domenica 14 ottobre 2012

LA CONDIZIONE DELL'UOMO OGGI NELLA PROSPETTIVA DELLE REALTA' ULTIME DELLA SUA VITA

LA CONDIZIONE DELL’UOMO DI OGGI NELLA PROSPETTIVA

DELLE REALTA’ ULTIME DELLA SUA VITA.



PRESENTAZIONE

L’attuale condizione del genere umano, vista nella Luce di Cristo, che è la RISPOSTA COMPLETA e DEFINITIVA di Dio ad ogni ricerca ed aspirazione dell’uomo.



1 -SITUAZIONE SOCIALE COMPLESSA E PROBLEMATICA:



- LA FUNZIONE POTENTE E AMBIVALENTE

DEI MASS-MEDIA E DELLA GLOBALIZZAZIONE.

- IL PROGRESSO TECNOLOGICO SENZA UN ADEGUATO

SVILUPPO INTEGRALE DELLE PERSONE.



2 - SOLTANTO LA LUCE, PROIETTATA DA CRISTO, CULMINE

DELLA RIVELAZIONE, RISPONDE ALLE ESIGENZE E AGLI

INTERROGATIVI DELLA CONDIZIONE UMANA.



3 - LE REALTA’ ULTIME ILLUMINANO, DANNO SENSO E

VALORE ALLA VITA DELL’UOMO.




INTRODUZIONE



Il tema che trattiamo, la condizione attuale della società umana,

costituisce il vero nocciolo della questione per ognuno di noi.

Nessuno, infatti, può eludere le domande cruciali, che la vita continuamente ci pone, attraverso gli eventi che ci toccano, e che sono sempre in cambiamento e in divenire.



Per affrontare la realtà che viviamo, in questo continuo mutare di eventi, col fluire del tempo, dobbiamo anzitutto metterci in ascolto sincero di noi stessi, nell’intimo del cuore.





La profonda riflessione sul nostro essere costituisce la prima bussola per conoscerci e per orientare, di conseguenza, le scelte e i comportamenti della nostra vita.

Questo, detto più semplicemente, significa mettersi in ascolto della propria coscienza.



La Costituzione Pastorale “Gaudium et spes”, emanata dal Concilio Vaticano II (1962-65), ribadisce il ruolo e l’importanza della coscienza come guida morale e spirituale, per vivere in armonia con Dio, con se stessi e con i fratelli,



“ Nell’intimo della coscienza l’uomo scopre una legge che non è lui a darsi, ma alla quale invece deve obbedire e la cui voce, che lo chiama sempre ad amare e a fare il bene e a fuggire il male, quando occorre, chiaramente parla alle orecchie del cuore… L’uomo ha in realtà una legge scritta da Dio dentro il suo cuore… La coscienza è il nucleo più segreto e il sacrario dell’uomo, dove egli si trova solo con Dio, la cui voce risuona nell’intimità propria” (Gudium et spes, 16).



La coscienza è un grande dono di Dio, perché manifesta la sua presenza misericordiosa, che mai ci abbandona, anche quando noi abbandoniamo Lui con il peccato grave, come ci attesta la storia di Caino, dopo l’uccisione del fratello Abele. (cfr. Gen. 4,9).

Essa ci domanda conto sempre della nostra condotta di vita, della qualità delle nostre azioni e delle nostre relazioni, nel rapporto con Dio e con il prossimo.

La coscienza ci è stata donata per un unico scopo: vivere la comunione con Dio. Infatti, quando abbiamo peccato, essa ci richiama a riconoscere il male commesso, a pentirci e a confessare le nostre colpe, per avere il suo perdono, che ci rigenera, donandoci la vera pace del cuore.



- Quale rapporto hai tu con la tua coscienza, che è il sacrario in cui Dio continuamente ti parla ? ...

- Ti esamini spesso sui dieci Comandamenti, per

renderti conto come stai vivendo i tuoi rapporti

con Dio, con te stesso e con il tuo prossimo? …



- Abituati ad ascoltare la tua coscienza, perché,

alla fine della vita, ci sarà il giudizio di Dio, al

quale nessuno può sfuggire.

Il verdetto di questo giudizio combacerà

sostanzialmente con la sentenza che pronuncerà

la tua coscienza.



Ogni persona è in un continuo divenire, perché soggetta ai vari eventi che toccano la sua esistenza e la cambiano, in una maniera più o meno radicale.

Vivere significa crescere. Crescere significa cambiare, non soltanto fisicamente, ma in tutte le dimensioni che costituiscono la persona umana, nella sua dignità: psicologica, intellettuale-culturale, morale, spirituale e religiosa.



Ognuno di noi, grazie al dono della libertà ricevuto da Dio, è sempre aperto, moralmente e spiritualmente, sia alla conversione, come, purtroppo, anche alla perversione.

Ma gli eventi che sperimentiamo, se pur provocati da noi stessi, sono sempre e comunque guidati dalla Provvidenza di Dio, che li orienta al bene e alla salvezza di tutti. Egli, però, chiede e cerca sempre la nostra collaborazione libera e responsabile.



S. Agostino afferma: “Quel Dio che ti ha creato senza di te, non ti salverà senza di te”. Parole che ci devono far molto riflettere.



La salvezza, infatti, è sì un dono di Dio, ma Egli non la impone: chiede sempre all’uomo di accettarla liberamente. E, purtroppo, l’uomo può anche rifiutarla.



Inizio questo trattato, prendendo lo spunto da una lirica di P. Davide M. Turoldo (n. a Coderno – UD – nel 1916 e morto a Milano nel 1992, grande scrittore, poeta e mistico dei nostri tempi).

La lirica è tratta dalla sua ultima raccolta di poesie, intitolata “ I CANTI ULTIMI”, scritte nell’imminenza della propria morte.





L’ho scelta, perché entra pienamente nel tema trattato: l’esperienza della vita umana, illuminata dalla Luce di Cristo e proiettata verso le REALTA’ ULTIME, che non terminano, ma iniziano con la morte.



Il poema de “ I CANTI ULTIMI” si può considerare il Testamento Spirituale di P. Davide M. Turoldo.

Il titolo ha due significati. Il poeta intuiva che sarebbe stata la sua

ultima opera. Queste liriche, infatti, le ha composte, quando i medici gli avevano già certificato un tumore maligno, che in breve lo condurrà alla morte.

L’altro significato del titolo riguarda il tema stesso, trattato in queste

liriche:

IL MISTERO DI DIO, INTUITO E CONTEMPLATO NELLA FEDE, DAVANTI ALLA PROSPETTIVA IMMINENTE DELLE REALTA’ ULTIME DELLA VITA.



LA SENTENZA

La SENTENZA che ora tu sai

nulla di nuovo aggiunge a quanto

già doveva esserti noto da sempre:

TUTTO E' SCRITTO. Di nuovo

è appena un fatto di calendario.



Eppure è l'EVENTO che tutto muta

e di altra natura

si fanno le cose e i giorni.



Subito senti il tempo franarti

tra le mani: l' ULTIMO

TEMPO, quando

non vedrai più questi colori

e il sole, né con gli amici

ti troverai a sera…



Dunque, per quanto ancora?



Come sappiamo, P. Davide M. Turoldo, nelle sue opere, ha cantato e parafrasato i Salmi, le preghiere più alte e più profonde, scritte sotto l’ispirazione diretta dello Spirito Santo.

Questa lirica riecheggia il Salmo 138, che è un poema alla Provvidenza Onnisciente di Dio:



“Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi e tutto era scritto nel tuo libro; I MIEI GIORNI ERANO FISSATI QUANDO ANCORA NON NE ESISTEVA UNO”(Sal. 138, 16).



Dio è Onnisciente e Onnipresente, sia in senso locale( in ogni luogo), che in senso temporale, ( nelle tre dimensioni del tempo: passato, presente e futuro): ha sempre davanti tutte le realtà dell’universo e della storia umana.



La situazione, che ci descrive P. Turoldo nella lirica, è molto realista e vale per ogni esistenza umana.



Anche se non sappiamo quanti giorni vivremo in questo mondo, ( e ciò è provvidenziale), abbiamo, però, una certezza: la nostra vita terrena ha un termine, che si avvicina sempre di più.

Nonostante ciò, noi non viviamo in uno stato di angoscia, non stiamo lì a pensare e contare i giorni che passano, perché Dio – anche qui provvidenzialmente - ci ha donato un attaccamento alla vita molto forte e molto radicato.

Guai, però, se ci dimentichiamo che essa è un cammino, meglio dire un pellegrinaggio, non semplicemente verso la morte, ma verso la VITA ETERNA CON DIO.



- Fratello, sorella, se ascolti la tua coscienza, che ti parla nel sacrario più intimo del cuore, scopri le verità basilari della vita, che ti danno la saggezza:

- IERI non esistevi in questo mondo.

- DOMANI non abiterai più su questo pianeta.

- Tutto ciò che sei e tutto ciò che esiste attorno a te,

l’ hai ricevuto in dono.

- Quotidianamente sperimenti i tuoi limiti, i tuoi

difetti e le tue colpe, ossia la tua fragilità e la tua

debolezza umana.



Tali verità non devi mai dimenticarle o nasconderle, se vuoi vivere nella verità del tuo essere e se vuoi incontrare Dio, che è “CARITA’ NELLA VERITA’ “.

Soltanto in questo atteggiamento di umiltà, infatti,

tu ti rendi disponibile perché Lui, - che ci sovrasta,

ma pure ci avvolge e ci penetra tutti, in maniera

vitale, come l’aria che respiriamo, - entri nel tuo

cuore, per irradiarsi poi nella tua vita.



Allora capisci meglio la verità della Parola di Dio, che canta in un Salmo:



“I miei giorni sono come ombra che declina, e io come erba inaridisco.

Ma Tu, Signore, rimani in eterno, il tuo ricordo per ogni generazione”(Sal.101, 12-13).



La lirica, sopra riportata, nel contesto di esperienza drammatica che stava vivendo P. Davide Maria Turoldo, ci offre lo spunto, forte e concreto, per questo trattato, che possiamo concepire come un Corso di Esercizi Spirituali.

Oggi, troppe persone ritengono praticamente che con la morte finisce la vicenda umana. Sono talmente immerse nelle realtà materiali, da dimenticare totalmente le REALTA’ ULTIME, le quali illuminano, danno senso e valore all’esistenza terrena.

Tali persone non si interrogano più sulle domande fondamentali e cruciali della vita umana.



“ DA DOVE VENGO ? ... DOVE VADO ? ... CHE SENSO HA LA VITA? ...QUALI SONO I VALORI PER CUI VALE LA PENA VIVERE E…UN GIORNO ANCHE MORIRE? ...CHE SARA’ DI ME DOPO LA MORTE?...





- Senza farti seriamente queste domande, tu non vivi più come un essere umano: intelligente, libero e responsabile.

Vivi di puro istinto, seguendo l’onda della massa, che ti trascina a dare sfogo al tuo egoismo e ai tuoi istinti. Questi, se non li domini, si trasformano in vizi, trascinando al male anche il tuo intelletto e il tuo cuore.

E quando il cuore di una persona è impossessato dallo spirito del male, essa diventa incapace di amare e di usare misericordia ai fratelli.

A tale proposito, ascolta la Parola di Gesù, molto chiara e forte, che ti invita a coltivare e a custodire il tuo cuore, come il tuo tesoro.

Nel cuore, infatti, è racchiusa la persona, con tutto il bene, ma anche con tutto il male che si porta dentro. Nessuno può donare agli altri se non ciò che coltiva nel suo cuore.



“Dal di dentro, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi, adulteri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza.

Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l’uomo” (Mc.7,21-23).





Tenendo sempre presenti questi principi, noi vogliamo allargare ora lo sguardo sulla società in cui viviamo.











1 – LA SITUAZIONE SOCIALE E’COMPLESSA

E PROBLEMATICA:



- LA FUNZIONE POTENTE E AMBIVALENTE

DEI MASS- MEDIA E DELLA GLOBALIZZAZIONE.



- IL PROGRESSO TECNOLOGICO SENZA UN ADEGUATO

SVILUPPO INTEGRALE DELLE PERSONE.





Situazione sociale COMPLESSA e PROBLEMATICA.



Con l’aggettivo “COMPLESSA”, vogliamo affermare che nella società odierna vari elementi positivi e negativi si intrecciano tra loro, e non sempre è facile riconoscerli e distinguerli.

Questa “complessità” è accentuata dalle grandi emigrazioni dei popoli più poveri, che portano dei valori sociali, culturali e religiosi diversi, e non tutti positivi. Questi valori spesso non si integrano e non si armonizzano con i valori degli altri popoli. E ciò diventa, purtroppo, un motivo continuo di attrito, sia nella dimensione sociale, che culturale e religiosa.



Con l’aggettivo “PROBLEMATICA”, vogliamo sottolineare la difficoltà di analizzare tutti gli elementi che entrano in gioco e che condizionano, in una maniera, purtroppo, sempre più accentuata, la libertà dell’uomo.



Per guarire da qualunque malattia, bisogna prima farne la diagnosi, ossia l’accertamento accurato. Bisogna poi fare la prognosi, cioè prevederne lo sviluppo e il decorso. Infine, studiarne le terapie più indicate, per ottenere la guarigione.

Lo stesso procedimento logico ci proponiamo di usare noi, per scoprire e analizzare le malattie dello spirito, che affliggono l’uomo di oggi, e indicarne le terapie adeguate.

Nell’esaminare la società del nostro tempo, vogliamo partire dall’aspetto esteriore, più visibile ed eclatante: quello economico-sociale.

La comunità umana odierna vive una situazione, a dir poco,

paradossale, che è davanti agli occhi di tutti.



Circa tre quarti del genere umano versa in uno stato di estrema povertà e penuria, perché può godere soltanto di un quarto dei beni disponibili. Un buon numero di queste persone, a cominciare dai bambini, sta morendo continuamente di fame, per mancanza del cibo necessario.

Un quarto dell’umanità, invece, usufruisce dei tre quarti di beni disponibili e conduce una vita agiata, concedendosi molte comodità, lussi e piaceri, e sperperando anche tanto danaro in vizi e bagordi.



In questa, dobbiamo fare, purtroppo, una menzione particolare. Troppi uomini politici non ricercano anzitutto il bene comune e la giustizia sociale, ma la difesa dei loro interessi e dei loro privilegi corporativi, da tramandare, se possibile, per genealogia.



Una tale situazione, di grave sperequazione economica e sociale, ingiusta e scandalosa, divide nettamente l’umanità in due categorie: quella opulenta e quella affamata.



Purtroppo, la tendenza ci dice che i ricchi si stanno facendo sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. E questi ultimi continuano a crescere.



Tale fenomeno esplode in tutta la sua gravità e virulenza nelle odierne migrazioni bibliche, di intere Nazioni, alla ricerca della propria sopravvivenza.

Questo avviene, perché la logica che guida l’economia, e spesso anche la politica, è l’egoismo e il profitto.



Una tale situazione interpella la coscienza di ciascuno di noi.



Vivendo in una Nazione che fa parte del mondo opulento, vogliamo qui esaminare la condizione dell’uomo, che si culla nel proprio benessere e nella propria agiatezza.



Egli dimentica, con troppa facilità, la grande fetta di umanità affamata, che grida, in faccia a Dio e in faccia al mondo, più giustizia e più equità.



Ci domandiamo: perché avviene ciò?



Non possiamo rispondere a questa domanda cruciale, senza riconoscere l’esistenza del peccato, che ha prodotto e continua a produrre ogni forma di squilibrio. Il quale, prima perverte il cuore delle persone, poi si riversa, con effetti dirompenti, sulla società.

L’egoismo e la bramosia di possedere, ha portato l’uomo a costruirsi e a difendere delle strutture e dei sistemi economici e finanziari, palesemente ingiusti. Essi sono fondati, infatti, sulle disuguaglianze e sui privilegi, che sono tramandati di generazione in generazione.



Gesù ci ammonisce, con tanta forza, di non cedere alla seduzione lusinghevole del danaro e dei beni di questo mondo:



“Guardatevi e tenetevi lontano da ogni cupidigia, perché anche se uno è nell’abbondanza la sua vita non dipende dai suoi beni” (Lc.12,15).

Dobbiamo ricordarci che ad ogni persona che gode privilegi, corrisponde sempre un’altra o più persone che sono private di diritti.



A tale proposito, vogliamo qui citare un esempio in quella che è chiamata oggi GLOBALIZZAZIONE: le Multinazionali.

Esse sono Lobby di potere economico- finanziario, che dominano su tutto il globo e hanno come fine primario il profitto.

Esse violano sfacciatamente i diritti più elementari delle Nazioni povere.

Dapprima sfruttano le loro risorse del suolo e del sottosuolo, e spesso, per il maggior profitto, in maniera dissennata. Assumono, nella manodopera, persone del luogo, pagandole in maniera irrisoria.

Poi, vendono i loro stessi prodotti a prezzi esorbitanti, che esse non avranno mai il potere di acquistare.



Molti di quelli che godono il benessere economico, purtroppo, non si interrogano neppure da dove esso proviene, e tanto meno si domandano come loro se lo sono procurato.

Non riflettono minimamente né sull’origine, né sulla destinazione dei beni della terra.

Le risorse del suolo e del sottosuolo, tutti i beni dell’universo, sono stati creati da Dio in sovrabbondanza. Egli li ha destinati al nutrimento di tutti gli esseri viventi, distribuendoli ovunque, senza fare alcuna discriminazione tra i buoni e i cattivi.



“Il Padre vostro celeste fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti”(Mt. 5,45).



Nell’universo, immenso e meraviglioso, sul quale abitiamo, Dio non ha creato soltanto ciò che costituisce il nostro nutrimento, ma anche le piante e i fiori di ogni specie, che lo ornano di incomparabile bellezza.

Tutte le creature elevano continuamente un inno di pura lode al loro Creatore, come bene canta il salmista:



“ I cieli narrano la gloria di Dio, e l’opera delle sue mani annunzia il firmamento” (Sal.18, 1).

