
Il DONO DELLA VITA racchiude:

a) Lo SPIRITO IMMORTALE, che si manifesta mediante le CAPACITÀ INTELLETTIVE E SPIRITUALI.

b) Il CORPO, che si esprime in tutte le ATTIVITÀ
E CAPACITA’FISICHE E MANUALI.

Il libro sacro della Genesi ci descrive plasticamente questi due elementi, che costituiscono la persona umana: l’anima immortale (il soffio vitale di Dio); il corpo (la polvere del suolo, plasmata da Dio).

“ Il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente” ( Gen.2,7).

Tre sono le forme di vita nella Creazione di Dio:

a) Vegetale o vegetativa: riguarda le funzioni biologiche elementari di ogni forma di vita. E’quella propria delle piante.

b) Animale o sensitiva: riguarda le funzioni biologiche sensitive, proprie degli animali.

c) Umana o Intellettiva e spirituale: riguarda la vita della conoscenza e dello spirito, propria della persona umana.
L’uomo possiede tutte e tre queste forme di vita. Ma, ovviamente, la vita vegetativa e sensitiva devono essere in lui orientate e guidate sempre dalla vita intellettiva e spirituale.

La qualità di vita, quindi, distingue queste tre specie di esseri viventi.

La vita dei VEGETALI e degli ANIMALI è governata solamente dall’istinto, il quale regola necessariamente ogni impulso vitale.

La vita dell’uomo, invece, oltre che dalle leggi fisiche, che governano la vita del suo corpo, è guidato dalla LEGGE MORALE, che Dio ha scolpito nella sua coscienza.

E’ una LEGGE di LIBERTA’, che NON IMPONE, ma PROPONE e ORIENTA le scelte della vita.
La conseguenza è la RESPONSABILITA’ DELLE PROPRIE AZIONI.

Tale LEGGE MORALE, ridotta all’essenziale, può essere sintetizzata così:

FARE IL BENE ed EVITARE IL MALE.

FARE IL BENE significa agire in conformità alla Legge Morale e alla Volontà di Dio.

FARE IL MALE significa scegliere ciò che è contro la Legge Morale, laVolontà e l’Amore di Dio.
La conclusione logica è chiara: ogni persona deve interpellare costantemente la propria coscienza, per agire rettamente.

E, poiché tutto ci viene dato in dono, dobbiamo chiedere, nella preghiera, ininterrottamente e con fiducia, la PERSEVERANZA NELLA FEDE.

Questa ci orienta a vivere NELLA SEQUELA DI CRISTO, che ci illumina con il suo SPIRITO.


Egli stesso ci esorta a farlo con insistenza:
“ Ebbene io vi dico: Chiedete e vi sarà dato,cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto” (Lc.11,9-10).


                                  Fr. Severino Consolaro




II
LA VOCAZIONE ALLA FEDE

Ogni persona umana, che nasce in questo mondo, è chiamata da Dio, che è l’AMORE, ad una dignità incomparabile: CONDIVIDERE CON LUI la vita, ricevuta in dono.

Il libro di Catechismo dottrinale di S. Pio X, alla domanda fondamentale sul perché Dio ci ha creati, rispondeva: “Per conoscerlo, amarlo, servirlo in questa vita e goderlo poi per la vita eterna”.

Risposta che rimane pienamente valida anche oggi.

Proprio per poter concretamente realizzare questo suo sogno, di CONDIVIDERE la vita con l’uomo, Dio lo ha creato – come afferma il libro della Genesi - a sua Immagine e Somiglianza.

L’uomo ha peccato, ma Dio non lo ha abbandonato a se stesso. Il Padre lo ha ri-creato ad Immagine e Somiglianza del proprio Figlio.

Per questo - nella pienezza del tempo- Egli ha messo in atto il Progetto eterno di mandare il proprio Figlio a condividere la nostra umanità, per renderci partecipi della sua divinità.

Con l’Incarnazione, il Figlio suo, GESU’CRISTO, è divenuto il SIGNORE e il SALVATORE di tutte le creature.

Ogni persona che lo accoglie, nella propria vita, mediante la FEDE, ottiene la salvezza, che è la Partecipazione della sua vita.

E la Fede è infusa in noi nel Battesimo, che GESU’ ha istituito proprio per renderci partecipi della sua vita divina.

La più grande testimonianza su Gesù Cristo ce la dà l’ultimo e il massimo dei Profeti, Giovanni Battista.

“ Io vi battezzo con acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più potente di me…egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco” (Mt.3,11).

Il suo Battesimo, in Spirito Santo e fuoco, cambia l’uomo dalla radice, che è il suo cuore. I Profeti l’avevano già preannunciato molti secoli prima.

“ Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne”( Ez.36,26 ).

Battesimo significa immersione. In realtà, il Battesimo è proprio un’immersione nella umanità santissima di Gesù Cristo, “ per ri-vestire l’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella santità vera” (Ef.4,24)

Ma perché è necessario ri-nascere alla vita di Dio, con il Battesimo?

Perché ogni persona nasce inclinata al male, per effetto del PECCATO ORIGINALE, commesso dai nostri Progenitori, all’origine dell’umanità.

Peccato, che è trasmesso, per discendenza, a tutto il genere umano.

La domanda centrale che ci facciamo è: in che cosa consiste il PECCATO ORIGINALE?

Il libro della GENESI, in un linguaggio simbolico, elenca i tre elementi, che lo costituiscono. Gli stessi elementi che sono presenti anche in tutti i peccati attuali, che commette ogni persona, durante il corso della propria vita.

- COMANDO DI DIO.

- TENTAZIONE DELLO SPIRITO MALIGNO.

- SCELTA LIBERA DELL’UOMO DI ADERIRE

ALLA PROPOSTA DEL MALIGNO.

IL COMANDO DI DIO:

“Il Signore Dio diede questo comando all’uomo: ” (Gen.2,16-17).

LA TENTAZIONE DELLO SPIRITO MALIGNO:

“Ma il serpente disse alla donna: non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il BENE e il MALE”;
(Gen. 3,4-5).

L’ADESIONE LIBERA DELL’UOMO A TALE PROPOSTA DELLO SPIRITO MALIGNO:

“Allora la donna vide che l’albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare la saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò. Poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch’egli ne mangiò”. ( Gen.3,6).

GLI EFFETTI E LE CONSEGUENZE DELLA CADUTA NEL PECCATO:
“Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e ne fecero cinture. Poi udirono il Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno e l’uomo con sua moglie si nascosero dal Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino. Ma il Signore Dio chiamò l’uomo e gli disse:
dove sei? Rispose: hudito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto.” (Gen.3,10).

E’ descritta qui l’essenza del peccato, che è sempre un’adesione libera dell’uomo al suggerimento menzognero del Maligno: non ascoltare Dio, ma agire secondo la propria volontà, il proprio piacere e i propri interessi.

La fine tentazione dello Spirito Maligno ha sedotto i Progenitori dell’umanità a tale punto da dipingere Dio come un antagonista, un rivale, che non vuole renderli partecipi di tutta la sua felicità e di tutti i suoi poteri.

Il peccato è quindi proposto loro come una sfida a Dio, per agire nella totale indipendenza da Lui.

Gli effetti e le conseguenze nefaste, che ha prodotto per tutta l’umanità il peccato originale, smascherano e rivelano la sua vera identità.

Con il peccato originale, la condizione dell’uomo si è radicalmente mutata.

Quella colpa ha immesso in ogni persona un principio di autonomia disgregatrice della comunione con Dio, con i propri simili, con tutto il Creato e anche con se stessa.

Gli effetti più appariscenti del peccato originale sono: la SOFFERENZA FISICA e PSICHICA, la MORTE e il PECCATO ATTUALE, che commette ogni persona umana.