A questa lode universale delle creature, purtroppo, non si unisce la lode cosciente di tutti gli uomini.

Davanti alla liberalità senza riserve del Creatore, risalta ancora di più l’egoismo umano in tutta la sua grettezza e meschinità.



- Ti ricordi di lodare il tuo Dio, Creatore e Signore del cielo e della terra, che si è fatto in CRISTO anche il tuo Salvatore? …

- Quanto tempo e quanta disponibilità gli doni per glorificarlo, mediante la preghiera, la lettura e la meditazione sul Vangelo? …

- Ricordati che glorificare Dio, dal quale tutto ha

origine, è il fine stesso per cui siamo stati creati.



Dio Creatore ha affidato agli uomini tutti i beni, perché collaborino con Lui nello sfruttarli, con sapienza e con generosità, per il nutrimento di tutti gli abitanti del nostro pianeta. Nessuno dovrebbe morire di fame.



I beni, elargiti dal Creatore, sono più che sufficienti ma male distribuiti, a causa dell’egoismo e dell’ingordigia insaziabile dell’uomo.

Alle folle, che andavano al Giordano per farsi battezzare, Giovanni Battista, diceva, con molta forza:

“Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto”(Lc. 3,11).



- Qui tu non puoi esimerti dal fare il tuo esame di coscienza, sull’uso che fai dei beni che possiedi e che…forse pensi soltanto di ammucchiare. Ti sono stati donati, perché tu li sappia anche condividere con gli altri.



Rifletti su quanti soldi sono spesi in armamenti, sempre più costosi e micidiali?

E quanti sono spesi, non per nutrire la vita, ma per “vendere e comprare la morte”, con lo smercio, sempre più massiccio, della droga? E quanti sono spesi solo per appagare l’ambizione e i vizi dell’uomo!

Così, sono sottratte ingenti somme alla grande massa dei poveri, che nel mondo “urlano” per la fame.



Gesù ha moltiplicato i pani e i pesci, ma ha chiesto la collaborazione dell’uomo, nell’elargire quei pochi pesciolini e quei pochi pani, per compiere il miracolo.



Dio chiede sempre la nostra collaborazione con Lui, per divenire la mano della sua Provvidenza, che dona largamente a tutti.

Nessuno morirebbe più di fame, se ognuno di noi mettesse a disposizione degli altri qualcosa di più di ciò che possiede!



- Ricordati bene che alla sera della vita, come ci ha detto chiaramente Gesù, saremo giudicati sull’Amore.



Oggi l’uomo ha fatto un grande cammino nel progresso scientifico e tecnologico. E ciò indubbiamente ha reso meno faticoso il suo lavoro e tutte le sue attività.

Ogni forma di vero progresso risponde al disegno di Dio Creatore, che ha affidato all’uomo il mondo come un giardino (l’Eden), intatto in tutte le sue forme di vita, armonizzate pienamente tra loro, e governato da leggi sapientissime.



Il libro della Genesi lo esprime con molta semplicità, ma con altrettanta profondità:



“Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse”(Gen.2,15).



Questi due verbi delimitano, con precisione, la responsabilità dell’uomo nei confronti dell’universo, che Dio gli ha affidato: lo deve Coltivare e lo deve Custodire.



COLTIVARE: in questo verbo c’è tutta la fatica, il lavoro e la ricerca dell’uomo nello sviluppare i talenti e far progredire, così, sia la vita dei singoli, che la stessa condizione umana nel suo complesso.



Tutte le invenzioni e le scoperte dell’uomo, per allargare il patrimonio di conoscenze e per rendere più vivibile e confortevole la propria esistenza, sono in conformità con il progetto di Dio Creatore.



L’uomo, infatti, è stato creato e dotato da Dio di intelligenza, di volontà e di libero arbitrio, per essere il signore dell’universo:



“ Dio li benedisse e disse loro: Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra”(Gen.1,28).



- Tu, come vedi e come accogli nella tua vita il lavoro, lo studio ed ogni impegno, che richieda sacrificio? …

- Non pensi che, per poter servire veramente i fratelli e la comunità, devi sempre avere cura di te stesso, coltivando e sviluppando tutte le tue capacità, i tuoi talenti? …



CUSTODIRE: in questo verbo, Dio chiama l’uomo ad essere il suo collaboratore responsabile, nel promuovere e rispettare le leggi, che regolano l’esistenza e la vita di tutte le creature dell’universo.



Non è concepibile alcun progresso, senza il rispetto di queste leggi naturali, che sono vitali.



Qui la Parola di Dio condanna tutte le forme di sfruttamento egoistico e dissennato delle risorse naturali. E sono condannate anche tutte le specie di inquinamento dell’ambiente e di manipolazione della vita, soprattutto umana.

Quando l’uomo viola queste leggi del Creato, provoca sempre altri squilibri, che si ripercuotono sulla qualità della sua vita e sullo stesso clima.



- Ricordati che ogni violazione delle leggi del Creato è sempre un attentato contro il Creatore, contro la tua vita e contro la vita dei tuoi fratelli.



Per noi, che viviamo nel benessere, grazie al progresso, le esigenze sono enormemente cresciute. Molto di ciò che un tempo era considerato superfluo, o addirittura un lusso, oggi, per la nostra vita, è diventato necessario.

Ma ci dobbiamo domandare se e fino a che punto ciò è giusto.



Come valutare un tale cambiamento e come comportarci di conseguenza? ...



Non è facile rispondere a questa domanda, mentre viviamo in un mondo in cui, sopratutto i giovani, non hanno conosciuto e non conoscono privazioni e sacrifici, perché nuotano nel benessere.



Occorre usare il discernimento e la coscienza, per distinguere ciò che è veramente necessario alla vita, ciò che è utile- conveniente e ciò che è semplicemente superfluo.

Il criterio di giudizio varia da popolo a popolo, secondo il grado di benessere raggiunto.

Ma rimane, sempre e comunque, tra i poveri e i ricchi della terra, lo squilibrio economico-sociale, che va progressivamente aumentando.



Le esigenze delle Nazioni benestanti, infatti, continuano a crescere, indotte dalla pubblicità martellante dei mass-media.

Questi, facilmente, in nome del profitto, e anche in nome di qualche ideologia, manipolano e falsificano la verità.



Non vogliamo demonizzare affatto i mezzi di comunicazione sociale in se stessi. Questi hanno molto contribuito allo sviluppo dell’umanità e intensificato gradualmente le comunicazioni e le relazioni tra le persone e tra i popoli, in dimensione planetaria.



Ma i Mass-Media, come la Globalizzazione, da questi indotta e alimentata, diventano un’arma a doppio taglio.

L’uso dei mass-media, molto spesso, non rispetta, come dovrebbe, le leggi dell’etica, della morale e della verità, favorendo anche interessi di parte, a discapito del bene comune.



Questi mezzi di comunicazione sono oggi sempre più potenti e invadenti, diffondendosi in tutte le Nazioni del mondo.

Per i motivi sopra esposti, condizionano, in maniera sempre più accentuata, la vita e la libertà dell’uomo, sopratutto nella dimensione morale.



- Qui ti devi fare anche tu una domanda precisa e importante.

- Quanto ti lasci influenzare e condizionare dalla TV e dai Mass-Media in genere ? ...

- Ti rendi conto che la tele-dipendenza ti condiziona, nel tuo modo di pensare e di agire? …

- Che ti ruba tempo prezioso, a scapito dei tuoi doveri e dei tuoi impegni ? …



Gli effetti, poi, che i Mass-Media provocano sui popoli più indigenti, nel vedere che gli altri guazzano nel benessere, sperperando anche beni “vitali” di consumo, servono ad accentuare ancor più l’antagonismo tra i poveri e i ricchi della terra.

“Non è più tollerabile - dice il papa BenedettoXVI - assistere impassibili alla ecatombe di popoli affamati”.



- Chi è schiavo del danaro e dei beni di questo mondo diventa incapace di donarsi e di donare ai fratelli…

Rifletti sulla caducità di questa vita terrena. Alla tua morte, porterai nell’altro mondo soltanto la tua anima e le opere che hai compiuto.

La Parola di Dio, nel libro di Giobbe, lo proclama con estrema efficacia ed incisività:

“Nudo uscii dal seno di mia madre e nudo vi ritornerò”(nel seno della terra).(Gb. 1,21).





La conseguenza di tutta la situazione sopra descritta è che la persona oggi vive proiettata troppo al di fuori di sé. Il ritmo della sua vita è divenuto frenetico, dispersivo, frammentato, assillante e stressante.



L’uomo sta diventando sempre più schiavo, non solo dei “mezzi tecnologici”, che ha inventato, ma anche dei beni di consumo, che lo trascinano nel vortice, diventato ormai un imperativo: produci-acquista-consuma!



Bisogna dire che, alla fine, il progresso raggiunto è pagato a caro prezzo.



Anche l’uomo sta rendendosi conto, sempre di più, che il solo benessere materiale-economico non gli può più bastare, perché interiormente non lo appaga affatto.



Che cosa gli manca dunque ?



Si può dire che gli manca “l’anima”. La vera ricchezza della persona umana è la sua Interiorità.

E’ stato scritto con tanto verismo: “Senza la Spiritualità, l’uomo è un tubo digerente”.

La persona si sviluppa e si matura in varie dimensioni, che devono crescere armonicamente.





Non vi è dubbio, però, che quella fondamentale e più importante è la dimensione umana- spirituale.





2 – SOLTANTO LA LUCE, PROIETTATA DA CRISTO, CULMINE

DELLA RIVELAZIONE, RISPONDE ALLE ESIGENZE E

AGLI INTERROGATIVI DELLA CONDIZIONE UMANA.





Non è possibile vivere serenamente, in un mondo così agitato, frenetico e caotico, senza ancorarci a dei punti fermi, che sono i valori morali, spirituali e religiosi.

Valori che ci spingono a ricercare la nostra vera identità, e quindi la nostra realizzazione, al di là e al di sopra della semplice fruizione di un benessere materiale-economico.



- I beni di consumo riempiono il tuo stomaco e appagano i tuoi sensi nell’attimo che fugge. Ma essi non sazieranno mai il tuo spirito, che ha sete di VERITA’, di GIUSTIZIA, di AMORE, di FELICITA’ VERA, e non di un semplice PIACERE.



Questo, avulso da ogni riferimento morale e spirituale, ti lascia sempre più vuoto e più inquieto.

Perché?... Perchè la tua misura è Dio, che ti ha creato a SUA IMMAGINE e SOMIGLIANZA, e non i beni di questo mondo.



Per dare una risposta esauriente alle domande vitali su esposte, non c’è altra via che quella di aprirci alla Rivelazione di Dio, attuata in Cristo, suo Figlio.



Egli, nel Vangelo, non ci ha soltanto manifestato l’Amore del Padre: lo ha anche comunicato a noi, nella sua Pasqua di morte e di risurrezione.





La seconda narrazione biblica della creazione dell’uomo, descritta dal libro della Genesi, con un linguaggio tanto semplice, ma altrettanto profondo, afferma che ognuno di noi, come persona, è composta di due elementi, nettamente distinti, anche se sostanzialmente uniti tra loro:

il corpo e lo spirito.



“Allora il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente(”Gen.2,7).



Qui l’autore sacro ci descrive Dio, che agisce alla maniera dell’uomo. Si richiama alla similitudine plastica del vasaio, per mostrarci, più tangibilmente e più eloquentemente, quanto è grande il suo Amore per noi.

Come il vasaio maneggia la creta, plasmandola con le proprie mani, per donarle la forma che ha già concepito e contemplato, non solo nel suo intelletto, ma più ancora nel suo cuore, così fa Dio nei riguardi dell’uomo.



Prima di crearci, ci ha contemplati e amati, uno ad uno, dall’eternità.

Al cuore di ogni persona Dio sussurra:

“ Ti ho amato di Amore eterno, per questo ti conservo ancora pietà”.

(Ger. 31,3).



L’uomo è la creatura prediletta di Dio, l’unico essere dell’universo, che Egli ha creato, per instaurare con lui un dialogo di Amore interpersonale, che si tramuta in VITA.



Il primo protagonista, in questo Dialogo Ineffabile, è sempre Dio, che continua a bussare al cuore di ogni persona, per potervi entrare e vivere con lei un IDILLIO DI AMORE.



“Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me”(Ap.3,20).



- Non dire più, allora, che la vita dell’uomo è guidata dal cieco destino, nè dal caso.





E‘ guidata, invece, dalla PROVVIDENZA AMOROSA DI DIO, che tutto dispone per la salvezza e per il bene di ogni creatura umana.

Non puoi, però, percepire ciò, se, da parte tua, non apri il cuore al Signore che bussa.



Dio plasma con la terra il corpo dell’uomo, dotandolo di tutte le perfezioni, nell’ordine naturale. E’ il più perfetto tra tutte le creature viventi (= il microcosmo).

In questa creta, plasmata dal suo Amore, Dio vi soffia un alito della propria vita divina: lo spirito immortale.



- Tu puoi negare o rinnegare questo SOFFIO VITALE DI DIO che è in te, ma non puoi mai, in alcun modo, cancellarlo.

E’ il SIGILLO INDELEBILE, che Egli ha scolpito NEL SACRARIO INTERIORE DELLA TUA COSCIENZA, per indicare l’appartenenza a Lui.



Il nostro spirito, perciò, si ribella, quando noi lo dimentichiamo o, quando, comunque, lo trascuriamo e lo umiliamo, vivendo una vita superficiale, materialistica e dissoluta.



Dobbiamo ritornare sempre alle nostre origini, per prendere coscienza della realtà che ci circonda, ma principalmente della nostra vera identità di persone umane.



Le nostre origini non risalgono semplicemente ai genitori, ma a Dio.



I nostri genitori ci hanno procreato, ma è Dio che ci ha creato.

Siamo, sì, fragili peccatori, ma redenti da GESU’ CRISTO.



Se dimentichiamo queste Verità, la nostra condizione umana rimane veramente indecifrabile. Con la sola luce della ragione, non è possibile dare delle risposte “esistenziali”esaurienti.



Se, invece, accogliamo la LUCE della FEDE, proiettata dalla RIVELAZIONE DI GESU’CRISTO, veniamo illuminati su tutti gli aspetti della nostra condizione umana.



E’ vero, anche per chi ha aderito alla FEDE, rimangono degli interrogativi ai quali, nessuna persona può, comunque, dare risposta con le sue sole capacità umane.

Ma Dio non ci comunica semplicemente delle VERITA’ calate dall’alto. Ci offre anche tanti SEGNI DI GARANZIA, per confermare la Verità di quanto Lui ci ha rivelato. Sono le sue CREDENZIALI.



Il PRIMO e MASSIMO di TALI SEGNI DELLA STORIA, dal quale si irradiano tutti gli altri, è GESU’CRISTO.



- Finché tu non ti confronti, IN MANIERA SERIA e OBIETTIVA, CON GESU’CRISTO, non puoi capire il senso e il valore della tua vita, né della condizione umana in genere.

Il bisogno primo, fondamentale ed insopprimibile di ogni persona è quello di sentirsi amata.

Accogliendo, CRISTO, con la FEDE, tu fai l’esperienza gratificante di un AMORE senza limiti.

Questo AMORE, non soltanto “riempie” la tua solitudine, ma “risponde vitalmente” ai tuoi interrogativi.

Ricordati però che la Fede non si riduce ad un insieme di riti e di preghiere, ma è un INCONTRO PERSONALE PROFONDO CON GESU’ CRISTO,

FONDATO SULL’ACCOGLIENZA DELLA SUA PAROLA: IL VANGELO.



La storia ci attesta che chiunque lo ha cercato nella sincerità, (e sono miliardi di persone), lo ha veramente incontrato.

E GESU’CRISTO GLI HA CAMBIATO RADICALMENTE LA VITA.



Basta che citiamo la testimonianza, così ardente e appassionata, di

S. Paolo, convertito sulla via di Damasco da persecutore dei cristiani a fervente Apostolo, infiammato dall’Amore di Cristo:

“Per me, infatti, il vivere è CRISTO e il morire un guadagno”(Fil.1,21).



LE CONVERSIONI, CHE CONTINUANO AD AVVENIRE NELLA STORIA, COSTITUISCONO IL SEGNO PIU’ GRANDE DELLA VERITA’ DI CRISTO.



ESSE CONFERMANO CHE DIO PADRE E’ SEMPRE PRESENTE ALL’UOMO, PER ATTUARE IN LUI LA SALVEZZA, OPERATA DAL PROPRIO FIGLIO.

Gesù stesso lo afferma con queste parole:

“Il Padre mio opera sempre e anch’io opero”(Gv.5,17).



La schiera di EROI, di SANTI e di MARTIRI CRISTIANI, che non si possono nemmeno contare, CON LA LORO VITA E CON IL LORO MARTIRIO, CI OFFRONO QUESTA FORTE TESTIMONIANZA:

GESU’ CRISTO E’LA RISPOSTA VERA, UNICA, TOTALE E DEFINITIVA DI DIO ALLA RICERCA DELL’UOMO.





Come DIO PADRE nella CREAZIONE ci ha “fatti” a Sua Immagine e Somiglianza, così, mediante l’INCARNAZIONE E LA REDENZIONE, ci ha “rifatti” a Immagine e Somiglianza del FIGLIO.



Lo ha donato a noi come MAESTRO, SALVATORE e MODELLO PERFETTO della nostra umanità.

Egli stesso si presenta con queste parole, che nessuno mai ha osato pronunciare:

“IO sono La VIA, la VERITA’ e la VITA “ ( Gv. 14, 6).



IN CRISTO, ” IMMAGINE DEL DIO INVISIBILE” (Col. 1,15), il PADRE ci ha donato tutto Se stesso, ci ha svelato i suoi segreti, per metterci in comunione vitale con LUI.



“ Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi” (Gv. 15,15).



Nel DONO del FIGLIO SUO GESU’CRISTO, che si è fatto solidale con noi e garante per noi peccatori, fino alla morte di croce, il PADRE ABBRACCIA ognuno di noi.



GESU’CRISTO SULLA CROCE E’ LA RISPOSTA

ULTIMA DI DIO PADRE A TUTTI GLI INTERROGATIVI DELL’UOMO.



Non una risposta teorica e speculativa, bensì una risposta di AMORE, che significa di VITA.

Egli ha riempito, CON LA SUA PRESENZA, il DOLORE e la MORTE dell’uomo, trasformando anche il suo PECCATO in un CAMMINO DI PURIFICAZIONE, DI REDENZIONE E DI SALVEZZA ETERNA.

SENZA CRISTO, SIAMO VERAMENTE PERDUTI! …

Abbiamo così tanto bisogno di LUI, quanto l’assetato ha bisogno dell’acqua.





Prostriamoci allora, con l’impeto di fede dell’Apostolo Pietro, per gridarGli:

“Signore, da chi andremo? Tu hai parole di Vita Eterna; noi abbiamo creduto e conosciuto che Tu sei il Santo di Dio”(Gv.6,68-69).



Il grande filosofo e mistico Pascal dice : “Il cuore intende ragioni che l’intelletto non può capire”. L’AMORE è un’esperienza che si capisce soltanto AMANDO.



- Se t’inginocchi davanti a Cristo, crocifisso per amore nostro, ti accorgi che le tue parole non servono più: Lì, percepisci il MISTERO INSONDABILE DELL’AMORE DI DIO e senti soltanto il bisogno di prostrarti, nel silenzio, per adorarlo e contemplarlo…

Sono questi incontri vivi e profondi con Lui, che ti aiutano a crescere veramente nella fede e ad entrare, così, in un rapporto sempre più vitale con Lui.



S. Paolo, il GRANDE ANNUNCIATORE e TESTIMONE dell’Amore di Cristo, esclama:



“Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Egli, che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha consegnato per tutti noi, non ci donerà forse ogni cosa insieme con LUI?”(Rom. 8,31-32).



- DIO E’ AMORE, e l’amore non si dimostra con la ragione, ma si mostra con la vita.

GESU’ CRISTO sulla croce lo ha mostrato in pienezza, manifestando così che era veramente il FIGLIO di DIO PADRE e che era ripieno dello SPIRITO SANTO.



Anche tu sei chiamato a mostrare, sempre più, con la tua vita, l’amore che porti a CRISTO GESU’.

Ricordati che la TESTIMONIANZA è la PRIMA EVANGELIZZAZIONE che facciamo ai fratelli.

Gesù, nel Vangelo, lo dice, con queste parole:

“Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre che è nei cieli” (Mt. 5,16).



La CHIESA CATTOLICA, fondata da Cristo, nella quale

Egli continua a vivere e ad operare la salvezza, è un altro SEGNO, per chi vuole intendere, dell’AUTENTICITA’ DEL CRISTIANESIMO.



Le 4 NOTE, che la distinguono da tutte le altre Religioni e Sette, sono:

UNA, SANTA, CATTOLICA, APOSTOLICA.









Abbiamo già parlato della SANTITA’, che nella CHIESA CATTOLICA fiorisce in ogni tempo e in ogni luogo, mostrandoci i suoi frutti maturi, che sono i SANTI: le persone che più hanno contribuito al vero progresso dell’umanità.

I SANTI non sono soltanto quelli canonizzati dalla Chiesa, ma una schiera senza numero di ogni popolo, di ogni razza e di ogni tempo, come ci descrive, in visione, l’Apostolo S. Giovanni nel libro dell’Apocalisse:

“Dopo ciò, apparve una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e portavano palme nelle mani”(Ap.7,9).

La SANTITA’ consiste nel vivere “l’ EROISMO DELL’AMORE”, ossia l’integrità della LEGGE MORALE, che culmina nella perfezione evangelica delle BEATITUDINI.

Ciò non è assolutamente possibile con le sole forze umane, debilitate dal PECCATO ORIGINALE.



Ma avviene esclusivamente PER LA GRAZIA DI CRISTO.





- Il tuo grado di santità è in rapporto diretto con

l’ intensità di amore, che nutri per Cristo, FONTE

DI OGNI SANTITA’.

In proporzione di quanto ti doni e ti abbandoni in Lui, Egli si rivela e si dona a te. Ti trasforma, con il Suo SPIRITO, rendendoti un TESTIMONE VERACE E CREDIBILE DEL SUO AMORE.



Qui, senza dilungarci, accenniamo soltanto ad un’altra di queste NOTE: l’APOSTOLICITA’.



La CHIESA, fin dal tempo degli Apostoli, trasmette, nell’assoluta fedeltà, la RIVELAZIONE SCRITTA ( S. SCRITTURA) e ORALE (TRADIZIONE VIVA DEL MAGISTERO), RICEVUTA DAL SUO MAESTRO CRISTO SIGNORE.



La catena ininterrotta, nella successione Apostolica, sia dei Sommi Pontefici, da S, Pietro fino al papa attuale Benedetto XVI, sia dei vescovi, successori degli Apostoli, ci attesta che la CHIESA, mediante questi anelli, è collegata direttamente al suo fondatore, GESU’ CRISTO.



La predicazione apostolica e la celebrazione dei Sacramenti, istituiti da Cristo, fin dall’inizio, - come ci attesta tutto il libro degli ATTI DEGLI APOSTOLI -, è un’altra garanzia dell’APOSTOLICITA’ della CHIESA.



S. Paolo così afferma la fedele trasmissione della Rivelazione Apostolica:

“ Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso”(I Cor. 11,23).



Ma vogliamo aggiungere un’altra prova storica, sempre attuale, che cogliamo dal libro degli “Atti degli Apostoli”.

I membri del Sinedrio, dopo aver interrogato gli Apostoli, irritati dalla loro forte e franca testimonianza sulla Risurrezione di Gesù Cristo, volevano mandarli a morte.



Ma il fariseo e dottore della Legge Gamaliele si rivolge ai membri del Sinedrio, facendo loro una proposta molto saggia:



“Per quanto riguarda il caso presente, ecco ciò che vi dico. Non occupatevi di questi uomini e lasciateli andare. Se, infatti, questa teoria o questa attività è di origine umana, verrà distrutta; ma se essa viene da Dio, non riuscirete a sconfiggerli; non vi accada di trovarvi a combattere contro Dio” (At.5,38-39).



Noi accogliamo e attualizziamo il saggio parere di Gamaliele, sempre valido per ogni tempo.



Se, dopo duemila anni, nessuno è riuscito a distruggere la CHIESA e il CRISTIANESIMO, nonostante le molte e grandi persecuzioni che ha avuto e che continua ad avere nel mondo, significa che questa Religione non viene dagli uomini, ma da Dio.



E ostinarsi a combattere contro Dio, vuol dire avere già perduto in partenza.



Alla domanda cruciale di Gesù, rivolta agli Apostoli: “Voi chi dite che io sia?”(Mt.16,15), Simon Pietro, e con lui tutta la CHIESA, continua a rispondere: “ Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio Vivente”(Mt.16,16).



Gesù gli conferisce il grande mandato, con un’affermazione inequivocabile, che sfida i secoli:

“E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa”(Mt.16,18).



La CHIESA è guidata visibilmente dal papa, ma la prima, infallibile GUIDA, è lo SPIRITO SANTO, inviato da GESU’ CRISTO, per costruire in essa il REGNO DI DIO.

LA CHIESA, COME LA PAROLA DI DIO, NON PUO’ ESSERE DISTRUTTA, PERCHE’ FONDATA SULLA ROCCIA, che è CRISTO.

“Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno”(Lc.13,31), dice il Signore.



-Tu, che affermi di essere CRISTIANO CATTOLICO, che rapporto hai con la CHIESA, fondata da Gesù Cristo?...

-Ti senti partecipe e corresponsabile della sua vita

e della sua missione, nel testimoniare e nello annunciare il VANGELO, L’UNICA PROPOSTA DI VITA CHE PROMUOVE E SALVA VERAMENTE L’ UOMO? …



Ricordati: chi, per propria colpa, non accoglie la FEDE, che irradia la LUCE di CRISTO, resta nel buio totale davanti a tutte le realtà e le domande che si pone sulla propria vita e sulla condizione umana.

Tolto CRISTO, viene distrutto anche l’uomo, la cui sorte diviene inspiegabile e incomprensibile.



3 - LE REALTA’ ULTIME ILLUMINANO, DANNO SENSO E

VALORE ALLA VITA DELL’UOMO.





“In faccia alla morte l’enigma della condizione umana diventa sommo”(“Lumen Gentium”=La Chiesa, Luce delle genti, cp7).

La CHIESA, “madre e maestra di vita”, nel Concilio Vaticano II

(1962-65), si è aperta ad un dialogo pieno con l’uomo moderno, per illuminarlo su tutte le Verità, che coinvolgono la sua vita.



La condizione della persona umana, che vive nel tempo, ci pone molti interrogativi.



Ma la sua condizione dopo la morte è tutta un interrogativo, al quale l’uomo, con le sue sole capacità, non è in grado di rispondere.



Soltanto accogliendo il dono della FEDE, che è la LUCE DI DIO in noi, troviamo le risposte che illuminano la nostra vita, anche al di là della morte.



Nella preghiera del CREDO, in cui professiamo, in sintesi, tutte le Verità della nostra FEDE, affermiamo:



“ CREDO in un solo Signore, Gesù Cristo…che di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo Regno non avrà fine…. CREDO nella risurrezione della carne e nella vita eterna”.



Sono le REALTA’ ULTIME, verso le quali corre, con l’inesorabilità del tempo, ogni vita umana, e ne segnano il vero e definitivo compimento:

Il GIUDIZIO PARTICOLARE, IL GIUDIZIO UNIVERSALE, LA VITA ETERNA O LA CONDANNA ETERNA.



La MORTE pone FINE soltanto alla vita dell’uomo sulla terra, come TEMPO aperto all’accoglienza o al rifiuto della GRAZIA DIVINA, apparsa in Cristo. Ma non pone FINE alla vicenda umana.





Se, dopo la MORTE non ci fosse il GIUDIZIO DI DIO, che riequilibra la STORIA, secondo la VERITA’ DELL’AMORE, la VITA TERRENA non avrebbe più senso, né valore, né finalità.



Le guerre, i massacri, le violenze, le oppressioni, le ingiustizie umane, resterebbero tutte impunite.

Chi nasce e chi vive nell’estrema povertà, chi è schiavo dei dittatori, degli arroganti e dei prepotenti, non avrebbe alcuna speranza di essere riscattato e liberato.

In questo mondo, quindi, trionferebbero i malvagi, senza possibilità di cambiare tale situazione. Tutto ciò è assurdo. Gesù, nella proclamazione delle BEATITUDINI, afferma, con molta chiarezza:



”Beati quelli che hanno fame e sete della Giustizia, perché saranno saziati”(Mt.5,6).

Se ciò non avviene in questo mondo, avverrà sicuramente nell’altro.



Nel Prefazio della S.Messa dei defunti, la Chiesa ci insegna a pregare:

“Ai tuoi fedeli, o Signore, la vita non è tolta, ma trasformata”.

Dio Padre, creando l’uomo “a sua Immagine e Somiglianza”

(cfr. Gen. 1, 26, ), lo ha salvato, infatti, dal peccato, mediante il

proprio Figlio, per renderlo partecipe della sua VITA, che è ETERNA BEATITUDINE.



Per questo, vogliamo qui affermare, con forza, l’IMMORTALITA’ DELL’ANIMA e LA VITA ETERNA.

“Dio ha creato l’uomo per l’immortalità; lo fece a immagine della propria natura” (Sap. 2, 23).

E’ vero che la morte in se stessa è un evento angosciante. Chi, però, si affida alla Parola di Dio, che non si smentisce, vivendo nella fede cristiana, anche davanti alla prospettiva imminente della morte, non è mai disperato. Sa, infatti, che non va né verso il nulla, né verso la catastrofe, ma va ad incontrare il suo DIO CREATORE e SALVATORE.

Le parole dell’Apocalisse, -nonostante le sue colpe e le sue fragilità umane, -gli infondono sicurezza e conforto.





“Dio tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte,né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate”

(Ap.21,4).

Questa fede, che si tramuta nella speranza dell’immortalità, è una fiamma che dobbiamo tenere sempre viva nel cuore, per trovarci, in ogni tempo, preparati a questo incontro finale e decisivo.



Davanti a queste Verità, che la Chiesa continua a proclamare da oltre 2000 anni, purtroppo, un buon numero di persone vive totalmente immerso nel materialismo. Esse ritengono, in pratica, che la morte segni la fine di tutta la vicenda umana.



Con una superficialità e leggerezza spaventose, sono ripiegate solamente a cogliere e godere l’attimo che fugge, senza farsi mai la domanda, che si pone sempre la persona saggia: e dopo? …



Così, la vita diventa semplicemente una partita di piacere, che il poeta canta in questi pochi versi:

“ Quanto è bella giovinezza, che si fugge tuttavia!

Chi vuol essere lieto, sia: di doman non c’è certezza”.

(Lorenzo De’ Medici).



-Tu come ti poni davanti alla morte e alle realtà

della vita ultraterrena? …

-Ti rendi conto che la tua vita non puoi delegarla ad

altri, perché, avendola ricevuta, ne sei amministratore, non proprietario? ...

- Hai coscienza che devi prendere una seria

decisione davanti a queste REALTA’ ULTIME, che

SEGNERANNO LA TUA SORTE PER L’ETERNITA’? …



C’è anche chi davanti alla morte e alle realtà ultraterrene, si è già “confezionate” aprioristicamente le risposte della scienza o dell’ideologia, per negare l’immortalità dell’anima e la vita eterna.







E’ spaventosa l’incoscienza e la superficialità, che tutte queste persone dimostrano, davanti alle REALTA’ULTIME, CHE DANNO COMPIMENTO, PER SEMPRE, ALLA VITA UMANA!



Sembra che essi non ne siano coinvolti.

La conseguenza è evidente: tali persone vedono la MORTE come un vero tabù, da esorcizzare continuamente.



A tutti costoro, noi rispondiamo semplicemente con i versi del sommo poeta Dante Alighieri. ” Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguire virtute e canoscenza”.

(Inf. c. XXVI).



Ma facciamo anche una riflessione, alla luce della ragione, che molti, a quanto pare, oggi usano poco.

Seguendo le tracce del grande filosofo francese Blaise Pascal, affermiamo che chi nega l’IMMORTALITA’ DELL’ANIMA e la VITA ETERNA, nega il MISTERO DI DIO, senza il quale nulla ha più senso, nè spiegazione.



E’ il dilemma, che diventa la SCOMMESSA PIU’CRUCIALE DELLA VITA UMANA: O DIO O IL NULLA.



Ma esiste il NULLA ? ... Dunque? …



Le persone sopra indicate, o per partito preso, o per la prassi della loro vita, che è atea, si ostinano a negarne la stessa esistenza.



Noi chiediamo loro di darci qualche prova di tanta sicumera, nel contestare il MISTERO TRASCENDENTE.



Ma essi non potranno mai darci, con sicurezza, alcuna prova che DIO NON ESISTE, mentre noi, che crediamo, abbiamo tanti SEGNI, per affermare che EGLI VERAMENTE ESISTE.



E’ vero che lo CREDIAMO solamente PER IL DONO DELLA FEDE. Ma resta vero pure che è RAGIONEVOLE CREDERE.

A tale proposito, è stato scritto:

“Noi non crediamo per delle ragioni, ma abbiamo molte ragioni per credere”. Ragioni, che essi non hanno affatto per smentirlo.



La garanzia della VITA ETERNA è fondata sulla RISURREZIONE di Gesù Cristo, che ci narrano diffusamente tutti e quattro gli Evangelisti.

Essa non è un’invenzione, ma UN EVENTO STORICO.

Anzi, è L’EVENTO CENTRALE DELLA STORIA, che la illumina e le dà il suo valore e il suo senso ultimo, cambiandola tutta radicalmente, per chi si apre a questo MISTERO DELLA FEDE.



GESU’ CRISTO è lo SPARTIACQUE DELLA STORIA.

Egli afferma, senza mezzi termini:”Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde” (Mt. 12, 30).



Il santo vecchio Simeone, prendendo, con commozione, Gesù Bambino tra le sue braccia, lo chiama profeticamente: “LUCE per illuminare le genti e GLORIA del tuo popolo Israele”, ma subito aggiunge che Egli è anche “SEGNO DI CONTRADDIZIONE, perché siano svelati i pensieri di molti cuori”(Lc. 2, 32. 34-35).



GESU’ CRISTO è venuto per unire e salvare l’umanità, dispersa dal peccato, e INSTAURARE TUTTE LE REALTÀ, SECONDO IL PROGETTO DEL PADRE.

Ogni persona, che è dotata di intelligenza, di volontà e di coscienza, davanti a LUI è chiamata a fare la propria scelta decisiva, dalla quale dipende la sua sorte eterna.



- Perciò, il dilemma, accennato sopra, nei confronti di Dio, si ripropone concretamente nei confronti di CRISTO, SUO FIGLIO: O LO ACCOGLI O LO RIFIUTI.

Non puoi restare in mezzo al guado: o stai di qua o passi al di là…CREDERE TI COSTA SACRIFICIO, MA TI RIPAGA MOLTO AMPIAMENTE…

Se davanti a Cristo rimani indifferente, hai già scelto, in pratica, di rifiutarlo.



La RISURREZIONE DI GESU’ E’ la PIU’ GRANDE CREDENZIALE, che DIO ci offre, per attestare l’autenticità della sua RIVELAZIONE, e quindi la VERITA’ DELLA FEDE.



S. Paolo fa della RISURREZIONE DI CRISTO la prova, per eccellenza, della credibilità della FEDE.



“Se Cristo non è risorto, è vana la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati. E anche quelli che sono morti in Cristo sono perduti”

(I Cor. 15, 17-18).