Ogni peccato è egoismo, chiusura in se stessi, che causa solitudine. E’ una falsa autosufficienza, che non trova riscontro nella realtà, perché l’uomo non si riconosce più nella sua verità di creatura.

Il peccato promette felicità e causa tristezza nel cuore e conflitti di ogni genere nel rapporto con Dio e con tutte le creature.

A tale proposito, il racconto della GENESI è estremamente semplice nella narrazione, ma altrettanto profondo e sempre attuale nel suo significato.

L’esistenza del PECCATO rimane in se stessa un Mistero, legato al PROGETTO DI DIO.

Ma esso è anche legato ALLA LIBERTA’ DELL’UOMO, che costituisce la sua VERA DIGNITA’.

Il fatto, che Dio, nel suo PROGETTO DIVINO, lo abbia permesso, ci fa capire che il BENE che ne consegue è molto superiore al MALE CAUSATO.

MALE che, comunque, non è mai imputabile a Dio, bensì soltanto alla LIBERA SCELTA dell’uomo.

Dio Padre non progetta direttamente il peccato. Egli non può volerlo. Ma lo prevede. Con il medesimo decreto eterno, Egli delibera, però, l’Incarnazione del proprio Figlio.

Per questo, S.Paolo, nella lettera ai Romani, esclama:

“ Dove è abbondato il peccato, è sovrabbondata la Grazia, perché come il peccato aveva regnato con la morte, così regni anche la grazia con la giustizia per la vita eterna, per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore” (Rm.5,20-21).

S. Agostino, riguardo al peccato originale, giunge ad affermare:
“ O felice colpa, che ci ha meritato un tale Redentore!”

Senza il PECCATO ORIGINALE, infatti, non avremmo GESU’CRISTO, il FIGLIO DI DIO INCARNATO.

E’ Lui, che ha riversato su di noi la SOVRABBONDANTE MISERICORDIA del PADRE, nel Mistero della sua INCARNAZIONE, culminata nel Mistero della sua REDENZIONE.

Spieghiamo ora i simboli del racconto, per capirne la realtà profonda che nasconde.

L’albero della scienza del BENE e del MALE sta a significare, concretamente, l’assoluta Trascendenza e Signoria di Dio sull’uomo, sua creatura.

Egli deve rispettare l’ordine e le leggi che guidano la sua vita e la vita dell’universo, che gli è stato donato.

Non può fare tutto ciò che vuole, ma deve volere e compiere tutto ciò che è giusto. Ed è giusto tutto ciò che è conforme alle Leggi e all’Ordine di Dio, Creatore e Padre.

L’uomo non può mai rendersi arbitro nel definire ciò che è bene e ciò che è male. Questo spetta soltanto a Dio.

Ogni persona nasce vulnerata dal peccato originale, che la inclina a rendersi autonoma da Dio, a trasgredire le leggi e l’ordine, che governano la CREAZIONE e la sua stessa VITA.

Ecco perché è necessario ri-nascere in Cristo, l’UNICO GIUSTO CHE CI RENDE TUTTI GIUSTI.

Questo avviene con il Battesimo, che ci innesta in Cristo, come tralci alla vite.

S. Paolo, in una delle sue carrellate storiche, ci espone il progetto di Dio, Creatore e Padre, per tutta l’umanità.

La NASCITA di ogni creatura umana è concepita nel peccato di ADAMO e ha, come triste eredità, la MORTE.

La sua RI-NASCITA in Cristo avviene con il Battesimo e riceve in eredità la VITA ETERNA CON DIO.

“Come, dunque, per la colpa di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l’opera di giustizia di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione che dà vita. Similmente, come per la disobbedienza di uno solo, tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l’obbedienza di uno solo, tutti saranno costituiti giusti” (Rm.5,18-19).

Rinascendo come figli di Dio, noi entriamo a far parte della sua Famiglia, un MISTERO di TRE PERSONE, che vivono talmente unite da formare un SOLO DIO.