Ma poi aggiunge: “Ora, invece, Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti. Poiché se a causa di un uomo venne la morte, a causa di un uomo verrà anche la RISURREZIONE DEI MORTI; e come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo”.

(I Cor. 15, 20-22).

Gesù stesso si appella profeticamente alla sua Risurrezione come al SEGNO PIU’GRANDE della storia, la quale è stata totalmente cambiata, proprio perché LUI è risorto.



“Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un SEGNO, ma non le sarà dato nessun Segno fuorchè quello di Giona. Poiché come Giona fu un Segno per quelli di Ninive, così il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione” (Lc. 11, 29-30).



Nella prospettiva della FEDE CRISTIANA, quindi, la MORTE, grazie a Cristo, non segna la fine della vita dell’uomo, ma le dà il suo vero senso e il suo compimento.



Il GIUDIZIO DI DIO ad ogni anima che lascia questo mondo, ci illumina per riconoscere, con chiarezza, i valori veri e quelli fasulli della vita terrena. Poiché DIO E’ AMORE, i veri valori sono tutti quelli che nascono dall’AMORE e donano AMORE.

Dio, infatti, ci giudicherà SULL’AMORE.



Il GIUDIZIO PARTICOLARE avviene al momento della morte.





“Tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, ciascuno per ricevere la ricompensa delle opere compiute finchè era nel corpo, sia in bene che in male.(2 Cor. 5, 10).



Ma, alla fine del mondo presente, avverrà la RISURREZIONE DEI CORPI, che si ricongiungeranno all’anima.

Seguirà immediatamente il GIUDIZIO UNIVERSALE.

“Verrà l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri UDRANNO la SUA VOCE e ne usciranno: quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna” (Gv. 5, 29).



Questo GIUDIZIO CHIUDE IL TEMPO DELLA STORIA, “per mostrare che la Giustizia di Dio trionferà su tutte le ingiustizie e che il suo Amore è più forte della morte” (Dal Catechismo della Chiesa cattolica).



Tutti, come pellegrini, siamo in cammino verso queste REALTA’ ULTIME, che sono le più importanti, perché SEGNANO LA NOSTRA SORTE PER L’ETERNITA’.



A conclusione di questo trattato, vengono, quindi, opportune queste affermazioni di S. Paolo:

“Noi non fissiamo lo sguardo sulle cose VISIBILI, ma su quelle INVISIBILI. Le cose VISIBILI sono di un momento, quelle INVISIBILI sono ETERNE” (2 Cor. 4, 18).



L’uomo è stato creato NEL TEMPO, ma PER VIVERE ETERNAMENTE.

“Non abbiamo qui una città stabile, ma cerchiamo quella futura (Ebr.13,14).

Il grande dottore della Chiesa S. Agostino dice a proposito“Dio ci ha donato la VITA per cercarlo, la MORTE per incontrarlo e l’ETERNITA’ per goderlo”.



Chi non vive nella FEDE IN CRISTO, vive solamente la DIMENSIONE DEL TEMPO.

Chi vive nella FEDE IN CRISTO, vive, e intensamente, la dimensione del tempo, ma sempre nella prospettiva dell’ETERNITA’.



La parabola evangelica del ricco epulone e del povero Lazzaro afferma chiaramente che dopo il tempo c’è la VITA ETERNA, ma la sorte di chi ha accolto Cristo e di chi non l’ha accolto è diametralmente diversa.

“ Tra noi e voi è stabilito un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi non possono, né di costì si può attraversare fino a noi “ (Lc.16,26).



Per l’epulone non è più possibile uscire dall’Inferno e andare in Paradiso.

Così è per l’uomo che, disgraziatamente, vive nell’ODIO, e rifiuta, fino alla fine della propria vita, di aprirsi all’AMORE e alla MISERICORDIA di Dio.

Egli stesso si condanna, rendendosi PER SEMPRE INCAPACE DI AMARE.

Questo è il vero, tremendo ed eterno supplizio dei dannati: LA RADICALE INCAPACITÀ DI AMARE, PERCHÉ SI SONO STACCATI DA CRISTO, COME TRALCI DALLA VITE.



In un responsorio Liturgico, la Chiesa lo esprime così: “Nell’inferno non c’è più Redenzione”.

S. Francesco d’Assisi, al termine del Testamento, scritto di suo pugno e diretto a tutti i frati di ogni tempo, rivolge loro una

Esortazione-Ammonimento solenne sulle conseguenze ultime della loro scelta vocazionale.



Ciò che dice il Serafico Padre – pur con le dovute differenze, secondo lo stato di vita di ognuno, - vale per tutti.



“Dilettissimi fratelli e figli in eterno benedetti,

ascoltatemi, ascoltate la voce del vostro padre:

Grandi cose abbiamo promesso, maggiori sono state promesse a noi. Osserviamo quelle, aspiriamo a queste.

BREVE È IL PIACERE, ETERNA LA PENA

PICCOLO IL PATIRE, INFINITA LA GLORIA

Molti i chiamati, pochi gli eletti; tutti avranno la loro

retribuzione”. AMEN.



Fr. Severino Consolaro
































LA CONDIZIONE DELL’UOMO DI OGGI NELLA PROSPETTIVA


DELLE REALTA’ ULTIME DELLA SUA VITA.



PRESENTAZIONE

L’attuale condizione del genere umano, vista nella Luce di Cristo, che è la RISPOSTA COMPLETA e DEFINITIVA di Dio ad ogni ricerca ed aspirazione dell’uomo.



1 -SITUAZIONE SOCIALE COMPLESSA E PROBLEMATICA:



- LA FUNZIONE POTENTE E AMBIVALENTE

DEI MASS-MEDIA E DELLA GLOBALIZZAZIONE.

- IL PROGRESSO TECNOLOGICO SENZA UN ADEGUATO

SVILUPPO INTEGRALE DELLE PERSONE.



2 - SOLTANTO LA LUCE, PROIETTATA DA CRISTO, CULMINE

DELLA RIVELAZIONE, RISPONDE ALLE ESIGENZE E AGLI

INTERROGATIVI DELLA CONDIZIONE UMANA.



3 - LE REALTA’ ULTIME ILLUMINANO, DANNO SENSO E

VALORE ALLA VITA DELL’UOMO.







INTRODUZIONE





Il tema che trattiamo, la condizione attuale della società umana,

costituisce il vero nocciolo della questione per ognuno di noi.

Nessuno, infatti, può eludere le domande cruciali, che la vita continuamente ci pone, attraverso gli eventi che ci toccano, e che sono sempre in cambiamento e in divenire.



Per affrontare la realtà che viviamo, in questo continuo mutare di eventi, col fluire del tempo, dobbiamo anzitutto metterci in ascolto sincero di noi stessi, nell’intimo del cuore.





La profonda riflessione sul nostro essere costituisce la prima bussola per conoscerci e per orientare, di conseguenza, le scelte e i comportamenti della nostra vita.

Questo, detto più semplicemente, significa mettersi in ascolto della propria coscienza.



La Costituzione Pastorale “Gaudium et spes”, emanata dal Concilio Vaticano II (1962-65), ribadisce il ruolo e l’importanza della coscienza come guida morale e spirituale, per vivere in armonia con Dio, con se stessi e con i fratelli,



“ Nell’intimo della coscienza l’uomo scopre una legge che non è lui a darsi, ma alla quale invece deve obbedire e la cui voce, che lo chiama sempre ad amare e a fare il bene e a fuggire il male, quando occorre, chiaramente parla alle orecchie del cuore… L’uomo ha in realtà una legge scritta da Dio dentro il suo cuore… La coscienza è il nucleo più segreto e il sacrario dell’uomo, dove egli si trova solo con Dio, la cui voce risuona nell’intimità propria” (Gudium et spes, 16).



La coscienza è un grande dono di Dio, perché manifesta la sua presenza misericordiosa, che mai ci abbandona, anche quando noi abbandoniamo Lui con il peccato grave, come ci attesta la storia di Caino, dopo l’uccisione del fratello Abele. (cfr. Gen. 4,9).

Essa ci domanda conto sempre della nostra condotta di vita, della qualità delle nostre azioni e delle nostre relazioni, nel rapporto con Dio e con il prossimo.

La coscienza ci è stata donata per un unico scopo: vivere la comunione con Dio. Infatti, quando abbiamo peccato, essa ci richiama a riconoscere il male commesso, a pentirci e a confessare le nostre colpe, per avere il suo perdono, che ci rigenera, donandoci la vera pace del cuore.



- Quale rapporto hai tu con la tua coscienza, che è il sacrario in cui Dio continuamente ti parla ? ...

- Ti esamini spesso sui dieci Comandamenti, per

renderti conto come stai vivendo i tuoi rapporti

con Dio, con te stesso e con il tuo prossimo? …



- Abituati ad ascoltare la tua coscienza, perché,

alla fine della vita, ci sarà il giudizio di Dio, al

quale nessuno può sfuggire.

Il verdetto di questo giudizio combacerà

sostanzialmente con la sentenza che pronuncerà

la tua coscienza.



Ogni persona è in un continuo divenire, perché soggetta ai vari eventi che toccano la sua esistenza e la cambiano, in una maniera più o meno radicale.

Vivere significa crescere. Crescere significa cambiare, non soltanto fisicamente, ma in tutte le dimensioni che costituiscono la persona umana, nella sua dignità: psicologica, intellettuale-culturale, morale, spirituale e religiosa.



Ognuno di noi, grazie al dono della libertà ricevuto da Dio, è sempre aperto, moralmente e spiritualmente, sia alla conversione, come, purtroppo, anche alla perversione.

Ma gli eventi che sperimentiamo, se pur provocati da noi stessi, sono sempre e comunque guidati dalla Provvidenza di Dio, che li orienta al bene e alla salvezza di tutti. Egli, però, chiede e cerca sempre la nostra collaborazione libera e responsabile.



S. Agostino afferma: “Quel Dio che ti ha creato senza di te, non ti salverà senza di te”. Parole che ci devono far molto riflettere.



La salvezza, infatti, è sì un dono di Dio, ma Egli non la impone: chiede sempre all’uomo di accettarla liberamente. E, purtroppo, l’uomo può anche rifiutarla.



Inizio questo trattato, prendendo lo spunto da una lirica di P. Davide M. Turoldo (n. a Coderno – UD – nel 1916 e morto a Milano nel 1992, grande scrittore, poeta e mistico dei nostri tempi).

La lirica è tratta dalla sua ultima raccolta di poesie, intitolata “ I CANTI ULTIMI”, scritte nell’imminenza della propria morte.





L’ho scelta, perché entra pienamente nel tema trattato: l’esperienza della vita umana, illuminata dalla Luce di Cristo e proiettata verso le REALTA’ ULTIME, che non terminano, ma iniziano con la morte.



Il poema de “ I CANTI ULTIMI” si può considerare il Testamento Spirituale di P. Davide M. Turoldo.

Il titolo ha due significati. Il poeta intuiva che sarebbe stata la sua

ultima opera. Queste liriche, infatti, le ha composte, quando i medici gli avevano già certificato un tumore maligno, che in breve lo condurrà alla morte.

L’altro significato del titolo riguarda il tema stesso, trattato in queste

liriche:

IL MISTERO DI DIO, INTUITO E CONTEMPLATO NELLA FEDE, DAVANTI ALLA PROSPETTIVA IMMINENTE DELLE REALTA’ ULTIME DELLA VITA.



LA SENTENZA

La SENTENZA che ora tu sai

nulla di nuovo aggiunge a quanto

già doveva esserti noto da sempre:

TUTTO E' SCRITTO. Di nuovo

è appena un fatto di calendario.



Eppure è l'EVENTO che tutto muta

e di altra natura

si fanno le cose e i giorni.



Subito senti il tempo franarti

tra le mani: l' ULTIMO

TEMPO, quando

non vedrai più questi colori

e il sole, né con gli amici

ti troverai a sera…



Dunque, per quanto ancora?



Come sappiamo, P. Davide M. Turoldo, nelle sue opere, ha cantato e parafrasato i Salmi, le preghiere più alte e più profonde, scritte sotto l’ispirazione diretta dello Spirito Santo.

Questa lirica riecheggia il Salmo 138, che è un poema alla Provvidenza Onnisciente di Dio:



“Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi e tutto era scritto nel tuo libro; I MIEI GIORNI ERANO FISSATI QUANDO ANCORA NON NE ESISTEVA UNO”(Sal. 138, 16).



Dio è Onnisciente e Onnipresente, sia in senso locale( in ogni luogo), che in senso temporale, ( nelle tre dimensioni del tempo: passato, presente e futuro): ha sempre davanti tutte le realtà dell’universo e della storia umana.



La situazione, che ci descrive P. Turoldo nella lirica, è molto realista e vale per ogni esistenza umana.



Anche se non sappiamo quanti giorni vivremo in questo mondo, ( e ciò è provvidenziale), abbiamo, però, una certezza: la nostra vita terrena ha un termine, che si avvicina sempre di più.

Nonostante ciò, noi non viviamo in uno stato di angoscia, non stiamo lì a pensare e contare i giorni che passano, perché Dio – anche qui provvidenzialmente - ci ha donato un attaccamento alla vita molto forte e molto radicato.

Guai, però, se ci dimentichiamo che essa è un cammino, meglio dire un pellegrinaggio, non semplicemente verso la morte, ma verso la VITA ETERNA CON DIO.



- Fratello, sorella, se ascolti la tua coscienza, che ti parla nel sacrario più intimo del cuore, scopri le verità basilari della vita, che ti danno la saggezza:

- IERI non esistevi in questo mondo.

- DOMANI non abiterai più su questo pianeta.

- Tutto ciò che sei e tutto ciò che esiste attorno a te,

l’ hai ricevuto in dono.

- Quotidianamente sperimenti i tuoi limiti, i tuoi

difetti e le tue colpe, ossia la tua fragilità e la tua

debolezza umana.



Tali verità non devi mai dimenticarle o nasconderle, se vuoi vivere nella verità del tuo essere e se vuoi incontrare Dio, che è “CARITA’ NELLA VERITA’ “.

Soltanto in questo atteggiamento di umiltà, infatti,

tu ti rendi disponibile perché Lui, - che ci sovrasta,

ma pure ci avvolge e ci penetra tutti, in maniera

vitale, come l’aria che respiriamo, - entri nel tuo

cuore, per irradiarsi poi nella tua vita.



Allora capisci meglio la verità della Parola di Dio, che canta in un Salmo:



“I miei giorni sono come ombra che declina, e io come erba inaridisco.

Ma Tu, Signore, rimani in eterno, il tuo ricordo per ogni generazione”(Sal.101, 12-13).



La lirica, sopra riportata, nel contesto di esperienza drammatica che stava vivendo P. Davide Maria Turoldo, ci offre lo spunto, forte e concreto, per questo trattato, che possiamo concepire come un Corso di Esercizi Spirituali.

Oggi, troppe persone ritengono praticamente che con la morte finisce la vicenda umana. Sono talmente immerse nelle realtà materiali, da dimenticare totalmente le REALTA’ ULTIME, le quali illuminano, danno senso e valore all’esistenza terrena.

Tali persone non si interrogano più sulle domande fondamentali e cruciali della vita umana.



“ DA DOVE VENGO ? ... DOVE VADO ? ... CHE SENSO HA LA VITA? ...QUALI SONO I VALORI PER CUI VALE LA PENA VIVERE E…UN GIORNO ANCHE MORIRE? ...CHE SARA’ DI ME DOPO LA MORTE?...





- Senza farti seriamente queste domande, tu non vivi più come un essere umano: intelligente, libero e responsabile.

Vivi di puro istinto, seguendo l’onda della massa, che ti trascina a dare sfogo al tuo egoismo e ai tuoi istinti. Questi, se non li domini, si trasformano in vizi, trascinando al male anche il tuo intelletto e il tuo cuore.

E quando il cuore di una persona è impossessato dallo spirito del male, essa diventa incapace di amare e di usare misericordia ai fratelli.

A tale proposito, ascolta la Parola di Gesù, molto chiara e forte, che ti invita a coltivare e a custodire il tuo cuore, come il tuo tesoro.

Nel cuore, infatti, è racchiusa la persona, con tutto il bene, ma anche con tutto il male che si porta dentro. Nessuno può donare agli altri se non ciò che coltiva nel suo cuore.



“Dal di dentro, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi, adulteri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza.

Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l’uomo” (Mc.7,21-23).





Tenendo sempre presenti questi principi, noi vogliamo allargare ora lo sguardo sulla società in cui viviamo.











1 – LA SITUAZIONE SOCIALE E’COMPLESSA

E PROBLEMATICA:



- LA FUNZIONE POTENTE E AMBIVALENTE

DEI MASS- MEDIA E DELLA GLOBALIZZAZIONE.



- IL PROGRESSO TECNOLOGICO SENZA UN ADEGUATO

SVILUPPO INTEGRALE DELLE PERSONE.





Situazione sociale COMPLESSA e PROBLEMATICA.



Con l’aggettivo “COMPLESSA”, vogliamo affermare che nella società odierna vari elementi positivi e negativi si intrecciano tra loro, e non sempre è facile riconoscerli e distinguerli.

Questa “complessità” è accentuata dalle grandi emigrazioni dei popoli più poveri, che portano dei valori sociali, culturali e religiosi diversi, e non tutti positivi. Questi valori spesso non si integrano e non si armonizzano con i valori degli altri popoli. E ciò diventa, purtroppo, un motivo continuo di attrito, sia nella dimensione sociale, che culturale e religiosa.



Con l’aggettivo “PROBLEMATICA”, vogliamo sottolineare la difficoltà di analizzare tutti gli elementi che entrano in gioco e che condizionano, in una maniera, purtroppo, sempre più accentuata, la libertà dell’uomo.



Per guarire da qualunque malattia, bisogna prima farne la diagnosi, ossia l’accertamento accurato. Bisogna poi fare la prognosi, cioè prevederne lo sviluppo e il decorso. Infine, studiarne le terapie più indicate, per ottenere la guarigione.

Lo stesso procedimento logico ci proponiamo di usare noi, per scoprire e analizzare le malattie dello spirito, che affliggono l’uomo di oggi, e indicarne le terapie adeguate.

Nell’esaminare la società del nostro tempo, vogliamo partire dall’aspetto esteriore, più visibile ed eclatante: quello economico-sociale.

La comunità umana odierna vive una situazione, a dir poco,

paradossale, che è davanti agli occhi di tutti.



Circa tre quarti del genere umano versa in uno stato di estrema povertà e penuria, perché può godere soltanto di un quarto dei beni disponibili. Un buon numero di queste persone, a cominciare dai bambini, sta morendo continuamente di fame, per mancanza del cibo necessario.

Un quarto dell’umanità, invece, usufruisce dei tre quarti di beni disponibili e conduce una vita agiata, concedendosi molte comodità, lussi e piaceri, e sperperando anche tanto danaro in vizi e bagordi.



In questa, dobbiamo fare, purtroppo, una menzione particolare. Troppi uomini politici non ricercano anzitutto il bene comune e la giustizia sociale, ma la difesa dei loro interessi e dei loro privilegi corporativi, da tramandare, se possibile, per genealogia.



Una tale situazione, di grave sperequazione economica e sociale, ingiusta e scandalosa, divide nettamente l’umanità in due categorie: quella opulenta e quella affamata.



Purtroppo, la tendenza ci dice che i ricchi si stanno facendo sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. E questi ultimi continuano a crescere.



Tale fenomeno esplode in tutta la sua gravità e virulenza nelle odierne migrazioni bibliche, di intere Nazioni, alla ricerca della propria sopravvivenza.

Questo avviene, perché la logica che guida l’economia, e spesso anche la politica, è l’egoismo e il profitto.



Una tale situazione interpella la coscienza di ciascuno di noi.



Vivendo in una Nazione che fa parte del mondo opulento, vogliamo qui esaminare la condizione dell’uomo, che si culla nel proprio benessere e nella propria agiatezza.



Egli dimentica, con troppa facilità, la grande fetta di umanità affamata, che grida, in faccia a Dio e in faccia al mondo, più giustizia e più equità.



Ci domandiamo: perché avviene ciò?



Non possiamo rispondere a questa domanda cruciale, senza riconoscere l’esistenza del peccato, che ha prodotto e continua a produrre ogni forma di squilibrio. Il quale, prima perverte il cuore delle persone, poi si riversa, con effetti dirompenti, sulla società.

L’egoismo e la bramosia di possedere, ha portato l’uomo a costruirsi e a difendere delle strutture e dei sistemi economici e finanziari, palesemente ingiusti. Essi sono fondati, infatti, sulle disuguaglianze e sui privilegi, che sono tramandati di generazione in generazione.



Gesù ci ammonisce, con tanta forza, di non cedere alla seduzione lusinghevole del danaro e dei beni di questo mondo:



“Guardatevi e tenetevi lontano da ogni cupidigia, perché anche se uno è nell’abbondanza la sua vita non dipende dai suoi beni” (Lc.12,15).

Dobbiamo ricordarci che ad ogni persona che gode privilegi, corrisponde sempre un’altra o più persone che sono private di diritti.



A tale proposito, vogliamo qui citare un esempio in quella che è chiamata oggi GLOBALIZZAZIONE: le Multinazionali.

Esse sono Lobby di potere economico- finanziario, che dominano su tutto il globo e hanno come fine primario il profitto.

Esse violano sfacciatamente i diritti più elementari delle Nazioni povere.

Dapprima sfruttano le loro risorse del suolo e del sottosuolo, e spesso, per il maggior profitto, in maniera dissennata. Assumono, nella manodopera, persone del luogo, pagandole in maniera irrisoria.

Poi, vendono i loro stessi prodotti a prezzi esorbitanti, che esse non avranno mai il potere di acquistare.



Molti di quelli che godono il benessere economico, purtroppo, non si interrogano neppure da dove esso proviene, e tanto meno si domandano come loro se lo sono procurato.

Non riflettono minimamente né sull’origine, né sulla destinazione dei beni della terra.

Le risorse del suolo e del sottosuolo, tutti i beni dell’universo, sono stati creati da Dio in sovrabbondanza. Egli li ha destinati al nutrimento di tutti gli esseri viventi, distribuendoli ovunque, senza fare alcuna discriminazione tra i buoni e i cattivi.



“Il Padre vostro celeste fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti”(Mt. 5,45).



Nell’universo, immenso e meraviglioso, sul quale abitiamo, Dio non ha creato soltanto ciò che costituisce il nostro nutrimento, ma anche le piante e i fiori di ogni specie, che lo ornano di incomparabile bellezza.

Tutte le creature elevano continuamente un inno di pura lode al loro Creatore, come bene canta il salmista:



“ I cieli narrano la gloria di Dio, e l’opera delle sue mani annunzia il firmamento” (Sal.18, 1).

A questa lode universale delle creature, purtroppo, non si unisce la lode cosciente di tutti gli uomini.

Davanti alla liberalità senza riserve del Creatore, risalta ancora di più l’egoismo umano in tutta la sua grettezza e meschinità.



- Ti ricordi di lodare il tuo Dio, Creatore e Signore del cielo e della terra, che si è fatto in CRISTO anche il tuo Salvatore? …

- Quanto tempo e quanta disponibilità gli doni per glorificarlo, mediante la preghiera, la lettura e la meditazione sul Vangelo? …

- Ricordati che glorificare Dio, dal quale tutto ha

origine, è il fine stesso per cui siamo stati creati.



Dio Creatore ha affidato agli uomini tutti i beni, perché collaborino con Lui nello sfruttarli, con sapienza e con generosità, per il nutrimento di tutti gli abitanti del nostro pianeta. Nessuno dovrebbe morire di fame.



I beni, elargiti dal Creatore, sono più che sufficienti ma male distribuiti, a causa dell’egoismo e dell’ingordigia insaziabile dell’uomo.

Alle folle, che andavano al Giordano per farsi battezzare, Giovanni Battista, diceva, con molta forza:

“Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto”(Lc. 3,11).



- Qui tu non puoi esimerti dal fare il tuo esame di coscienza, sull’uso che fai dei beni che possiedi e che…forse pensi soltanto di ammucchiare. Ti sono stati donati, perché tu li sappia anche condividere con gli altri.



Rifletti su quanti soldi sono spesi in armamenti, sempre più costosi e micidiali?

E quanti sono spesi, non per nutrire la vita, ma per “vendere e comprare la morte”, con lo smercio, sempre più massiccio, della droga? E quanti sono spesi solo per appagare l’ambizione e i vizi dell’uomo!

Così, sono sottratte ingenti somme alla grande massa dei poveri, che nel mondo “urlano” per la fame.



Gesù ha moltiplicato i pani e i pesci, ma ha chiesto la collaborazione dell’uomo, nell’elargire quei pochi pesciolini e quei pochi pani, per compiere il miracolo.



Dio chiede sempre la nostra collaborazione con Lui, per divenire la mano della sua Provvidenza, che dona largamente a tutti.

Nessuno morirebbe più di fame, se ognuno di noi mettesse a disposizione degli altri qualcosa di più di ciò che possiede!



- Ricordati bene che alla sera della vita, come ci ha detto chiaramente Gesù, saremo giudicati sull’Amore.



Oggi l’uomo ha fatto un grande cammino nel progresso scientifico e tecnologico. E ciò indubbiamente ha reso meno faticoso il suo lavoro e tutte le sue attività.

Ogni forma di vero progresso risponde al disegno di Dio Creatore, che ha affidato all’uomo il mondo come un giardino (l’Eden), intatto in tutte le sue forme di vita, armonizzate pienamente tra loro, e governato da leggi sapientissime.



Il libro della Genesi lo esprime con molta semplicità, ma con altrettanta profondità:



“Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse”(Gen.2,15).



Questi due verbi delimitano, con precisione, la responsabilità dell’uomo nei confronti dell’universo, che Dio gli ha affidato: lo deve Coltivare e lo deve Custodire.



COLTIVARE: in questo verbo c’è tutta la fatica, il lavoro e la ricerca dell’uomo nello sviluppare i talenti e far progredire, così, sia la vita dei singoli, che la stessa condizione umana nel suo complesso.



Tutte le invenzioni e le scoperte dell’uomo, per allargare il patrimonio di conoscenze e per rendere più vivibile e confortevole la propria esistenza, sono in conformità con il progetto di Dio Creatore.



L’uomo, infatti, è stato creato e dotato da Dio di intelligenza, di volontà e di libero arbitrio, per essere il signore dell’universo:



“ Dio li benedisse e disse loro: Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra”(Gen.1,28).



- Tu, come vedi e come accogli nella tua vita il lavoro, lo studio ed ogni impegno, che richieda sacrificio? …

- Non pensi che, per poter servire veramente i fratelli e la comunità, devi sempre avere cura di te stesso, coltivando e sviluppando tutte le tue capacità, i tuoi talenti? …



CUSTODIRE: in questo verbo, Dio chiama l’uomo ad essere il suo collaboratore responsabile, nel promuovere e rispettare le leggi, che regolano l’esistenza e la vita di tutte le creature dell’universo.



Non è concepibile alcun progresso, senza il rispetto di queste leggi naturali, che sono vitali.



Qui la Parola di Dio condanna tutte le forme di sfruttamento egoistico e dissennato delle risorse naturali. E sono condannate anche tutte le specie di inquinamento dell’ambiente e di manipolazione della vita, soprattutto umana.

Quando l’uomo viola queste leggi del Creato, provoca sempre altri squilibri, che si ripercuotono sulla qualità della sua vita e sullo stesso clima.



- Ricordati che ogni violazione delle leggi del Creato è sempre un attentato contro il Creatore, contro la tua vita e contro la vita dei tuoi fratelli.



Per noi, che viviamo nel benessere, grazie al progresso, le esigenze sono enormemente cresciute. Molto di ciò che un tempo era considerato superfluo, o addirittura un lusso, oggi, per la nostra vita, è diventato necessario.

Ma ci dobbiamo domandare se e fino a che punto ciò è giusto.



Come valutare un tale cambiamento e come comportarci di conseguenza? ...



Non è facile rispondere a questa domanda, mentre viviamo in un mondo in cui, sopratutto i giovani, non hanno conosciuto e non conoscono privazioni e sacrifici, perché nuotano nel benessere.



Occorre usare il discernimento e la coscienza, per distinguere ciò che è veramente necessario alla vita, ciò che è utile- conveniente e ciò che è semplicemente superfluo.

Il criterio di giudizio varia da popolo a popolo, secondo il grado di benessere raggiunto.

Ma rimane, sempre e comunque, tra i poveri e i ricchi della terra, lo squilibrio economico-sociale, che va progressivamente aumentando.



Le esigenze delle Nazioni benestanti, infatti, continuano a crescere, indotte dalla pubblicità martellante dei mass-media.

Questi, facilmente, in nome del profitto, e anche in nome di qualche ideologia, manipolano e falsificano la verità.



Non vogliamo demonizzare affatto i mezzi di comunicazione sociale in se stessi. Questi hanno molto contribuito allo sviluppo dell’umanità e intensificato gradualmente le comunicazioni e le relazioni tra le persone e tra i popoli, in dimensione planetaria.



Ma i Mass-Media, come la Globalizzazione, da questi indotta e alimentata, diventano un’arma a doppio taglio.

L’uso dei mass-media, molto spesso, non rispetta, come dovrebbe, le leggi dell’etica, della morale e della verità, favorendo anche interessi di parte, a discapito del bene comune.



Questi mezzi di comunicazione sono oggi sempre più potenti e invadenti, diffondendosi in tutte le Nazioni del mondo.

Per i motivi sopra esposti, condizionano, in maniera sempre più accentuata, la vita e la libertà dell’uomo, sopratutto nella dimensione morale.



- Qui ti devi fare anche tu una domanda precisa e importante.

- Quanto ti lasci influenzare e condizionare dalla TV e dai Mass-Media in genere ? ...

- Ti rendi conto che la tele-dipendenza ti condiziona, nel tuo modo di pensare e di agire? …

- Che ti ruba tempo prezioso, a scapito dei tuoi doveri e dei tuoi impegni ? …



Gli effetti, poi, che i Mass-Media provocano sui popoli più indigenti, nel vedere che gli altri guazzano nel benessere, sperperando anche beni “vitali” di consumo, servono ad accentuare ancor più l’antagonismo tra i poveri e i ricchi della terra.

“Non è più tollerabile - dice il papa BenedettoXVI - assistere impassibili alla ecatombe di popoli affamati”.



- Chi è schiavo del danaro e dei beni di questo mondo diventa incapace di donarsi e di donare ai fratelli…

Rifletti sulla caducità di questa vita terrena. Alla tua morte, porterai nell’altro mondo soltanto la tua anima e le opere che hai compiuto.

La Parola di Dio, nel libro di Giobbe, lo proclama con estrema efficacia ed incisività:

“Nudo uscii dal seno di mia madre e nudo vi ritornerò”(nel seno della terra).(Gb. 1,21).





La conseguenza di tutta la situazione sopra descritta è che la persona oggi vive proiettata troppo al di fuori di sé. Il ritmo della sua vita è divenuto frenetico, dispersivo, frammentato, assillante e stressante.



L’uomo sta diventando sempre più schiavo, non solo dei “mezzi tecnologici”, che ha inventato, ma anche dei beni di consumo, che lo trascinano nel vortice, diventato ormai un imperativo: produci-acquista-consuma!



Bisogna dire che, alla fine, il progresso raggiunto è pagato a caro prezzo.



Anche l’uomo sta rendendosi conto, sempre di più, che il solo benessere materiale-economico non gli può più bastare, perché interiormente non lo appaga affatto.



Che cosa gli manca dunque ?



Si può dire che gli manca “l’anima”. La vera ricchezza della persona umana è la sua Interiorità.

E’ stato scritto con tanto verismo: “Senza la Spiritualità, l’uomo è un tubo digerente”.

La persona si sviluppa e si matura in varie dimensioni, che devono crescere armonicamente.





Non vi è dubbio, però, che quella fondamentale e più importante è la dimensione umana- spirituale.





2 – SOLTANTO LA LUCE, PROIETTATA DA CRISTO, CULMINE

DELLA RIVELAZIONE, RISPONDE ALLE ESIGENZE E

AGLI INTERROGATIVI DELLA CONDIZIONE UMANA.





Non è possibile vivere serenamente, in un mondo così agitato, frenetico e caotico, senza ancorarci a dei punti fermi, che sono i valori morali, spirituali e religiosi.

Valori che ci spingono a ricercare la nostra vera identità, e quindi la nostra realizzazione, al di là e al di sopra della semplice fruizione di un benessere materiale-economico.



- I beni di consumo riempiono il tuo stomaco e appagano i tuoi sensi nell’attimo che fugge. Ma essi non sazieranno mai il tuo spirito, che ha sete di VERITA’, di GIUSTIZIA, di AMORE, di FELICITA’ VERA, e non di un semplice PIACERE.



Questo, avulso da ogni riferimento morale e spirituale, ti lascia sempre più vuoto e più inquieto.

Perché?... Perchè la tua misura è Dio, che ti ha creato a SUA IMMAGINE e SOMIGLIANZA, e non i beni di questo mondo.



Per dare una risposta esauriente alle domande vitali su esposte, non c’è altra via che quella di aprirci alla Rivelazione di Dio, attuata in Cristo, suo Figlio.



Egli, nel Vangelo, non ci ha soltanto manifestato l’Amore del Padre: lo ha anche comunicato a noi, nella sua Pasqua di morte e di risurrezione.





La seconda narrazione biblica della creazione dell’uomo, descritta dal libro della Genesi, con un linguaggio tanto semplice, ma altrettanto profondo, afferma che ognuno di noi, come persona, è composta di due elementi, nettamente distinti, anche se sostanzialmente uniti tra loro:

il corpo e lo spirito.



“Allora il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente(”Gen.2,7).



Qui l’autore sacro ci descrive Dio, che agisce alla maniera dell’uomo. Si richiama alla similitudine plastica del vasaio, per mostrarci, più tangibilmente e più eloquentemente, quanto è grande il suo Amore per noi.

Come il vasaio maneggia la creta, plasmandola con le proprie mani, per donarle la forma che ha già concepito e contemplato, non solo nel suo intelletto, ma più ancora nel suo cuore, così fa Dio nei riguardi dell’uomo.



Prima di crearci, ci ha contemplati e amati, uno ad uno, dall’eternità.

Al cuore di ogni persona Dio sussurra:

“ Ti ho amato di Amore eterno, per questo ti conservo ancora pietà”.

(Ger. 31,3).



L’uomo è la creatura prediletta di Dio, l’unico essere dell’universo, che Egli ha creato, per instaurare con lui un dialogo di Amore interpersonale, che si tramuta in VITA.



Il primo protagonista, in questo Dialogo Ineffabile, è sempre Dio, che continua a bussare al cuore di ogni persona, per potervi entrare e vivere con lei un IDILLIO DI AMORE.



“Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me”(Ap.3,20).



- Non dire più, allora, che la vita dell’uomo è guidata dal cieco destino, nè dal caso.





E‘ guidata, invece, dalla PROVVIDENZA AMOROSA DI DIO, che tutto dispone per la salvezza e per il bene di ogni creatura umana.

Non puoi, però, percepire ciò, se, da parte tua, non apri il cuore al Signore che bussa.



Dio plasma con la terra il corpo dell’uomo, dotandolo di tutte le perfezioni, nell’ordine naturale. E’ il più perfetto tra tutte le creature viventi (= il microcosmo).

In questa creta, plasmata dal suo Amore, Dio vi soffia un alito della propria vita divina: lo spirito immortale.



- Tu puoi negare o rinnegare questo SOFFIO VITALE DI DIO che è in te, ma non puoi mai, in alcun modo, cancellarlo.

E’ il SIGILLO INDELEBILE, che Egli ha scolpito NEL SACRARIO INTERIORE DELLA TUA COSCIENZA, per indicare l’appartenenza a Lui.