Le tre persone si chiamano: PADRE, FIGLIO e SPIRITO SANTO.

Gesù è il FIGLIO UNICO di DIO PADRE, noi diveniamo, IN LUI E MEDIANTE LUI, i suoi FIGLI ADOTTIVI.

La ragione prima e più importante della nostra chiamata alla vita è proprio la chiamata alla FEDE, dono inestimabile, nel quale godiamo la CONDIVISIONE DELLA VITA DI DIO.

CONDIVISIONE, CHE NON SI ESTENDE

SOLTANTO NEL TEMPO DELLA VITA TERRENA, MA CHE SI PROIETTA PER L’ETERNITA’.

S. Paolo lo esprime con forza al discepolo Timoteo:

“ Combatti la buona battaglia della Fede, cerca di raggiungere la vita eterna alla quale sei stato chiamato” (I Tm.6,12).

Questa elevazione stupefacente alla vita divina è il frutto della PASQUA di Gesù, ossia della sua PASSIONE, MORTE IN CROCE E RESURREZIONE.
Perciò S.Pietro ci esorta caldamente a prendere coscienza del prezzo che ci ha riscattati dal peccato, dalla morte e dalla dannazione eterna: il sangue del Figlio di Dio.

“ Voi sapete che non a prezzo di cose corruttibili, come l’argento e l’oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta, ereditata dai padri,ma con il sangue prezioso di Cristo, come di agnello senza difetti e senza macchia”(I Pt.1,18-19).

La realtà è il rovescio della tentazione del Maligno.

DIO, CHE E’AMORE, si dona alle persone e per le persone che ama, fino a condividere la loro vita, inquinata dal peccato, e la loro morte, nel sacrificio della croce.

E’ ciò che ha fatto Dio Padre con noi, donandoci GESU’, il suo Figlio Diletto. In Lui, Egli ci ha donato tutto.
Nel Mistero della sua Incarnazione, Egli ha condiviso la nostra vita umana in tutto, fuorché nel peccato. Si è fatto, come ha profetato Isaia, l’EMMANUELE, il DIO CON NOI. Nel Mistero della Redenzione, ha compiuto e coronato la sua vita con il DONO TOTALE DI SE’, il DIO PER NOI. Nel Mistero dell’EUCARISTIA, per opera dello Spirito Santo, vuole vivere ed essere il DIO IN NOI.
Frutto della sua PASQUA è il dono del suo Santo Spirito, il quale ci comunica e ci fa gustare questo GRANDE AMORE.Lo Spirito Santo ci è infuso nel Battesimo, per renderci capaci di corrispondere al suo Amore.


Un canto sacro proclama questa verità: “Dio si è fatto come noi per farci come Lui”.

L’Apostolo Pietro, nella sua Prima Lettera, eleva un Inno di benedizione e di lode a Dio Padre, per questo dono inestimabile della Figliolanza Divina.


“ Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo; nella sua grande misericordia Egli ci ha rigenerati, mediante la Resurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva, per una eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce.”
(I Pt. 1,3-4).

L’EREDITA’ DEI FIGLI DI DIO è nientemeno che la partecipazione alla VITA ETERNA CON DIO, che è BEATITUDINE SENZA FINE.

Anche S. Paolo afferma questa verità:

“Se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se veramente partecipiamo alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria”. (Rm. 8,17).
 
Il Battesimo è un’immersione nella morte di Gesù e una ri-emersione nella sua gloriosa Risurrezione.
Nel Sacramento del Battesimo, riceviamo il dono della FEDE e diveniamo figli della Luce di Dio, chiamati ad irradiarla ai nostri fratelli. Il simbolo eloquente che lo esprime è la candela, accesa durante il Rito Sacramentale.
Il Sacro Crisma, con il quale veniamo unti sul capo, è il sigillo di appartenenza a Cristo. Sigillo, che significa lo Spirito Santo, il quale ci dona forza e coraggio per camminare nella Luce di Cristo, nostro Maestro e nostro Salvatore.