Il nostro spirito, perciò, si ribella, quando noi lo dimentichiamo o, quando, comunque, lo trascuriamo e lo umiliamo, vivendo una vita superficiale, materialistica e dissoluta.



Dobbiamo ritornare sempre alle nostre origini, per prendere coscienza della realtà che ci circonda, ma principalmente della nostra vera identità di persone umane.



Le nostre origini non risalgono semplicemente ai genitori, ma a Dio.



I nostri genitori ci hanno procreato, ma è Dio che ci ha creato.

Siamo, sì, fragili peccatori, ma redenti da GESU’ CRISTO.



Se dimentichiamo queste Verità, la nostra condizione umana rimane veramente indecifrabile. Con la sola luce della ragione, non è possibile dare delle risposte “esistenziali”esaurienti.



Se, invece, accogliamo la LUCE della FEDE, proiettata dalla RIVELAZIONE DI GESU’CRISTO, veniamo illuminati su tutti gli aspetti della nostra condizione umana.



E’ vero, anche per chi ha aderito alla FEDE, rimangono degli interrogativi ai quali, nessuna persona può, comunque, dare risposta con le sue sole capacità umane.

Ma Dio non ci comunica semplicemente delle VERITA’ calate dall’alto. Ci offre anche tanti SEGNI DI GARANZIA, per confermare la Verità di quanto Lui ci ha rivelato. Sono le sue CREDENZIALI.



Il PRIMO e MASSIMO di TALI SEGNI DELLA STORIA, dal quale si irradiano tutti gli altri, è GESU’CRISTO.



- Finché tu non ti confronti, IN MANIERA SERIA e OBIETTIVA, CON GESU’CRISTO, non puoi capire il senso e il valore della tua vita, né della condizione umana in genere.

Il bisogno primo, fondamentale ed insopprimibile di ogni persona è quello di sentirsi amata.

Accogliendo, CRISTO, con la FEDE, tu fai l’esperienza gratificante di un AMORE senza limiti.

Questo AMORE, non soltanto “riempie” la tua solitudine, ma “risponde vitalmente” ai tuoi interrogativi.

Ricordati però che la Fede non si riduce ad un insieme di riti e di preghiere, ma è un INCONTRO PERSONALE PROFONDO CON GESU’ CRISTO,

FONDATO SULL’ACCOGLIENZA DELLA SUA PAROLA: IL VANGELO.



La storia ci attesta che chiunque lo ha cercato nella sincerità, (e sono miliardi di persone), lo ha veramente incontrato.

E GESU’CRISTO GLI HA CAMBIATO RADICALMENTE LA VITA.



Basta che citiamo la testimonianza, così ardente e appassionata, di

S. Paolo, convertito sulla via di Damasco da persecutore dei cristiani a fervente Apostolo, infiammato dall’Amore di Cristo:

“Per me, infatti, il vivere è CRISTO e il morire un guadagno”(Fil.1,21).



LE CONVERSIONI, CHE CONTINUANO AD AVVENIRE NELLA STORIA, COSTITUISCONO IL SEGNO PIU’ GRANDE DELLA VERITA’ DI CRISTO.



ESSE CONFERMANO CHE DIO PADRE E’ SEMPRE PRESENTE ALL’UOMO, PER ATTUARE IN LUI LA SALVEZZA, OPERATA DAL PROPRIO FIGLIO.

Gesù stesso lo afferma con queste parole:

“Il Padre mio opera sempre e anch’io opero”(Gv.5,17).



La schiera di EROI, di SANTI e di MARTIRI CRISTIANI, che non si possono nemmeno contare, CON LA LORO VITA E CON IL LORO MARTIRIO, CI OFFRONO QUESTA FORTE TESTIMONIANZA:

GESU’ CRISTO E’LA RISPOSTA VERA, UNICA, TOTALE E DEFINITIVA DI DIO ALLA RICERCA DELL’UOMO.





Come DIO PADRE nella CREAZIONE ci ha “fatti” a Sua Immagine e Somiglianza, così, mediante l’INCARNAZIONE E LA REDENZIONE, ci ha “rifatti” a Immagine e Somiglianza del FIGLIO.



Lo ha donato a noi come MAESTRO, SALVATORE e MODELLO PERFETTO della nostra umanità.

Egli stesso si presenta con queste parole, che nessuno mai ha osato pronunciare:

“IO sono La VIA, la VERITA’ e la VITA “ ( Gv. 14, 6).



IN CRISTO, ” IMMAGINE DEL DIO INVISIBILE” (Col. 1,15), il PADRE ci ha donato tutto Se stesso, ci ha svelato i suoi segreti, per metterci in comunione vitale con LUI.



“ Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi” (Gv. 15,15).



Nel DONO del FIGLIO SUO GESU’CRISTO, che si è fatto solidale con noi e garante per noi peccatori, fino alla morte di croce, il PADRE ABBRACCIA ognuno di noi.



GESU’CRISTO SULLA CROCE E’ LA RISPOSTA

ULTIMA DI DIO PADRE A TUTTI GLI INTERROGATIVI DELL’UOMO.



Non una risposta teorica e speculativa, bensì una risposta di AMORE, che significa di VITA.

Egli ha riempito, CON LA SUA PRESENZA, il DOLORE e la MORTE dell’uomo, trasformando anche il suo PECCATO in un CAMMINO DI PURIFICAZIONE, DI REDENZIONE E DI SALVEZZA ETERNA.

SENZA CRISTO, SIAMO VERAMENTE PERDUTI! …

Abbiamo così tanto bisogno di LUI, quanto l’assetato ha bisogno dell’acqua.





Prostriamoci allora, con l’impeto di fede dell’Apostolo Pietro, per gridarGli:

“Signore, da chi andremo? Tu hai parole di Vita Eterna; noi abbiamo creduto e conosciuto che Tu sei il Santo di Dio”(Gv.6,68-69).



Il grande filosofo e mistico Pascal dice : “Il cuore intende ragioni che l’intelletto non può capire”. L’AMORE è un’esperienza che si capisce soltanto AMANDO.



- Se t’inginocchi davanti a Cristo, crocifisso per amore nostro, ti accorgi che le tue parole non servono più: Lì, percepisci il MISTERO INSONDABILE DELL’AMORE DI DIO e senti soltanto il bisogno di prostrarti, nel silenzio, per adorarlo e contemplarlo…

Sono questi incontri vivi e profondi con Lui, che ti aiutano a crescere veramente nella fede e ad entrare, così, in un rapporto sempre più vitale con Lui.



S. Paolo, il GRANDE ANNUNCIATORE e TESTIMONE dell’Amore di Cristo, esclama:



“Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Egli, che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha consegnato per tutti noi, non ci donerà forse ogni cosa insieme con LUI?”(Rom. 8,31-32).



- DIO E’ AMORE, e l’amore non si dimostra con la ragione, ma si mostra con la vita.

GESU’ CRISTO sulla croce lo ha mostrato in pienezza, manifestando così che era veramente il FIGLIO di DIO PADRE e che era ripieno dello SPIRITO SANTO.



Anche tu sei chiamato a mostrare, sempre più, con la tua vita, l’amore che porti a CRISTO GESU’.

Ricordati che la TESTIMONIANZA è la PRIMA EVANGELIZZAZIONE che facciamo ai fratelli.

Gesù, nel Vangelo, lo dice, con queste parole:

“Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre che è nei cieli” (Mt. 5,16).



La CHIESA CATTOLICA, fondata da Cristo, nella quale

Egli continua a vivere e ad operare la salvezza, è un altro SEGNO, per chi vuole intendere, dell’AUTENTICITA’ DEL CRISTIANESIMO.



Le 4 NOTE, che la distinguono da tutte le altre Religioni e Sette, sono:

UNA, SANTA, CATTOLICA, APOSTOLICA.









Abbiamo già parlato della SANTITA’, che nella CHIESA CATTOLICA fiorisce in ogni tempo e in ogni luogo, mostrandoci i suoi frutti maturi, che sono i SANTI: le persone che più hanno contribuito al vero progresso dell’umanità.

I SANTI non sono soltanto quelli canonizzati dalla Chiesa, ma una schiera senza numero di ogni popolo, di ogni razza e di ogni tempo, come ci descrive, in visione, l’Apostolo S. Giovanni nel libro dell’Apocalisse:

“Dopo ciò, apparve una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e portavano palme nelle mani”(Ap.7,9).

La SANTITA’ consiste nel vivere “l’ EROISMO DELL’AMORE”, ossia l’integrità della LEGGE MORALE, che culmina nella perfezione evangelica delle BEATITUDINI.

Ciò non è assolutamente possibile con le sole forze umane, debilitate dal PECCATO ORIGINALE.



Ma avviene esclusivamente PER LA GRAZIA DI CRISTO.





- Il tuo grado di santità è in rapporto diretto con

l’ intensità di amore, che nutri per Cristo, FONTE

DI OGNI SANTITA’.

In proporzione di quanto ti doni e ti abbandoni in Lui, Egli si rivela e si dona a te. Ti trasforma, con il Suo SPIRITO, rendendoti un TESTIMONE VERACE E CREDIBILE DEL SUO AMORE.



Qui, senza dilungarci, accenniamo soltanto ad un’altra di queste NOTE: l’APOSTOLICITA’.



La CHIESA, fin dal tempo degli Apostoli, trasmette, nell’assoluta fedeltà, la RIVELAZIONE SCRITTA ( S. SCRITTURA) e ORALE (TRADIZIONE VIVA DEL MAGISTERO), RICEVUTA DAL SUO MAESTRO CRISTO SIGNORE.



La catena ininterrotta, nella successione Apostolica, sia dei Sommi Pontefici, da S, Pietro fino al papa attuale Benedetto XVI, sia dei vescovi, successori degli Apostoli, ci attesta che la CHIESA, mediante questi anelli, è collegata direttamente al suo fondatore, GESU’ CRISTO.



La predicazione apostolica e la celebrazione dei Sacramenti, istituiti da Cristo, fin dall’inizio, - come ci attesta tutto il libro degli ATTI DEGLI APOSTOLI -, è un’altra garanzia dell’APOSTOLICITA’ della CHIESA.



S. Paolo così afferma la fedele trasmissione della Rivelazione Apostolica:

“ Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso”(I Cor. 11,23).



Ma vogliamo aggiungere un’altra prova storica, sempre attuale, che cogliamo dal libro degli “Atti degli Apostoli”.

I membri del Sinedrio, dopo aver interrogato gli Apostoli, irritati dalla loro forte e franca testimonianza sulla Risurrezione di Gesù Cristo, volevano mandarli a morte.



Ma il fariseo e dottore della Legge Gamaliele si rivolge ai membri del Sinedrio, facendo loro una proposta molto saggia:



“Per quanto riguarda il caso presente, ecco ciò che vi dico. Non occupatevi di questi uomini e lasciateli andare. Se, infatti, questa teoria o questa attività è di origine umana, verrà distrutta; ma se essa viene da Dio, non riuscirete a sconfiggerli; non vi accada di trovarvi a combattere contro Dio” (At.5,38-39).



Noi accogliamo e attualizziamo il saggio parere di Gamaliele, sempre valido per ogni tempo.



Se, dopo duemila anni, nessuno è riuscito a distruggere la CHIESA e il CRISTIANESIMO, nonostante le molte e grandi persecuzioni che ha avuto e che continua ad avere nel mondo, significa che questa Religione non viene dagli uomini, ma da Dio.



E ostinarsi a combattere contro Dio, vuol dire avere già perduto in partenza.



Alla domanda cruciale di Gesù, rivolta agli Apostoli: “Voi chi dite che io sia?”(Mt.16,15), Simon Pietro, e con lui tutta la CHIESA, continua a rispondere: “ Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio Vivente”(Mt.16,16).



Gesù gli conferisce il grande mandato, con un’affermazione inequivocabile, che sfida i secoli:

“E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa”(Mt.16,18).



La CHIESA è guidata visibilmente dal papa, ma la prima, infallibile GUIDA, è lo SPIRITO SANTO, inviato da GESU’ CRISTO, per costruire in essa il REGNO DI DIO.

LA CHIESA, COME LA PAROLA DI DIO, NON PUO’ ESSERE DISTRUTTA, PERCHE’ FONDATA SULLA ROCCIA, che è CRISTO.

“Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno”(Lc.13,31), dice il Signore.



-Tu, che affermi di essere CRISTIANO CATTOLICO, che rapporto hai con la CHIESA, fondata da Gesù Cristo?...

-Ti senti partecipe e corresponsabile della sua vita

e della sua missione, nel testimoniare e nello annunciare il VANGELO, L’UNICA PROPOSTA DI VITA CHE PROMUOVE E SALVA VERAMENTE L’ UOMO? …



Ricordati: chi, per propria colpa, non accoglie la FEDE, che irradia la LUCE di CRISTO, resta nel buio totale davanti a tutte le realtà e le domande che si pone sulla propria vita e sulla condizione umana.

Tolto CRISTO, viene distrutto anche l’uomo, la cui sorte diviene inspiegabile e incomprensibile.



3 - LE REALTA’ ULTIME ILLUMINANO, DANNO SENSO E

VALORE ALLA VITA DELL’UOMO.





“In faccia alla morte l’enigma della condizione umana diventa sommo”(“Lumen Gentium”=La Chiesa, Luce delle genti, cp7).

La CHIESA, “madre e maestra di vita”, nel Concilio Vaticano II

(1962-65), si è aperta ad un dialogo pieno con l’uomo moderno, per illuminarlo su tutte le Verità, che coinvolgono la sua vita.



La condizione della persona umana, che vive nel tempo, ci pone molti interrogativi.



Ma la sua condizione dopo la morte è tutta un interrogativo, al quale l’uomo, con le sue sole capacità, non è in grado di rispondere.



Soltanto accogliendo il dono della FEDE, che è la LUCE DI DIO in noi, troviamo le risposte che illuminano la nostra vita, anche al di là della morte.



Nella preghiera del CREDO, in cui professiamo, in sintesi, tutte le Verità della nostra FEDE, affermiamo:



“ CREDO in un solo Signore, Gesù Cristo…che di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo Regno non avrà fine…. CREDO nella risurrezione della carne e nella vita eterna”.



Sono le REALTA’ ULTIME, verso le quali corre, con l’inesorabilità del tempo, ogni vita umana, e ne segnano il vero e definitivo compimento:

Il GIUDIZIO PARTICOLARE, IL GIUDIZIO UNIVERSALE, LA VITA ETERNA O LA CONDANNA ETERNA.



La MORTE pone FINE soltanto alla vita dell’uomo sulla terra, come TEMPO aperto all’accoglienza o al rifiuto della GRAZIA DIVINA, apparsa in Cristo. Ma non pone FINE alla vicenda umana.





Se, dopo la MORTE non ci fosse il GIUDIZIO DI DIO, che riequilibra la STORIA, secondo la VERITA’ DELL’AMORE, la VITA TERRENA non avrebbe più senso, né valore, né finalità.



Le guerre, i massacri, le violenze, le oppressioni, le ingiustizie umane, resterebbero tutte impunite.

Chi nasce e chi vive nell’estrema povertà, chi è schiavo dei dittatori, degli arroganti e dei prepotenti, non avrebbe alcuna speranza di essere riscattato e liberato.

In questo mondo, quindi, trionferebbero i malvagi, senza possibilità di cambiare tale situazione. Tutto ciò è assurdo. Gesù, nella proclamazione delle BEATITUDINI, afferma, con molta chiarezza:



”Beati quelli che hanno fame e sete della Giustizia, perché saranno saziati”(Mt.5,6).

Se ciò non avviene in questo mondo, avverrà sicuramente nell’altro.



Nel Prefazio della S.Messa dei defunti, la Chiesa ci insegna a pregare:

“Ai tuoi fedeli, o Signore, la vita non è tolta, ma trasformata”.

Dio Padre, creando l’uomo “a sua Immagine e Somiglianza”

(cfr. Gen. 1, 26, ), lo ha salvato, infatti, dal peccato, mediante il

proprio Figlio, per renderlo partecipe della sua VITA, che è ETERNA BEATITUDINE.



Per questo, vogliamo qui affermare, con forza, l’IMMORTALITA’ DELL’ANIMA e LA VITA ETERNA.

“Dio ha creato l’uomo per l’immortalità; lo fece a immagine della propria natura” (Sap. 2, 23).

E’ vero che la morte in se stessa è un evento angosciante. Chi, però, si affida alla Parola di Dio, che non si smentisce, vivendo nella fede cristiana, anche davanti alla prospettiva imminente della morte, non è mai disperato. Sa, infatti, che non va né verso il nulla, né verso la catastrofe, ma va ad incontrare il suo DIO CREATORE e SALVATORE.

Le parole dell’Apocalisse, -nonostante le sue colpe e le sue fragilità umane, -gli infondono sicurezza e conforto.





“Dio tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte,né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate”

(Ap.21,4).

Questa fede, che si tramuta nella speranza dell’immortalità, è una fiamma che dobbiamo tenere sempre viva nel cuore, per trovarci, in ogni tempo, preparati a questo incontro finale e decisivo.



Davanti a queste Verità, che la Chiesa continua a proclamare da oltre 2000 anni, purtroppo, un buon numero di persone vive totalmente immerso nel materialismo. Esse ritengono, in pratica, che la morte segni la fine di tutta la vicenda umana.



Con una superficialità e leggerezza spaventose, sono ripiegate solamente a cogliere e godere l’attimo che fugge, senza farsi mai la domanda, che si pone sempre la persona saggia: e dopo? …



Così, la vita diventa semplicemente una partita di piacere, che il poeta canta in questi pochi versi:

“ Quanto è bella giovinezza, che si fugge tuttavia!

Chi vuol essere lieto, sia: di doman non c’è certezza”.

(Lorenzo De’ Medici).



-Tu come ti poni davanti alla morte e alle realtà

della vita ultraterrena? …

-Ti rendi conto che la tua vita non puoi delegarla ad

altri, perché, avendola ricevuta, ne sei amministratore, non proprietario? ...