Il segno di croce, che ci è tracciato sulla fronte, è il segno del cristiano il quale, innestato in Cristo, come tralcio alla vite, appartiene al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo, e produce frutti di bontà e di amore.
Frutti, che si gusteranno in pienezza nella VITA ETERNA.  
Nicodemo, illustre uomo del Sinedrio, affascinato interiormente dalla persona di Gesù, va a trovarlo, di notte, per paura di essere visto dalla gente.


Gli fa una domanda, che rispecchia l’onestà e la sincerità del suo cuore, nei confronti di Gesù.

“Rabbì, sappiamo che sei un maestro venuto da Dio; nessuno infatti può fare i segni che tu fai, se Dio non è con lui”. (Gv.3,2).

Gesù non risponde direttamente alla domanda, riguardante la sua Persona, ma conduce Nicodemo e tutti noi a porci una domanda e a darci la risposta sul senso vero e ultimo della vita, che è vivere da rinati in Cristo.

”In verità, in verità ti dico: se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel Regno di Dio. Quel che è nato dalla carne è carne e quel che è nato dallo Spirito è Spirito. Non ti meravigliare se t'ho detto: dovete rinascere dall’alto" . ( Gv.3, 5-7).

Queste affermazioni si riferiscono chiaramente alla RI-NASCITA PER LA VITA ETERNA, che avviene con il Battesimo.

Senza questa RI-NASCITA, non si può entrare nel REGNO DI DIO.

Il compimento di tale RI-NASCITA si manifesta, nella sua pienezza, dopo il tempo, nella VITA ETERNA CON DIO.

L’interrogativo che viene a questo punto spontaneo riguarda tutti coloro che non sono battezzati con l’acqua.

Si possono salvare oppure no?
Sì, si possono salvare. Oltre al Battesimo di acqua, infatti, c’è il Battesimo di sangue e il Battesimo di desiderio.

Il Battesimo di sangue lo ricevono tutti coloro che non sono battezzati e subiscono la morte, a motivo della fede.

Il Battesimo di desiderio lo ricevono tutti coloro che, pur ignorando Cristo e la Chiesa, cercano la verità e compiono la volontà di Dio, come la conoscono.

Tutti gli uomini, di ogni popolo, di ogni razza e di ogni Religione, infatti, sono stati redenti da Cristo, nel Mistero della sua Pasqua.
Perciò, tutti sono chiamati da Lui alla salvezza. E Lui trova il modo per entrare nel profondo della coscienza di ognuno, per aprirla alla opzione della salvezza.

S. Paolo lo attesta con queste chiare parole:

“ Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità” ( I Tm. 2,4 ).




L’ostacolo maggiore che incontra l’uomo alla propria salvezza è l’attaccamento a se stesso e ai beni di questo mondo, a tutto ciò che è fugace e che ci lascia delusi.

Gesù lo ha espresso, con tanta forza e chiarezza, in questi termini:

“Quanto è difficile, per coloro che possiedono ricchezze nel Regno di Dio!”(Lc.18,24).
E quanto è facile, per l’uomo, dimenticare che in questo mondo egli è di passaggio e che vi dimora come forestiero e pellegrino! Sembra che nel nostro mondo e nel nostro

tempo la morte sia diventata un tabù. Si deve nascondere e parlarne il meno possibile. E’ come nascondere un bubbone, che sta scoppiando nella nostra carne, per paura di accertare se è sintomo di un tumore.

Tutto il male che l’uomo compie, avviene per la dimenticanza e la trascuratezza circa la FINE ma, più ancora, circa il FINE della sua vita.

L’uomo non è stato creato da Dio per la terra, sulla quale egli vi passa velocemente, ma per il cielo.

L’attaccamento alla terra, del quale tutti subiamo il fascino, è fatale, perché tende a bloccarci nel nostro cammino.

La vita, infatti, è un cammino di liberazione verso l’INCONTRO ETERNO CON DIO, che è PIENEZZA DI VITA, NELLA LIBERTA’ E NELL’AMORE.
 
Tale verità è troppo oscurata oggi dai mass-media. Si trascura una verità fondamentale, che riguarda la responsabilità di ogni persona: le scelte e le azioni, che compiamo nella vita terrena, hanno la loro ricaduta definitiva e il loro compimento nella VITA ETERNA.

Dobbiamo ribadire sempre con molta forza, che la vita dell’uomo non è racchiusa semplicemente nella dimensione terrena, ma è ETERNA.

Il libro sacro della Sapienza lo ribadisce con queste parole chiare ed inequivocabili:

“ Sì. Dio ha creato l’uomo per l’immortalità”(Sap.2,23).

Ciò che semini qui nel tempo, lo raccogli nell’ETERNITA’.

La conclusione logica è un imperativo, rivolto a tutti e a ciascuno di noi:

VIVI INTENSAMENTE L’OGGI, MA TIENI COSTANTEMENTE DAVANTI A TE L’ETERNITA’ CHE TI ATTENDE.

 
III

LA VOCAZIONE AD UNO STATO DI VITA

Dio, donandoci la vita, ci chiama a fare delle SCELTE CONCRETE, per sfruttare, nel modo migliore, i TALENTI ricevuti. Man mano che cresciamo, dobbiamo mettere gradualmente in atto le nostre CAPACITA’, le nostre ASPIRAZIONI e i nostri IDEALI DI VITA, per la gloria di Dio e il servizio ai fratelli.

Questo significa che siamo chiamati a convogliare, nella concretezza, la nostra esistenza in uno STATO DI VITA.

Esaminiamo qui brevemente i TRE STATI DI VITA fondamentali: il MATRIMONIO, il SACERDOZIO e la VITA RELIGIOSA.

A) Il MATRIMONIO E LA FAMIGLIA.

La stragrande maggioranza delle persone si sentono chiamate a fondare una FAMIGLIA, mediante il MATRIMONIO.
Fin dalla CREAZIONE, nel primo capitolo della Genesi, Dio rivela già, molto chiaramente, il suo Progetto, riguardante questa vocazione.

Ci descrive la creazione della persona umana nel duplice sesso di maschio e femmina e la benedizione sulla coppia, che la rende feconda.

“ Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò, maschio e femmina li creò. Dio li benedisse e disse loro: Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra”.(Gen.1,27-28).

Nel secondo capitolo ci è narrata la creazione della donna e l’estasi dell’uomo, rapito nel contemplarne la bellezza. Ma, mentre la contempla, la riconosce anche simile a sé.

“ Il Signore Dio plasmò, con la costola, che aveva tolta all’uomo, una donna e la condusse all’uomo. Allora l’uomo disse: questa volta essa è carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa. La si chiamerà donna perché dall’uomo è stata tolta”(Gen.2,22-23).

La conclusione logica di questa PAROLA DI DIO, CREATRICE e ORDINATRICE, è la vocazione dell’uomo a vivere unito inscindibilmente con la donna. Vocazione che si realizza mediante il Sacramento del matrimonio.

“Per questo l’uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne”(Gen.2, 22-24)
Come ci ammaestra, dunque, la Parola di Dio, fin dall’origine la donna è creata dalla carne dell’uomo. Ciò sta ad indicare che l’uomo e la donna hanno, come persone, perfetta uguaglianza e pari dignità. Differiscono soltanto per il sesso, che li rende complementari, nel loro essere, e in grado di generare i figli, frutto del loro amore.

Per esprimere la loro vocazione a vivere insieme, con la scelta del matrimonio, il testo sacro usa un’immagine forte: “ i due saranno UNA SOLA CARNE”.

Parole che si realizzano soprattutto nell’unione coniugale, la quale raggiunge la sua pienezza, proprio nella generazione dei figli, CARNE DELLA LORO CARNE.