- Hai coscienza che devi prendere una seria

decisione davanti a queste REALTA’ ULTIME, che

SEGNERANNO LA TUA SORTE PER L’ETERNITA’? …



C’è anche chi davanti alla morte e alle realtà ultraterrene, si è già “confezionate” aprioristicamente le risposte della scienza o dell’ideologia, per negare l’immortalità dell’anima e la vita eterna.







E’ spaventosa l’incoscienza e la superficialità, che tutte queste persone dimostrano, davanti alle REALTA’ULTIME, CHE DANNO COMPIMENTO, PER SEMPRE, ALLA VITA UMANA!



Sembra che essi non ne siano coinvolti.

La conseguenza è evidente: tali persone vedono la MORTE come un vero tabù, da esorcizzare continuamente.



A tutti costoro, noi rispondiamo semplicemente con i versi del sommo poeta Dante Alighieri. ” Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguire virtute e canoscenza”.

(Inf. c. XXVI).



Ma facciamo anche una riflessione, alla luce della ragione, che molti, a quanto pare, oggi usano poco.

Seguendo le tracce del grande filosofo francese Blaise Pascal, affermiamo che chi nega l’IMMORTALITA’ DELL’ANIMA e la VITA ETERNA, nega il MISTERO DI DIO, senza il quale nulla ha più senso, nè spiegazione.



E’ il dilemma, che diventa la SCOMMESSA PIU’CRUCIALE DELLA VITA UMANA: O DIO O IL NULLA.



Ma esiste il NULLA ? ... Dunque? …



Le persone sopra indicate, o per partito preso, o per la prassi della loro vita, che è atea, si ostinano a negarne la stessa esistenza.



Noi chiediamo loro di darci qualche prova di tanta sicumera, nel contestare il MISTERO TRASCENDENTE.



Ma essi non potranno mai darci, con sicurezza, alcuna prova che DIO NON ESISTE, mentre noi, che crediamo, abbiamo tanti SEGNI, per affermare che EGLI VERAMENTE ESISTE.



E’ vero che lo CREDIAMO solamente PER IL DONO DELLA FEDE. Ma resta vero pure che è RAGIONEVOLE CREDERE.

A tale proposito, è stato scritto:

“Noi non crediamo per delle ragioni, ma abbiamo molte ragioni per credere”. Ragioni, che essi non hanno affatto per smentirlo.



La garanzia della VITA ETERNA è fondata sulla RISURREZIONE di Gesù Cristo, che ci narrano diffusamente tutti e quattro gli Evangelisti.

Essa non è un’invenzione, ma UN EVENTO STORICO.

Anzi, è L’EVENTO CENTRALE DELLA STORIA, che la illumina e le dà il suo valore e il suo senso ultimo, cambiandola tutta radicalmente, per chi si apre a questo MISTERO DELLA FEDE.



GESU’ CRISTO è lo SPARTIACQUE DELLA STORIA.

Egli afferma, senza mezzi termini:”Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde” (Mt. 12, 30).



Il santo vecchio Simeone, prendendo, con commozione, Gesù Bambino tra le sue braccia, lo chiama profeticamente: “LUCE per illuminare le genti e GLORIA del tuo popolo Israele”, ma subito aggiunge che Egli è anche “SEGNO DI CONTRADDIZIONE, perché siano svelati i pensieri di molti cuori”(Lc. 2, 32. 34-35).



GESU’ CRISTO è venuto per unire e salvare l’umanità, dispersa dal peccato, e INSTAURARE TUTTE LE REALTÀ, SECONDO IL PROGETTO DEL PADRE.

Ogni persona, che è dotata di intelligenza, di volontà e di coscienza, davanti a LUI è chiamata a fare la propria scelta decisiva, dalla quale dipende la sua sorte eterna.



- Perciò, il dilemma, accennato sopra, nei confronti di Dio, si ripropone concretamente nei confronti di CRISTO, SUO FIGLIO: O LO ACCOGLI O LO RIFIUTI.

Non puoi restare in mezzo al guado: o stai di qua o passi al di là…CREDERE TI COSTA SACRIFICIO, MA TI RIPAGA MOLTO AMPIAMENTE…

Se davanti a Cristo rimani indifferente, hai già scelto, in pratica, di rifiutarlo.



La RISURREZIONE DI GESU’ E’ la PIU’ GRANDE CREDENZIALE, che DIO ci offre, per attestare l’autenticità della sua RIVELAZIONE, e quindi la VERITA’ DELLA FEDE.



S. Paolo fa della RISURREZIONE DI CRISTO la prova, per eccellenza, della credibilità della FEDE.



“Se Cristo non è risorto, è vana la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati. E anche quelli che sono morti in Cristo sono perduti”

(I Cor. 15, 17-18).



Ma poi aggiunge: “Ora, invece, Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti. Poiché se a causa di un uomo venne la morte, a causa di un uomo verrà anche la RISURREZIONE DEI MORTI; e come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo”.

(I Cor. 15, 20-22).

Gesù stesso si appella profeticamente alla sua Risurrezione come al SEGNO PIU’GRANDE della storia, la quale è stata totalmente cambiata, proprio perché LUI è risorto.



“Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un SEGNO, ma non le sarà dato nessun Segno fuorchè quello di Giona. Poiché come Giona fu un Segno per quelli di Ninive, così il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione” (Lc. 11, 29-30).



Nella prospettiva della FEDE CRISTIANA, quindi, la MORTE, grazie a Cristo, non segna la fine della vita dell’uomo, ma le dà il suo vero senso e il suo compimento.



Il GIUDIZIO DI DIO ad ogni anima che lascia questo mondo, ci illumina per riconoscere, con chiarezza, i valori veri e quelli fasulli della vita terrena. Poiché DIO E’ AMORE, i veri valori sono tutti quelli che nascono dall’AMORE e donano AMORE.

Dio, infatti, ci giudicherà SULL’AMORE.



Il GIUDIZIO PARTICOLARE avviene al momento della morte.





“Tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, ciascuno per ricevere la ricompensa delle opere compiute finchè era nel corpo, sia in bene che in male.(2 Cor. 5, 10).



Ma, alla fine del mondo presente, avverrà la RISURREZIONE DEI CORPI, che si ricongiungeranno all’anima.

Seguirà immediatamente il GIUDIZIO UNIVERSALE.

“Verrà l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri UDRANNO la SUA VOCE e ne usciranno: quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna” (Gv. 5, 29).



Questo GIUDIZIO CHIUDE IL TEMPO DELLA STORIA, “per mostrare che la Giustizia di Dio trionferà su tutte le ingiustizie e che il suo Amore è più forte della morte” (Dal Catechismo della Chiesa cattolica).



Tutti, come pellegrini, siamo in cammino verso queste REALTA’ ULTIME, che sono le più importanti, perché SEGNANO LA NOSTRA SORTE PER L’ETERNITA’.



A conclusione di questo trattato, vengono, quindi, opportune queste affermazioni di S. Paolo:

“Noi non fissiamo lo sguardo sulle cose VISIBILI, ma su quelle INVISIBILI. Le cose VISIBILI sono di un momento, quelle INVISIBILI sono ETERNE” (2 Cor. 4, 18).



L’uomo è stato creato NEL TEMPO, ma PER VIVERE ETERNAMENTE.

“Non abbiamo qui una città stabile, ma cerchiamo quella futura (Ebr.13,14).

Il grande dottore della Chiesa S. Agostino dice a proposito“Dio ci ha donato la VITA per cercarlo, la MORTE per incontrarlo e l’ETERNITA’ per goderlo”.



Chi non vive nella FEDE IN CRISTO, vive solamente la DIMENSIONE DEL TEMPO.

Chi vive nella FEDE IN CRISTO, vive, e intensamente, la dimensione del tempo, ma sempre nella prospettiva dell’ETERNITA’.



La parabola evangelica del ricco epulone e del povero Lazzaro afferma chiaramente che dopo il tempo c’è la VITA ETERNA, ma la sorte di chi ha accolto Cristo e di chi non l’ha accolto è diametralmente diversa.

“ Tra noi e voi è stabilito un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi non possono, né di costì si può attraversare fino a noi “ (Lc.16,26).



Per l’epulone non è più possibile uscire dall’Inferno e andare in Paradiso.

Così è per l’uomo che, disgraziatamente, vive nell’ODIO, e rifiuta, fino alla fine della propria vita, di aprirsi all’AMORE e alla MISERICORDIA di Dio.

Egli stesso si condanna, rendendosi PER SEMPRE INCAPACE DI AMARE.

Questo è il vero, tremendo ed eterno supplizio dei dannati: LA RADICALE INCAPACITÀ DI AMARE, PERCHÉ SI SONO STACCATI DA CRISTO, COME TRALCI DALLA VITE.



In un responsorio Liturgico, la Chiesa lo esprime così: “Nell’inferno non c’è più Redenzione”.

S. Francesco d’Assisi, al termine del Testamento, scritto di suo pugno e diretto a tutti i frati di ogni tempo, rivolge loro una

Esortazione-Ammonimento solenne sulle conseguenze ultime della loro scelta vocazionale.



Ciò che dice il Serafico Padre – pur con le dovute differenze, secondo lo stato di vita di ognuno, - vale per tutti.



“Dilettissimi fratelli e figli in eterno benedetti,

ascoltatemi, ascoltate la voce del vostro padre:

Grandi cose abbiamo promesso, maggiori sono state promesse a noi. Osserviamo quelle, aspiriamo a queste.

BREVE È IL PIACERE, ETERNA LA PENA

PICCOLO IL PATIRE, INFINITA LA GLORIA

Molti i chiamati, pochi gli eletti; tutti avranno la loro

retribuzione”. AMEN.



Fr. Severino Consolaro
















































LA CONDIZIONE DELL’UOMO DI OGGI NELLA PROSPETTIVA


DELLE REALTA’ ULTIME DELLA SUA VITA.



PRESENTAZIONE

L’attuale condizione del genere umano, vista nella Luce di Cristo, che è la RISPOSTA COMPLETA e DEFINITIVA di Dio ad ogni ricerca ed aspirazione dell’uomo.



1 -SITUAZIONE SOCIALE COMPLESSA E PROBLEMATICA:



- LA FUNZIONE POTENTE E AMBIVALENTE

DEI MASS-MEDIA E DELLA GLOBALIZZAZIONE.

- IL PROGRESSO TECNOLOGICO SENZA UN ADEGUATO

SVILUPPO INTEGRALE DELLE PERSONE.



2 - SOLTANTO LA LUCE, PROIETTATA DA CRISTO, CULMINE

DELLA RIVELAZIONE, RISPONDE ALLE ESIGENZE E AGLI

INTERROGATIVI DELLA CONDIZIONE UMANA.



3 - LE REALTA’ ULTIME ILLUMINANO, DANNO SENSO E

VALORE ALLA VITA DELL’UOMO.







INTRODUZIONE





Il tema che trattiamo, la condizione attuale della società umana,

costituisce il vero nocciolo della questione per ognuno di noi.

Nessuno, infatti, può eludere le domande cruciali, che la vita continuamente ci pone, attraverso gli eventi che ci toccano, e che sono sempre in cambiamento e in divenire.



Per affrontare la realtà che viviamo, in questo continuo mutare di eventi, col fluire del tempo, dobbiamo anzitutto metterci in ascolto sincero di noi stessi, nell’intimo del cuore.





La profonda riflessione sul nostro essere costituisce la prima bussola per conoscerci e per orientare, di conseguenza, le scelte e i comportamenti della nostra vita.

Questo, detto più semplicemente, significa mettersi in ascolto della propria coscienza.



La Costituzione Pastorale “Gaudium et spes”, emanata dal Concilio Vaticano II (1962-65), ribadisce il ruolo e l’importanza della coscienza come guida morale e spirituale, per vivere in armonia con Dio, con se stessi e con i fratelli,



“ Nell’intimo della coscienza l’uomo scopre una legge che non è lui a darsi, ma alla quale invece deve obbedire e la cui voce, che lo chiama sempre ad amare e a fare il bene e a fuggire il male, quando occorre, chiaramente parla alle orecchie del cuore… L’uomo ha in realtà una legge scritta da Dio dentro il suo cuore… La coscienza è il nucleo più segreto e il sacrario dell’uomo, dove egli si trova solo con Dio, la cui voce risuona nell’intimità propria” (Gudium et spes, 16).



La coscienza è un grande dono di Dio, perché manifesta la sua presenza misericordiosa, che mai ci abbandona, anche quando noi abbandoniamo Lui con il peccato grave, come ci attesta la storia di Caino, dopo l’uccisione del fratello Abele. (cfr. Gen. 4,9).

Essa ci domanda conto sempre della nostra condotta di vita, della qualità delle nostre azioni e delle nostre relazioni, nel rapporto con Dio e con il prossimo.

La coscienza ci è stata donata per un unico scopo: vivere la comunione con Dio. Infatti, quando abbiamo peccato, essa ci richiama a riconoscere il male commesso, a pentirci e a confessare le nostre colpe, per avere il suo perdono, che ci rigenera, donandoci la vera pace del cuore.



- Quale rapporto hai tu con la tua coscienza, che è il sacrario in cui Dio continuamente ti parla ? ...

- Ti esamini spesso sui dieci Comandamenti, per

renderti conto come stai vivendo i tuoi rapporti

con Dio, con te stesso e con il tuo prossimo? …



- Abituati ad ascoltare la tua coscienza, perché,

alla fine della vita, ci sarà il giudizio di Dio, al

quale nessuno può sfuggire.

Il verdetto di questo giudizio combacerà

sostanzialmente con la sentenza che pronuncerà

la tua coscienza.



Ogni persona è in un continuo divenire, perché soggetta ai vari eventi che toccano la sua esistenza e la cambiano, in una maniera più o meno radicale.

Vivere significa crescere. Crescere significa cambiare, non soltanto fisicamente, ma in tutte le dimensioni che costituiscono la persona umana, nella sua dignità: psicologica, intellettuale-culturale, morale, spirituale e religiosa.



Ognuno di noi, grazie al dono della libertà ricevuto da Dio, è sempre aperto, moralmente e spiritualmente, sia alla conversione, come, purtroppo, anche alla perversione.

Ma gli eventi che sperimentiamo, se pur provocati da noi stessi, sono sempre e comunque guidati dalla Provvidenza di Dio, che li orienta al bene e alla salvezza di tutti. Egli, però, chiede e cerca sempre la nostra collaborazione libera e responsabile.



S. Agostino afferma: “Quel Dio che ti ha creato senza di te, non ti salverà senza di te”. Parole che ci devono far molto riflettere.



La salvezza, infatti, è sì un dono di Dio, ma Egli non la impone: chiede sempre all’uomo di accettarla liberamente. E, purtroppo, l’uomo può anche rifiutarla.



Inizio questo trattato, prendendo lo spunto da una lirica di P. Davide M. Turoldo (n. a Coderno – UD – nel 1916 e morto a Milano nel 1992, grande scrittore, poeta e mistico dei nostri tempi).

La lirica è tratta dalla sua ultima raccolta di poesie, intitolata “ I CANTI ULTIMI”, scritte nell’imminenza della propria morte.





L’ho scelta, perché entra pienamente nel tema trattato: l’esperienza della vita umana, illuminata dalla Luce di Cristo e proiettata verso le REALTA’ ULTIME, che non terminano, ma iniziano con la morte.



Il poema de “ I CANTI ULTIMI” si può considerare il Testamento Spirituale di P. Davide M. Turoldo.

Il titolo ha due significati. Il poeta intuiva che sarebbe stata la sua

ultima opera. Queste liriche, infatti, le ha composte, quando i medici gli avevano già certificato un tumore maligno, che in breve lo condurrà alla morte.

L’altro significato del titolo riguarda il tema stesso, trattato in queste

liriche:

IL MISTERO DI DIO, INTUITO E CONTEMPLATO NELLA FEDE, DAVANTI ALLA PROSPETTIVA IMMINENTE DELLE REALTA’ ULTIME DELLA VITA.



LA SENTENZA

La SENTENZA che ora tu sai

nulla di nuovo aggiunge a quanto

già doveva esserti noto da sempre:

TUTTO E' SCRITTO. Di nuovo

è appena un fatto di calendario.



Eppure è l'EVENTO che tutto muta

e di altra natura

si fanno le cose e i giorni.



Subito senti il tempo franarti

tra le mani: l' ULTIMO

TEMPO, quando

non vedrai più questi colori

e il sole, né con gli amici

ti troverai a sera…



Dunque, per quanto ancora?



Come sappiamo, P. Davide M. Turoldo, nelle sue opere, ha cantato e parafrasato i Salmi, le preghiere più alte e più profonde, scritte sotto l’ispirazione diretta dello Spirito Santo.

Questa lirica riecheggia il Salmo 138, che è un poema alla Provvidenza Onnisciente di Dio:



“Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi e tutto era scritto nel tuo libro; I MIEI GIORNI ERANO FISSATI QUANDO ANCORA NON NE ESISTEVA UNO”(Sal. 138, 16).



Dio è Onnisciente e Onnipresente, sia in senso locale( in ogni luogo), che in senso temporale, ( nelle tre dimensioni del tempo: passato, presente e futuro): ha sempre davanti tutte le realtà dell’universo e della storia umana.



La situazione, che ci descrive P. Turoldo nella lirica, è molto realista e vale per ogni esistenza umana.



Anche se non sappiamo quanti giorni vivremo in questo mondo, ( e ciò è provvidenziale), abbiamo, però, una certezza: la nostra vita terrena ha un termine, che si avvicina sempre di più.

Nonostante ciò, noi non viviamo in uno stato di angoscia, non stiamo lì a pensare e contare i giorni che passano, perché Dio – anche qui provvidenzialmente - ci ha donato un attaccamento alla vita molto forte e molto radicato.

Guai, però, se ci dimentichiamo che essa è un cammino, meglio dire un pellegrinaggio, non semplicemente verso la morte, ma verso la VITA ETERNA CON DIO.