Ma è ancora più importante che gli sposi la mettano in atto durante tutta la loro vita. E ciò avviene, se essi vivono in una COMUNIONE STABILE e INDISSOLUBILE, conforme a quanto hanno promesso, con giuramento, nella celebrazione del loro matrimonio.

Il loro aiuto mutuo e costante e la loro reciproca assistenza, spirituale e fisica, testimoniano, in concreto, la verità di quelle parole: ” i due saranno UNA SOLA CARNE.”

Il Comandamento dell’amore: AMA IL PROSSIMO TUO COME TE STESSO, vale per tutti, ma impegna i coniugi a viverlo, in una maniera totalizzante.
A questo proposito, S. Paolo arriva ad affermare:

“ I mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo.” (Ef. 5,28).

Naturalmente questo dovere è reciproco: vale, in eguale misura, sia per la donna che per l’uomo.

Tutto ciò ci fa comprendere come la scelta del matrimonio deve essere dai giovani ben preparata e ben ponderata.

Da tale scelta, infatti, dipende, non soltanto il futuro dei coniugi, ma anche il futuro dei loro figli e il futuro della società stessa. Di fatto, la famiglia, è la cellula prima e fondamentale della società.

E’in famiglia che ogni persona impara le regole del vivere sociale. E’ in famiglia che ognuno impara a rapportarsi con gli altri, a rispettarli, ad amarli, ad accoglierli, a riconciliarsi con loro e a mettersi a loro servizio.

Le conseguenze negative di una scelta matrimoniale, sbagliata o sconsiderata, non si possono calcolare.

Ci limitiamo ad elencarle brevemente.

I conflitti, le “divisioni”, pur vivendo tra le pareti domestiche, le infedeltà coniugali e le separazioni, i divorzi, che sono in continua crescita.

La causa principale delle crisi familiari è la mancanza di condivisione dei valori umani, morali, spirituali e religiosi.

Se i coniugi non pongono insieme le basi su tali valori, irrimediabilmente viene a galla e si afferma l’egoismo di ciascuno e la famiglia va a rotoli.

Uno dei limiti che si riscontrano nella cultura di oggi, soprattutto nel mondo giovanile, è la mancanza di RADICI e di FUTURO. Manca il riferimento a una storia passata e manca l’attrazione verso una meta, che è risposta ad una chiamata.

Tutto ciò avviene, perché non si dà tempo e spazio all’ascolto interiore. Si vive troppo distratti e immersi in sensazioni, emozioni e interessi vari e contingenti, legati al momento.

Per cui vediamo, sempre più, giovani sbandati, che vivono senza regole, in balìa del proprio egocentrismo, dei propri capricci, che diventano vizi.

Questi sono i frutti amari di chi ha perduto la bussola della vita, DIO. Tutti i valori crollano, se manca DIO, che ne è il FONDAMENTO.

Di tutto ciò non possiamo dare la colpa sempre e solo ai genitori.

Questi mali oggi sono, purtroppo, molto alimentati dai mass-media.

Le varie forme di comunicazione non hanno più principi e criteri di ordine sociale, morale e educativo. Per i mass-media ciò che conta è soltanto il profitto.

Ecco perchè l’educazione dei figli nella famiglia è divenuta molto più difficile e problematica. Essa resta, comunque, oggi la prima urgenza per la società.
La Chiesa Cattolica, per bocca dei Vescovi, Maestri di Verità, attinta dal Vangelo di Gesù Cristo, lo ricorda continuamente. L’EDUCAZIONE DEI RAGAZZI E DEI GIOVANI, dalla quale dipende la società di oggi e di domani, è il tema centrale della sua Evangelizzazione.
Anche chi dice di non credere, si deve rendere conto che, senza i valori suddetti, non è assolutamente possibile edificare né la persona, né la famiglia, né la società.

Fr. Severino Consolaro