- Fratello, sorella, se ascolti la tua coscienza, che ti parla nel sacrario più intimo del cuore, scopri le verità basilari della vita, che ti danno la saggezza:

- IERI non esistevi in questo mondo.

- DOMANI non abiterai più su questo pianeta.

- Tutto ciò che sei e tutto ciò che esiste attorno a te,

l’ hai ricevuto in dono.

- Quotidianamente sperimenti i tuoi limiti, i tuoi

difetti e le tue colpe, ossia la tua fragilità e la tua

debolezza umana.



Tali verità non devi mai dimenticarle o nasconderle, se vuoi vivere nella verità del tuo essere e se vuoi incontrare Dio, che è “CARITA’ NELLA VERITA’ “.

Soltanto in questo atteggiamento di umiltà, infatti,

tu ti rendi disponibile perché Lui, - che ci sovrasta,

ma pure ci avvolge e ci penetra tutti, in maniera

vitale, come l’aria che respiriamo, - entri nel tuo

cuore, per irradiarsi poi nella tua vita.



Allora capisci meglio la verità della Parola di Dio, che canta in un Salmo:



“I miei giorni sono come ombra che declina, e io come erba inaridisco.

Ma Tu, Signore, rimani in eterno, il tuo ricordo per ogni generazione”(Sal.101, 12-13).



La lirica, sopra riportata, nel contesto di esperienza drammatica che stava vivendo P. Davide Maria Turoldo, ci offre lo spunto, forte e concreto, per questo trattato, che possiamo concepire come un Corso di Esercizi Spirituali.

Oggi, troppe persone ritengono praticamente che con la morte finisce la vicenda umana. Sono talmente immerse nelle realtà materiali, da dimenticare totalmente le REALTA’ ULTIME, le quali illuminano, danno senso e valore all’esistenza terrena.

Tali persone non si interrogano più sulle domande fondamentali e cruciali della vita umana.



“ DA DOVE VENGO ? ... DOVE VADO ? ... CHE SENSO HA LA VITA? ...QUALI SONO I VALORI PER CUI VALE LA PENA VIVERE E…UN GIORNO ANCHE MORIRE? ...CHE SARA’ DI ME DOPO LA MORTE?...





- Senza farti seriamente queste domande, tu non vivi più come un essere umano: intelligente, libero e responsabile.

Vivi di puro istinto, seguendo l’onda della massa, che ti trascina a dare sfogo al tuo egoismo e ai tuoi istinti. Questi, se non li domini, si trasformano in vizi, trascinando al male anche il tuo intelletto e il tuo cuore.

E quando il cuore di una persona è impossessato dallo spirito del male, essa diventa incapace di amare e di usare misericordia ai fratelli.

A tale proposito, ascolta la Parola di Gesù, molto chiara e forte, che ti invita a coltivare e a custodire il tuo cuore, come il tuo tesoro.

Nel cuore, infatti, è racchiusa la persona, con tutto il bene, ma anche con tutto il male che si porta dentro. Nessuno può donare agli altri se non ciò che coltiva nel suo cuore.



“Dal di dentro, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi, adulteri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza.

Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l’uomo” (Mc.7,21-23).





Tenendo sempre presenti questi principi, noi vogliamo allargare ora lo sguardo sulla società in cui viviamo.











1 – LA SITUAZIONE SOCIALE E’COMPLESSA

E PROBLEMATICA:



- LA FUNZIONE POTENTE E AMBIVALENTE

DEI MASS- MEDIA E DELLA GLOBALIZZAZIONE.



- IL PROGRESSO TECNOLOGICO SENZA UN ADEGUATO

SVILUPPO INTEGRALE DELLE PERSONE.





Situazione sociale COMPLESSA e PROBLEMATICA.



Con l’aggettivo “COMPLESSA”, vogliamo affermare che nella società odierna vari elementi positivi e negativi si intrecciano tra loro, e non sempre è facile riconoscerli e distinguerli.

Questa “complessità” è accentuata dalle grandi emigrazioni dei popoli più poveri, che portano dei valori sociali, culturali e religiosi diversi, e non tutti positivi. Questi valori spesso non si integrano e non si armonizzano con i valori degli altri popoli. E ciò diventa, purtroppo, un motivo continuo di attrito, sia nella dimensione sociale, che culturale e religiosa.



Con l’aggettivo “PROBLEMATICA”, vogliamo sottolineare la difficoltà di analizzare tutti gli elementi che entrano in gioco e che condizionano, in una maniera, purtroppo, sempre più accentuata, la libertà dell’uomo.



Per guarire da qualunque malattia, bisogna prima farne la diagnosi, ossia l’accertamento accurato. Bisogna poi fare la prognosi, cioè prevederne lo sviluppo e il decorso. Infine, studiarne le terapie più indicate, per ottenere la guarigione.

Lo stesso procedimento logico ci proponiamo di usare noi, per scoprire e analizzare le malattie dello spirito, che affliggono l’uomo di oggi, e indicarne le terapie adeguate.

Nell’esaminare la società del nostro tempo, vogliamo partire dall’aspetto esteriore, più visibile ed eclatante: quello economico-sociale.

La comunità umana odierna vive una situazione, a dir poco,

paradossale, che è davanti agli occhi di tutti.



Circa tre quarti del genere umano versa in uno stato di estrema povertà e penuria, perché può godere soltanto di un quarto dei beni disponibili. Un buon numero di queste persone, a cominciare dai bambini, sta morendo continuamente di fame, per mancanza del cibo necessario.

Un quarto dell’umanità, invece, usufruisce dei tre quarti di beni disponibili e conduce una vita agiata, concedendosi molte comodità, lussi e piaceri, e sperperando anche tanto danaro in vizi e bagordi.



In questa, dobbiamo fare, purtroppo, una menzione particolare. Troppi uomini politici non ricercano anzitutto il bene comune e la giustizia sociale, ma la difesa dei loro interessi e dei loro privilegi corporativi, da tramandare, se possibile, per genealogia.



Una tale situazione, di grave sperequazione economica e sociale, ingiusta e scandalosa, divide nettamente l’umanità in due categorie: quella opulenta e quella affamata.



Purtroppo, la tendenza ci dice che i ricchi si stanno facendo sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. E questi ultimi continuano a crescere.



Tale fenomeno esplode in tutta la sua gravità e virulenza nelle odierne migrazioni bibliche, di intere Nazioni, alla ricerca della propria sopravvivenza.

Questo avviene, perché la logica che guida l’economia, e spesso anche la politica, è l’egoismo e il profitto.



Una tale situazione interpella la coscienza di ciascuno di noi.



Vivendo in una Nazione che fa parte del mondo opulento, vogliamo qui esaminare la condizione dell’uomo, che si culla nel proprio benessere e nella propria agiatezza.



Egli dimentica, con troppa facilità, la grande fetta di umanità affamata, che grida, in faccia a Dio e in faccia al mondo, più giustizia e più equità.



Ci domandiamo: perché avviene ciò?



Non possiamo rispondere a questa domanda cruciale, senza riconoscere l’esistenza del peccato, che ha prodotto e continua a produrre ogni forma di squilibrio. Il quale, prima perverte il cuore delle persone, poi si riversa, con effetti dirompenti, sulla società.

L’egoismo e la bramosia di possedere, ha portato l’uomo a costruirsi e a difendere delle strutture e dei sistemi economici e finanziari, palesemente ingiusti. Essi sono fondati, infatti, sulle disuguaglianze e sui privilegi, che sono tramandati di generazione in generazione.



Gesù ci ammonisce, con tanta forza, di non cedere alla seduzione lusinghevole del danaro e dei beni di questo mondo:



“Guardatevi e tenetevi lontano da ogni cupidigia, perché anche se uno è nell’abbondanza la sua vita non dipende dai suoi beni” (Lc.12,15).

Dobbiamo ricordarci che ad ogni persona che gode privilegi, corrisponde sempre un’altra o più persone che sono private di diritti.



A tale proposito, vogliamo qui citare un esempio in quella che è chiamata oggi GLOBALIZZAZIONE: le Multinazionali.

Esse sono Lobby di potere economico- finanziario, che dominano su tutto il globo e hanno come fine primario il profitto.

Esse violano sfacciatamente i diritti più elementari delle Nazioni povere.

Dapprima sfruttano le loro risorse del suolo e del sottosuolo, e spesso, per il maggior profitto, in maniera dissennata. Assumono, nella manodopera, persone del luogo, pagandole in maniera irrisoria.

Poi, vendono i loro stessi prodotti a prezzi esorbitanti, che esse non avranno mai il potere di acquistare.



Molti di quelli che godono il benessere economico, purtroppo, non si interrogano neppure da dove esso proviene, e tanto meno si domandano come loro se lo sono procurato.

Non riflettono minimamente né sull’origine, né sulla destinazione dei beni della terra.

Le risorse del suolo e del sottosuolo, tutti i beni dell’universo, sono stati creati da Dio in sovrabbondanza. Egli li ha destinati al nutrimento di tutti gli esseri viventi, distribuendoli ovunque, senza fare alcuna discriminazione tra i buoni e i cattivi.



“Il Padre vostro celeste fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti”(Mt. 5,45).



Nell’universo, immenso e meraviglioso, sul quale abitiamo, Dio non ha creato soltanto ciò che costituisce il nostro nutrimento, ma anche le piante e i fiori di ogni specie, che lo ornano di incomparabile bellezza.

Tutte le creature elevano continuamente un inno di pura lode al loro Creatore, come bene canta il salmista:



“ I cieli narrano la gloria di Dio, e l’opera delle sue mani annunzia il firmamento” (Sal.18, 1).

A questa lode universale delle creature, purtroppo, non si unisce la lode cosciente di tutti gli uomini.

Davanti alla liberalità senza riserve del Creatore, risalta ancora di più l’egoismo umano in tutta la sua grettezza e meschinità.



- Ti ricordi di lodare il tuo Dio, Creatore e Signore del cielo e della terra, che si è fatto in CRISTO anche il tuo Salvatore? …

- Quanto tempo e quanta disponibilità gli doni per glorificarlo, mediante la preghiera, la lettura e la meditazione sul Vangelo? …

- Ricordati che glorificare Dio, dal quale tutto ha

origine, è il fine stesso per cui siamo stati creati.



Dio Creatore ha affidato agli uomini tutti i beni, perché collaborino con Lui nello sfruttarli, con sapienza e con generosità, per il nutrimento di tutti gli abitanti del nostro pianeta. Nessuno dovrebbe morire di fame.



I beni, elargiti dal Creatore, sono più che sufficienti ma male distribuiti, a causa dell’egoismo e dell’ingordigia insaziabile dell’uomo.

Alle folle, che andavano al Giordano per farsi battezzare, Giovanni Battista, diceva, con molta forza:

“Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto”(Lc. 3,11).



- Qui tu non puoi esimerti dal fare il tuo esame di coscienza, sull’uso che fai dei beni che possiedi e che…forse pensi soltanto di ammucchiare. Ti sono stati donati, perché tu li sappia anche condividere con gli altri.



Rifletti su quanti soldi sono spesi in armamenti, sempre più costosi e micidiali?

E quanti sono spesi, non per nutrire la vita, ma per “vendere e comprare la morte”, con lo smercio, sempre più massiccio, della droga? E quanti sono spesi solo per appagare l’ambizione e i vizi dell’uomo!

Così, sono sottratte ingenti somme alla grande massa dei poveri, che nel mondo “urlano” per la fame.



Gesù ha moltiplicato i pani e i pesci, ma ha chiesto la collaborazione dell’uomo, nell’elargire quei pochi pesciolini e quei pochi pani, per compiere il miracolo.



Dio chiede sempre la nostra collaborazione con Lui, per divenire la mano della sua Provvidenza, che dona largamente a tutti.

Nessuno morirebbe più di fame, se ognuno di noi mettesse a disposizione degli altri qualcosa di più di ciò che possiede!



- Ricordati bene che alla sera della vita, come ci ha detto chiaramente Gesù, saremo giudicati sull’Amore.



Oggi l’uomo ha fatto un grande cammino nel progresso scientifico e tecnologico. E ciò indubbiamente ha reso meno faticoso il suo lavoro e tutte le sue attività.

Ogni forma di vero progresso risponde al disegno di Dio Creatore, che ha affidato all’uomo il mondo come un giardino (l’Eden), intatto in tutte le sue forme di vita, armonizzate pienamente tra loro, e governato da leggi sapientissime.



Il libro della Genesi lo esprime con molta semplicità, ma con altrettanta profondità:



“Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse”(Gen.2,15).



Questi due verbi delimitano, con precisione, la responsabilità dell’uomo nei confronti dell’universo, che Dio gli ha affidato: lo deve Coltivare e lo deve Custodire.



COLTIVARE: in questo verbo c’è tutta la fatica, il lavoro e la ricerca dell’uomo nello sviluppare i talenti e far progredire, così, sia la vita dei singoli, che la stessa condizione umana nel suo complesso.



Tutte le invenzioni e le scoperte dell’uomo, per allargare il patrimonio di conoscenze e per rendere più vivibile e confortevole la propria esistenza, sono in conformità con il progetto di Dio Creatore.



L’uomo, infatti, è stato creato e dotato da Dio di intelligenza, di volontà e di libero arbitrio, per essere il signore dell’universo:



“ Dio li benedisse e disse loro: Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra”(Gen.1,28).



- Tu, come vedi e come accogli nella tua vita il lavoro, lo studio ed ogni impegno, che richieda sacrificio? …

- Non pensi che, per poter servire veramente i fratelli e la comunità, devi sempre avere cura di te stesso, coltivando e sviluppando tutte le tue capacità, i tuoi talenti? …



CUSTODIRE: in questo verbo, Dio chiama l’uomo ad essere il suo collaboratore responsabile, nel promuovere e rispettare le leggi, che regolano l’esistenza e la vita di tutte le creature dell’universo.



Non è concepibile alcun progresso, senza il rispetto di queste leggi naturali, che sono vitali.



Qui la Parola di Dio condanna tutte le forme di sfruttamento egoistico e dissennato delle risorse naturali. E sono condannate anche tutte le specie di inquinamento dell’ambiente e di manipolazione della vita, soprattutto umana.

Quando l’uomo viola queste leggi del Creato, provoca sempre altri squilibri, che si ripercuotono sulla qualità della sua vita e sullo stesso clima.



- Ricordati che ogni violazione delle leggi del Creato è sempre un attentato contro il Creatore, contro la tua vita e contro la vita dei tuoi fratelli.



Per noi, che viviamo nel benessere, grazie al progresso, le esigenze sono enormemente cresciute. Molto di ciò che un tempo era considerato superfluo, o addirittura un lusso, oggi, per la nostra vita, è diventato necessario.

Ma ci dobbiamo domandare se e fino a che punto ciò è giusto.



Come valutare un tale cambiamento e come comportarci di conseguenza? ...



Non è facile rispondere a questa domanda, mentre viviamo in un mondo in cui, sopratutto i giovani, non hanno conosciuto e non conoscono privazioni e sacrifici, perché nuotano nel benessere.



Occorre usare il discernimento e la coscienza, per distinguere ciò che è veramente necessario alla vita, ciò che è utile- conveniente e ciò che è semplicemente superfluo.

Il criterio di giudizio varia da popolo a popolo, secondo il grado di benessere raggiunto.

Ma rimane, sempre e comunque, tra i poveri e i ricchi della terra, lo squilibrio economico-sociale, che va progressivamente aumentando.



Le esigenze delle Nazioni benestanti, infatti, continuano a crescere, indotte dalla pubblicità martellante dei mass-media.

Questi, facilmente, in nome del profitto, e anche in nome di qualche ideologia, manipolano e falsificano la verità.



Non vogliamo demonizzare affatto i mezzi di comunicazione sociale in se stessi. Questi hanno molto contribuito allo sviluppo dell’umanità e intensificato gradualmente le comunicazioni e le relazioni tra le persone e tra i popoli, in dimensione planetaria.



Ma i Mass-Media, come la Globalizzazione, da questi indotta e alimentata, diventano un’arma a doppio taglio.

L’uso dei mass-media, molto spesso, non rispetta, come dovrebbe, le leggi dell’etica, della morale e della verità, favorendo anche interessi di parte, a discapito del bene comune.



Questi mezzi di comunicazione sono oggi sempre più potenti e invadenti, diffondendosi in tutte le Nazioni del mondo.

Per i motivi sopra esposti, condizionano, in maniera sempre più accentuata, la vita e la libertà dell’uomo, sopratutto nella dimensione morale.



- Qui ti devi fare anche tu una domanda precisa e importante.

- Quanto ti lasci influenzare e condizionare dalla TV e dai Mass-Media in genere ? ...

- Ti rendi conto che la tele-dipendenza ti condiziona, nel tuo modo di pensare e di agire? …

- Che ti ruba tempo prezioso, a scapito dei tuoi doveri e dei tuoi impegni ? …



Gli effetti, poi, che i Mass-Media provocano sui popoli più indigenti, nel vedere che gli altri guazzano nel benessere, sperperando anche beni “vitali” di consumo, servono ad accentuare ancor più l’antagonismo tra i poveri e i ricchi della terra.

“Non è più tollerabile - dice il papa BenedettoXVI - assistere impassibili alla ecatombe di popoli affamati”.



- Chi è schiavo del danaro e dei beni di questo mondo diventa incapace di donarsi e di donare ai fratelli…

Rifletti sulla caducità di questa vita terrena. Alla tua morte, porterai nell’altro mondo soltanto la tua anima e le opere che hai compiuto.

La Parola di Dio, nel libro di Giobbe, lo proclama con estrema efficacia ed incisività:

“Nudo uscii dal seno di mia madre e nudo vi ritornerò”(nel seno della terra).(Gb. 1,21).





La conseguenza di tutta la situazione sopra descritta è che la persona oggi vive proiettata troppo al di fuori di sé. Il ritmo della sua vita è divenuto frenetico, dispersivo, frammentato, assillante e stressante.



L’uomo sta diventando